MONDONICO A FV, GOMEZ IL PIÙ GRANDE PROBLEMA DEI VIOLA
La crisi della Fiorentina è ufficilamente iniziata con il KO di ieri al Tardini. Tanti gli argomenti trattati nelle ultime ore in casa viola, dal caso Neto all'astinenza prolungata di Mario Gomez fino alle difficoltà palesate dall'intera squadra soprattutto dal punto di vista dell'extracampo. Per parlare di tutto questo la redazione di FirenzeViola.it ha contattato l'ex tecnico gigliato e grande tifoso della Fiorentina Emiliano Mondonico.
Mister, la Fiorentina sta attraversando un momento difficile, secondo lei di chi sono le colpe maggiori?
"L'impotenza di Gomez sottoporta, in questo momento, è il problema principale della squadra di Montella. Ieri la squadra ha creato 7-8 palle gol nitide ma l'attaccante tedesco non le ha concretizzate e per questo è arrivata la sconfitta. Ormai quella di Gomez è una crisi nera che dura da tanto tempo. Ha molte occasioni ma non riesce a fare gol. L'aspetto più negativo è senza dubbio la sua astinenza".
Ieri il numero 33 viola ha fallito un rigore che, come affermato da Montella nel post gara, non avrebbe dovuto tirare. È stato gusto lasciarlo andare sul dischetto?
"Sono cose che succedono spesso nel calcio. Dal mio punto di vista è stato un bene che si sia preso questa responsabilità, anche se poi le cose sono andate come tutti sappiamo. Gomez vorrebbe trasformare questa situazione negativa in una positiva, avrebbe voluto rompere l'incantesimo negativo. Al peggio però non c'è mai fine anche se spero che per la Fiorentina possa finire questo periodo no dei suoi attaccanti".
Cosa ne pensa della gestione del caso Neto da parte della Fiorentina?
"Ogni società ha le sue regole. Ci sono situazioni abbastanza precise che vengono trattate diversamente da ambiente ad ambiante. il rifiuto di rinnovare il contratto può essere affrontata in casi diversi: alcuni club scelgono di mandare i giocatori in tribuna, mentre altre sfruttano i propri effettivi fino all'ultimo".
Con Pasqual ai box Montella non ha mai scelto un altro capitano per così dire fisso. Crede che questa cosa influisca in qualche modo nello spogliatoio?
"L'importante è che si sia un leader nello spogliatoio, uno che abbia voce in capitolo anche per discutere delle situazioni importanti sia legate al campo che alle cose esterne. Il capitano molto spesso dipende dalle presenze di un certo giocatore con il club di appartenenza, mentre la cosa che conta davvero è avere un punto di riferimento all'interno della squadra".