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MELUSO A RFV, Italiano ha tre grosse virtù. Il suo problema? È troppo superstizioso

di Redazione FV

Dirigente dello Spezia nel secondo anno di Vincenzo Italiano, a poche ore dalla sua prima grande finale Mauro Meluso ha parlato ai microfoni di Radio FirenzeViola del suo rapporto col tecnico della Fiorentina: "Sono convinto che Italiano sia stato molto bravo ad amalgamare questo gruppo. Ho visto una grossa crescita da parte di tanti calciatori, arrivati non in perfette condizioni. Italiano è stato bravo a recuperare tutti. Ovviamente c'è stato bisogno di tempo, cosa che in Italia non è facile avere. 

Che tipo è Vincenzo Italiano?
Italiano ha una grande coerenza,, alle volte "sporcata" dalla scaramanzia diciamo. Quando eravamo a La Spezia ad esempio, diceva che avrebbe voluto portare la moglie in città, non lo faceva però perché a Trapani aveva vinto e non c'erano, idem prima nella carriera. Questo vi fa capire il personaggio. Ma è un personaggio malato di calcio, in senso buono. Quando andavamo a cena parlavamo sempre di calcio. Mi ricordo il primo periodo a La Spezia, dove una delle prime volte venne a vederci Sacchi. Aveva gli occhi che luccicavano perché c'era Sacchi. 

Si aspettava questa crescita così continua di Italiano?
"Le difficoltà che ha avuto a Firenze, diverse da quelle avute a La Spezia e Trapani, le ha superate brillantemente. Ha tre principi incisi nella sua natura, coerenza, meritocrazia e lealtà, che sono necessari per essere un grande allenatore". 

A Firenze negli ultimi anni sono passati grandi allenatori come Montella, Prandelli, ma la Fiorentina lottava per non retrocedere. Il fatto che l'anno scorso ci sia stata la qualificazione in Europa ed il percorso di quest'anno, è comunque un successo per la sua gestione. Evidentemente prima c'era qualche malessere che Italiano è riuscito a debellare facendo gruppo con tutti. Io sono stato critico con il mercato della Fiorentina, per non far andar via Torreira avrei chiamato la Nato. Ma ci voleva solo del tempo e tutte le scelte poi sono state giuste. Oggi bisogna rendersi in conto che la Fiorentina ha in casa un allenatore che va supportato.

Che rapporto avevate?
Io arrivai a La Spezia dopo la vittoria del campionato di Serie B. Mi ritrovai a fare la squadra in venti giorni. Italiano era molto riconoscente con quelli che avevano vinto il campionato, io volevo invece inserire alcuni giocatori di categoria. In più c'erano i problemi legati al Covid e decisi di avere una rosa più ampia. Si trovò quindi a gestire una rosa di più di trenta calciatori e fu una situazione difficile. Lui non capiva perché avessi preso così tanti giocatori, ma non ci fu nessuna grossa frizione. Poi trovammo una via per venirci incontro e fu tutto perfetto".

Cosa chiede Vincenzo Italiano alle sue punte centrali?
"A La Spezia prendemmo Piccoli, ai tempi grande talento. Vincenzo si incavolava con lui perché non riusciva a capire i movimenti che l'allenatore gli chiedeva. Alla fine però il centravanti di Vincenzo Italiano deve far gol, se fa gol va bene tutto".


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