LO MONACO A RFV, Bianco così sta facendo le ragnatele
Il dirigente Pietro Lo Monaco ha parlato a Radio Firenzeviola, durante la trasmissione "Viola Amore mio" di attualità viola: "Il ruolino di marcia non è dei migliori, quando le cose vanno così le polemiche e le voci aumentano. Fatto sta che la Fiorentina non sta mantenedo fede alle aspettative".
Come avrebbe gestito lei il presidente? "La Fiorentina ha già i suoi dirigenti e devono pensare a gestire il modo di porsi del loro presidente. Tante cose che dice Commisso non sono fuori di logica, quando parla di bilanci o di rendere la società patrimonialmente appetibile, ma quando si espone in un certo modo evidentemente non centra il problema e aumenta solo le polemiche. Se le cose di campo non vanno bene, non va bene cercare colpe altrui, nella stampa e nella tifoseria. Si può sbagliare e ammettendo gli errori a volte stoppi le critiche sul nascere. Voler difendere un risultato sportivo che non sta andando bene non è il massimo della vita. Quando ci sono le polemiche occorre parlare meno possibile, vanno fatte analisi serie e una presa di coscienza delle situazione; attaccando questo o quello crei un clima non ideale intorno alla squadra. Certi discorsi si potevano evitare innescando un focolaio che porta negatività".
Campagna acquisti è stata sfortunata o poco adatta? "Io ricordo quando tantissimi anni fa iniziammo la costruzione dell'Udinese dissi ad un giovane Gino Pozzo che l'importante non erano i giocatori ma la loro gestione. I giocatori hanno un loro valore, magari non si sentono bene nel club o non si trovano bene nel calcio italiano pur essendo dei buoni giocatori e quindi non rendono".
Caso Amrabat? "Il compito di un buon dirigente è monitorare in giro per il mondo. E vendere i giocatori all'apice del loro percorso nel club e quando hanno offerte. Faccio un esempio che mi riguarda con Maxi Lopez, lo tenni un anno in più per vari motivi ma lui l'anno successivo fece non benissimo e diminuì il valore. Perciò i giocatori vanno venduti quando è il momento. Il tipo di offerta del Barcellona? La crisi è generale e andare a buttare subito tanti soldi non lo fa più nessuno, guarda anche alle inchieste che stanno facendo in Premier. Finché ci sono formule che fanno dilazionare i pagamenti il problema è solo relativo, se prendere i soldi in due o tre o più anni. Ma ci vogliono subito delle alternative pronte. Una società è forte e brava se riesce a creare un giusto movimento".
Non esiste un vice Biraghi da prendere (domanda di un ascoltore)? "Ci sono bravi giocatori e la Fiorentina avrà monitorare cosa c'è in giro. Ad esempio in Sudamerica Burdisso può monitorare i tanti giocatori che ci sono".
Che garà sarà con la Juve del rinato Vlahovic? "Per un giocatore è difficile ripetersi ai livelli di Firenze, lui è un buon giocatore ma anche se non si esprime lui la Juve ne ha altri, è una buona squadra e va temuto non solo lui. E' una bellissima sfida".
Il campionato viola riserva poche emozioni ora? "Magari vince la Coppa Italia o la Conference, se raggiunge uno di questi obiettivi si tacita tutto e dà un senso alla sua annata. Basta pensare al Napoli che ad inizio stagione era una polveriera e guarda ora come sta andando.
La sostituzione con Cabral? Eh lo so, magari hanno pensato ad un prodotto finito al posto di un giocane come accade spesso. Penso a Bianco, che aspettiamo a farlo giocare che faccia le ragnatele e un patrimonio nazionale. Italiano fa giocare bene le sue squadre e quando uno ha la cultura del gioco non può guardare la carta d'identità e ci vuole coraggio. Ma anche una spinta da parte della società. Ricordo quando presi un giovane Zaccheroni che voleva prodotti finiti ma noi lo spingevamo a far giocare i ragazzi, Appiah e Jorgensen che poi non sono più usciti dal campo. Anche all'interno di un gruppo, io premetto sempre che gioca sempre un giovane nelle mie scelte. Tra un Bonaventura, che cito per il tipo di esperienza, e Bianco faccio giocare sempre Bianco".