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MARCOLIN A RFV, Italiano, che coraggio. V.Park da big

di Redazione FV

Dario Marcolin, opinionista di Dazn e vice-allenatore della Fiorentina nella stagione 2010-2011, ha parlato ai microfoni di Radio FirenzeViola durante la trasmissione "Viola Amore Mio". Ecco le sue parole.

Come vice Mihajlovic ha allenato ai campini accanto allo stadio, ora invece i giocatori si allenano al Viola Park: che ne pensa? 
"Con un centro sportivo del genere entri nell'Olimpo delle squadre vere: il Viola Park dà l'idea che la Fiorentina è diventata una grande squadra e alla fine porterà dei punti in più in classifica. Al riguardo Moratti disse che in campo devi dare il massimo perché il resto lo dà la società. Inoltre tutte le squadre possono allenarsi insieme contemporaneamente e crescere come una famiglia: i ragazzi in questo modo maturano accanto ai campioni". 

Dopo otto giornate si vedono i frutti del Viola Park: è sorpreso di questo alto posto in classifica per i viola?
"Non sono sorpreso perché in questo momento apprezzo il coraggio di Italiano che sta facendo la differenza: poche squadre hanno atteggiamento dei viola, che sono bravi a giocare in casa e fuori allo stesso modo. Vincenzo ha trasformato i giocatori e ha migliorato la fase offensiva permettendo di attaccare in tanti uomini e difendendo con tutti: penso che abbia trovato un equilibrio tra le due fasi. Sta trovando solidità in difesa ed è quello che fa la differenza con le grandi squadre".

Che pensa dell'utilizzo di Martinez Quarta come uomo in più anche in attacco, come incursore? 
"Molti allenatori hanno utilizzato questo metodo, ad esempio Guardiola e Gasperini. Prima il difensore faceva solo quello, ora può fare il centrocampista o l'attaccante aggiunto come Scalvini all'Atalanta o Milenkovic che durante la costruzione del gioco si alza fino al cuore del centrocampo".

Che ne pensa di Arthur, diventato il padrone del gioco viola?
"Ero meravigliato di come giocasse poco alla Juventus e al Liverpool a differenza del Barcellona: secondo me i brasiliani hanno bisogno di avere un grande rapporto con l'allenatore che deve capire il calciatore. I tecnici esperti non stanno dietro a un giocatore molto tempo, invece gli allenatori giovani ci perdono più tempo parlandoci. Un Arthur così è una vittoria di Italiano. Come tipologia di gioco e caratteristiche, Arthur è più simile a Pizarro, anche per il baricentro basso. Ha un pregio perché giocando di prima o a due tocchi quando lo pressi l'avversario esce a vuoto perché il pallone è già andato via. Appena gli arriva il pallone e la pressione dell'avversario, lui se ne è già uscito quindi dopo varie volte che ciò accade l'avversario decide di non andarlo più a pressare. Ti manda fuori giri nella gestione del pallone".

L'obiettivo Champions è raggiungibile? 
"Per queste prime otto giornate dico di sì ma la concorrenza delle altre squadre quest'anno è molto alta e c'è una grande battaglia. La Fiorentina può arrivare nei primi 4 posti a prescindere dal quinto che potrebbe valere per il ranking, ma bisogna ricordarsi degli avversari, delle soste e degli impegni. La maturazione di Italiano è collegata alla crescita della squadra e quando sei solido dietro, la squadra sa a memoria quello che deve fare in attacco. La squadra con delle alternative importanti può fare la differenza, la Fiorentina dalla scorsa stagione non si è mai fermata e può arrivare anche quest'anno fino in fondo".


Dario Marcolin e Alberto Malusci a Radio Firenze Viola