.

NATALE A CASA KALINIC, IL CAMMINO VERSO FIRENZE

di Giacomo Iacobellis e Giulio Incagli
Fonte: Giacomo Iacobellis

Testa alta e maglia dell'Hajduk cucita addosso. Il calcio come unica passione. Tanto che presto la scuola passa in secondo piano. Questo è Nikola Kalinic, protagonista dello speciale realizzato da FirenzeViola.it nei luoghi della sua infanzia. Abnegazione, spirito di sacrificio, oltre a un innato istinto del gol e una tecnica eccellente. La ricetta per conquistarsi, seppur giovanissimo, un posto in prima squadra è servita. E intanto anche in Nazionale le cose procedono a gonfie vele, con la premiazione Mvp nell'Europeo Under 17 del 2005 grazie a 11 reti. Tanta la fiducia riposta dall'Hajduk nel suo attaccante, che dopo 7 apparizioni nel 2005-2006 viene spedito a farsi le ossa, sei mesi al Pula (3 gol in 12 gare) e altri sei al Sibenik (3 centri in 8 partite).

Kalinic adesso è pronto per diventare protagonista nel suo stadio. Nella sua squadra. Tra la sua gente. Con 44 reti in 77 presenze nell'arco di due stagioni, la sfida con Mandzukic è di quelle da vivere fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. In campo la testa e il cuore. “Perché dell'Hajduk - ci racconta emozionato Nikola – si nasce. Non si diventa”. Dopo un exploit del genere le chiamate si sprecano, ma il suo procuratore Tomislav Erceg (Tomo per gli amici) non si lascia prendere dalla frenesia e studia per il suo assistito la soluzione migliore. “Mi ricordo che Valencia ed Az Alkmaar erano interessati. Gli spagnoli arrivarono ad offrire circa 6-7 milioni, ma l'Hajduk non voleva scendere dalla richiesta di 10”, ci ha confidato Tomo. Le trattative continuano serrate, e alla fine a spuntarla è il Blackburn Rovers. “L'idea di partire mi spaventava, ma non potevo che essere contento di regalare al club per cui tifo il maggior incasso della storia (7,5 milioni di euro) e di andare a misurarmi con una nuova realtà”, ricorda Nikola.

Così, nell'agosto 2009, il suo destino si intreccia con la Premier League. Tutto cambia, dal lavoro allo stile di vita. Nel Lancashire c'è un maestro come Sam Allardyce, che dimostra subito di credere in lui ma il salto è grande e a Kalinic serve tempo per ambientarsi. “Quello inglese era un calcio troppo fisico per un giocatore esile come lui”, analizza Tomo. Così, alla fine della stagione, saranno solamente 7 i suoi sigilli in 38 partite. Le cose non migliorano neanche l'anno successivo. Dopo un più che dignitoso ottavo posto in campionato, mister Allardyce paga infatti il cambio di proprietà del club e viene rimpiazzato da Steve Kean. Col nuovo allenatore manca l'intesa e a rendere ancor più in salita il cammino di Nikola ci si mettono pure gli infortuni. “Kean non era per niente adatto alle sue caratteristiche, non mi piaceva il suo modo di vedere il calcio”, sentenzia Erceg. Un'annata da dimenticare: 6 reti in 20 presenze e retrocessione per il Blackburn.

Per Kalinic è già tempo di rifare le valigie. Le offerte non mancano neanche nell'agosto 2011 e la più convincente si rivela quella degli ucraini del Dnipro. E in quel di Dnipropetrovsk la crescita di Kalinic è davvero strabiliante. Dopo aver totalizzato 27 gol nelle prime tre stagioni, il quarto anno è quello della consacrazione. 19 gol in 47 gare e mercato che torna a bussare.

Turchia e Russia. Il Galatasaray offre 9 milioni di euro, ma poi ecco la telefonata, decisiva, di Paulo Sousa. “Il tecnico della Fiorentina mi convinse subito – dichiara Tomislav -. Mi chiamò e mi disse che voleva Kalinic a Firenze e che con lui avrebbe potuto esprimere tutto il suo potenziale. Da lì l'aspetto economico è passato in secondo piano e sia io che il giocatore abbiamo deciso di sposare il progetto dei viola”.