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LARRONDO A FV: "BELLO TORNARE AL FRANCHI. CHE POTENZA KEAN! GIOCAVO CON QUARTA E BELTRAN NEL RIVER PLATE: SONO FORTI"

di Luciana Magistrato

L'ex attaccante argentino Marcelo Larrondo è tornato in Italia e a Firenze in particolare, a distanza di circa dieci anni da quando ha giocato in serie A (Siene, Fiorentina e Torino nell'ordine). "E' stata una bella emozione tornare dopo 10 anni e andare al Franchi con i miei bambini e il mio agente, Giulio Meozzi - dice in esclusiva a FirenzeViola.it - Sono stato molto contento e mi sono venuti i brividi perché è stata una bella emozione".

Che partita è stata quella tra Fiorentina e Milan? "Ho visto tanta gente allo stadio e quello è sempre importante per la squadra poi la partita è stata strana visto che sono stati sbagliati tre rigori ma alla fine la Fiorentina ha preso tre punti importanti e va bene così. Ho visto un gran Milan ma ha mancato la lettura del gioco. Ma anche i bambini erano contenti che avesse vinto la Fiorentina, ho portato anche bene ed è sempre bello tornare al Franchi".

Lei ha giocato a Firenze per 6 mesi dal gennaio 2013 (7 presenze e 2 gol); che ricordi ha della sua Fiorentina e rimase male per non essere stato riscattato? "No, non ci sono rimasto male. Ho avuto l'opportunità e fatto l'esperienza di giocare in una squadra con giocatori molto forti. Ricordo infatti i compagni fortissimi con cui ho condiviso quell'esperienza e da cui ho imparato molto, come Toni, Mati Fernandez, Pizarro, Borja Valero... Ogni tanto ci sentiamo anche via social. Era una Fiorentina che faceva paura e davanti avevo attaccanti troppo forti ed io ero giovane però è stata una bella esperienza che ricordo ancora: un'esperienza che mi fece maturare e che ricordo con piacere, poi andai a Torino e ho fatto una buona carriera in Argentina".

A proposito di attaccanti, che attaccante è Kean? "E' forte, ha velocità ed è bravo anche nell'uno contro uno. Ha fatto un movimento bellissimo in occasione di un gol annullato, se continua a muoversi in quel modo avrà sempre almeno 5 occasioni a partita anche perché come detto è veloce. Poi gli attaccanti vivono del gol, ha sbagliato il rigore, sarà andato a casa arrabbiato però si vede che ha potenza".

De Gea ha parato due rigori, quanto è importante per una squadra? "Quando un portiere dà la sicurezza è importante per la difesa e per la squadra in generale. E' stato bravissimo, l'uomo partita perché con i due rigori realizzati dal Milan sarebbe stata un'altra partita. Se c'erano dubbi su chi fosse il titolare, lo ha dimostrato in questa partita, è molto forte".

Lei ha giocato con Martinez Quarta, che difensore era ed è? "Lucas è un bravissimo giocatore. E' un difensore con un bel piede perciò può andare in avanti a finire la giocata e spesso segna, inoltre è forte di testa. In allenamento giocavamo contro e mi picchiava abbastanza (ride, ndr). Ha carattere e personalità, per me è un giocatore importante per ogni squadra e piano piano anche lui troverà nuovamente spazio. E' nel giro della Nazionale e nel River ha fatto una grande esperienza vincendo anche dei trofei, dimostrando poi di essere adatto alla A. Il ritorno al River? E' tornato anche Gallardo come allenatore, che lo ha fatto crescere e diventare il giocatore che è perciò uno tende a tornare In Argentina e nella squadra che tifi tu e la famiglia; inoltre il River è al livello delle squadre europee, per me che ci ho giocato. E' normale che se ti chiama ti viene voglia di tornare ma giocare in Italia è importante, hai anche opportunità di giocare in altre squadre. Saprà lui cosa fare".

Anche Beltran era al River ai tuoi tempi: "Lucas era Primavera quando io ero al River e Gallardo poi lo ha fatto esordire. Per me è un attaccante forte, quando era al River ha segnato tanto e non è facile perché in Argentina tutte le squadre sono forti e lui ha dimostrato carattere e personalità. Ma non è facile abituarti subito ad un altro Paese e ad un calcio diverso, io ne so qualcosa. Una questione tattica? In Italia vi piace inquadrare i giocatori nei ruoli e pensare il centravanti alto 1.91, forte di testa, che fa salire la squadra e tiene la palla... Lui comunque può far tutto,  è forte tecnicamente, fa gol, ti fa giocare, ha la forza per tenere la palla e far uscire la squadra. Poi però decide l'allenatore e può essere che lui non ci punti".

Palladino che tecnico le sembra? "Seguo poco la A ora che posso stare con la mia famiglia (è svincolato, ndr) ma domenica ho visto una squadra compatta e che sa quello che vuole fare; Palladino ha una grande esperienza come calciatore e saprà come far far bene alla squadra".

A Siena il suo mentore è stato Antonio Conte, può vincere lo scudetto con il Napoli? "Conte è stato molto importante per me perché mi ha insegnato tutto del calcio, gli sono molto grato, perché a Siena mi ha fatto capire come giocare e come farlo con un altro attaccante; quando sono tornato in Argentina ero più forte perché mi ha fatto crescere come persona e come calciatore. Poi lui dove è stato ha vinto sempre perché ha la testa di un vincitore e ha fatto sempre bene. A Napoli ha anche la squadra per fare bene e poi se non giochi bene lui ti farà giocare bene per forza perché è molto tosto. Ho tanti ricordi belli di lui".


Marcelo Larrondo a Radio FirenzeViola