MAIELLARO A FV, Quando il Franchi era un 'Fortino'
Pietro Maiellaro a Firenze è stato una sola stagione, ma ha fatto a tempo a capire cos'era il "fortino". Era il 91'-92', il secondo della gestione Cecchi Gori, e sono stati gli anni più belli del tifo viola. Erano gli anni di coreografie che sono entrate nella storia (come dimenticare quella con la Juve dell'aprile 91'? Quella raffigurante tutti i monumenti di Firenze...), anni nei quali la stessa Juve a Firenze perdeva sempre. Anni in cui le squadre avversarie avevano paura di entrare al Franchi, quando Firenze viveva in simbiosi con la squadra, ed i fiorentini facevano sentire il proprio respiro. E quel respiro li spingeva a dare di più in campo. Erano anni (sembrano passati secoli) nei quali ai "campini" ad ogni allenamento cerano (minimo) mille tifosi. "Quando le cose vanno male anche la tifoseria più appassionata viene meno - afferma Maiellaro in esclusiva a Firenzeviola.it - Certo ora leggo di un distacco che sta raggiungendo livelli impensabili. Io mi ricordo che agli allenamenti c'era sempre un sacco di gente, anche 2000 persone. Anzi, mi ricordo prima di un Fiorentina-Atalanta del 92' che ai "Campini" c'erano quasi 3000 tifosi."
A proposito, in questa situazione di classifica lei svolgerebbe allenamenti a porte aperte?
"Io lo farei sempre. Certo potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, ma se non ci sono rischi concrti o minacce, io il calore della gente, ad un calciatore, lo farei sempre sentire".
Come si spiega, secondo lei, la classifica della Fiorentina?
"Non me la spiego, o meglio... me la spiego solo con gli infortuni, con la carenza d'organico".
Non le sembra che quando le cose vanno male la gente si infortuni molto di più?
"Si, certe supposizioni viene di farle. Però dipende dai rapporti che ci sono tra giocatori e l'allenatore. E poi bisogna vedere quanto un giocatore ci sente per quella maglia, quanto è disposto a fare sacrifici, quanto sopporta il dolore...ci sono tante variabili. Comunque quando ci sono tanti infortunati qualche problema c'è sempre..."
Qualche mese fa, per la Fiorentina, si parlava di Champions League. E adesso?
"Adesso la Fiorentina deve pensare a salvarsi e basta. Queste sono annate strane. Anche Mihajlovic con quelle dichiarazioni...andremo in Champions, vinceremo qui?, vinceremo là... forse è rimasto ancora giocatore, lui deve pensare più da allenatore. Quando sei giocatore hai la possibilità di rivoltare le partite, con un gol, con una bella prestazione. Quando fai l'allenatore devi avere molta fortuna, perchè non dipende più da te. Devi essere fortunato che quel giocatore ti fa un gol importante, che la squadra azzecca la partita e vinci..."
Può dipendere dalla mancanza di motivazioni? Prandelli se ne è andato e poi non ci sono le coppe europee...
"E che vuol dire? Nella Fiorentina ci sono giocatori che si possono giocare la nazionale. Se giocano male Prandelli non li chiama. Prendiamo Gilardino: se continua così, a non segnare, Prandelli fa giocare un altro... No, le motivazioni non c'entrano, non ci credo..."
Torniamo al "fortino". Ci racconti com'era la settimana viola dell'epoca...
"Era una specie di magia, di incantesimo. Noi cominciavamo a giocare la partita già da martedì, quando ci ritrovavamo ai "campini". Gliel'ho detto, c'erano sempre tantissime persone, e la loro presenza era una spinta formidabile a dare di più, anche durante l'allenamento. Per questo io farei gli allenamenti a porte aperte,meglio la gente al campo che l'isolamento... In campo poi non potevi far finta di niente e attenzione...questo sia in caso negativo che in caso positivo. Comunque ti accorgevi fin da subito che avresti vinto la partita, lo sentivi, lo avvertivi, te ne accorgevi dagli occhi degli avversari. Molti avevano paura, altro che dodicesimo uomo in campo...a volte avevamo anche il 13° ed il 14°."
Le facciamo l'ultima domanda sul Bari. Anche per la squadra di Ventura non è un gran momento...
"Effettivamente ci sono dei problemi. Credo si tratti di mancanza di fiducia in loro stessi. I giocatori stanno bene, la classifica è tutto sommato discreta, però queste due ultime sconfitte hanno tolto sicurezza ai giocatori. Quando mancano i risultati manca tutto". Grazie Pietro, a chi lo dice...