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NASSI A FV: "COMMISSO FACCIA COME IL CONTE PONTELLO, CHE C'ERA SENZA APPARIRE"

di Dimitri Conti

Tra campo e mercato, sono molti i temi di discussione di casa Fiorentina. Per provare a sbrogliare qualche filo, noi di FirenzeViola.it abbiamo contattato in esclusiva l'ex dirigente sportivo gigliato (e non solo) Claudio Nassi. Come prima argomento, la possibilità di centrare un piazzamento europeo: "A mio avviso sono molte le opportunità di arrivare in Europa, vedo un ambiente coeso e non è facile che sia così. Finalmente la Fiorentina è unita, credo abbiano le stesse possibilità delle altre. La corsa va fatta solamente su se stessi, giocando sempre alla morte. Così, ottenendo il massimo sempre, si arriva in Europa. Senza pensare che ci siano partite meno difficili: come diceva Bearzot, le più pericolose sono quelle che sabato sera ti fanno dormire".

Lei riscatterebbe Odriozola e Piatek?
"Bisogna conoscere il calciatore e l'uomo, cosa che non mi è concessa. Però alla Fiorentina si sono resi conto del valore che ha Odriozola e un punto d'incontro lo si trova sempre, se lo si ritiene indispensabile per una Fiorentina competitiva ad alto livello. Non bisogna accontentarsi dell'Europa League ma puntare più in alto. Lo stesso vale per Piatek, ma aggiungo una cosa: ha fatto bene al Genoa, meno al Milan. La Fiorentina deve correre sui numeri uno. Io ho fiducia in Burdisso, se continua a non parlare: stare zitti e operare, così si fa nel calcio. Io per esempio non avrei mai ceduto Vlahovic, con tutto il rispetto per le opinioni". 

Che importanza hanno le relazioni istituzionali recentemente sviluppate dai vertici della Fiorentina?
"Tutto ha valore nel calcio. Queste sono cose importantissime, più di tutto che ci fosse Infantino. Siamo a Firenze, una delle più belle città del mondo, non una qualsiasi: entrare a Palazzo Vecchio è un onore per chiunque. Non sono cose eccezionali, devono essere la normalità di Firenze. Ho vissuto un anno col Conte Pontello, uno che era sempre in contatto con tutti. Dopo aver parlato con Rizzato, segretario generale del Vicenza che mi aveva promesso Baggio già quando aveva 15 anni, mi disse che non lo vendevano perché poteva valere 100 milioni come un miliardo, ma che sarei stato comunque il primo ad essere avvisato. Poi seppi che si sarebbero incontrati col Torino, per chiudere a 3 miliardi. Chiamai il Conte e gli dissi che avremmo dovuto prenderlo in tutti i modi. Lui mi chiese chi fosse il presidente del Vicenza, gli dissi Maraschin. Lo prendemmo al venerdì, perché Pontello aveva scoperto che Maraschin lavorava con lui in un'autostrada del Nord. Il Conte era così, c'era senza apparire: questo deve fare anche il proprietario di una squadra come la Fiorentina. Questo deve essere il lavoro quotidiano, perché Firenze oggi ha anche il designatore degli arbitri, Rocchi, e il vicepresidente AIA, Duccio Baglioni. Sono cose da sapere". 

Chiusura su Italiano: quanto è importante per il club blindarne il contratto? La sua "unione" con Ramadani preoccupa?
"L'allenatore più bravo è quello che non fa danno, la formazione migliore la mettono in campo Giudice Sportivo e medico sociale. Bisogna andare piano sugli allenatori, oggi vanno bene, domani meno e domani l'altro male. L'importante è che si capisca qual è il ruolo del procuratore: Passarella aveva Caliendo e lo usava, non viceversa. L'importante è che Italiano o chi per lui, di un procuratore se ne serva".