PARISI A FV, CAPISCO LA SCELTA DI ALIA. COMMISSO? COLPITA IN POSITIVO. JUVE E ARSENAL...
Fonte: Ha collaborato Mattia Verdorale
Ci accoglie con un sorriso che dimostra la serenità che regna in casa Fiorentina Women's a due giorni dalla sfida di Champions League contro l'Arsenal, la centrocampista Alice Parisi. Una giocatrice che in viola ne ha viste tante: dall'emozione dello scudetto a quella dell'esordio europeo, passando per un infortunio che ha messo a dura prova la sua resistenza. Ora è uno dei pilastri della squadra di Cincotta, e a FirenzeViola.it racconta in esclusiva il suo passato, il suo presente e il suo futuro. Queste le sue parole.
Parisi, come si sente alla vigilia di una partita e di un campionato più difficile che mai?
"Sono carica. È già il secondo anno che iniziamo con la partita di Champions: da una parte è bello, dall'altra è un po' un terno al lotto perché non sai come sarà. Siamo tutte motivate e felici di giocare a casa nostra l'andata, davanti ai nostri tifosi gli stimoli sono tantissimi. Non vediamo l'ora che sia giovedì sera".
Anche se l'impegno poteva essere più semplice...
"È il terzo anno in Champions e fa un po' ridere che abbiamo trovato da testa di serie la squadra più forte che potevi pescare. Però questa è l'Europa: se vuoi competere ad alti livelli, devi essere pronto a giocare contro tutti. Sarà un bel test, iniziare bene contro l'Arsenal sarebbe un grande segnale anche per il movimento italiano".
Un movimento italiano che quest'estate ha avuto un boom con il Mondiale.
"È stato un sogno che si è realizzato, per tutte. La cosa più bella è stata che almeno io in Francia ho sentito di portare le mie origini, i miei primi calci e le prime ragazze con cui ho giocato a Trento. Sentivo di portare con me tutto il calcio femminile italiano. È stato il regalo più grande. Poi, per il momento in cui è il calcio femminile ad oggi ho toccato con mano quanto questo movimento sta crescendo in maniera veloce. Anche se ha bisogno ancora di investimenti e di strutture, però tutto torna indietro".
Una delle protagoniste del Mondiale è stata Alia Guagni. Come avete vissuto la sua scelta di restare a Firenze e rifiutare il Real Madrid?
"Il bello è che lei è rimasta uguale. La scelta che ha fatto ha reso felici noi giocatrici, la società e i tifosi. Io non sono di Firenze, è il mio quarto anno qua ma capisco la scelta che ha preso: Firenze ti regala qualcosa che secondo me pochi altri posti ti danno. La scelta di cuore la sento dentro anche io, è stata importante".
È successo qualcosa di simile anche a lei quest'estate? Ha avuto proposte da altre squadre?
"Io ho scelto Firenze da quando sono rientrata dall'infortunio. Quello che mi ha dato la città, la società e i tifosi mi hanno portato a scegliere la Fiorentina. Io mi sento a casa qui e non c'è stato neanche il pensiero di vedere cosa c'è intorno. La scelta di restare l'ho presa da tempo".
Parlando dello spogliatoio invece, chi è la più seria e chi la più scherzosa?
"La più seria sono io (ride, ndr). Sono il supervisore di tutte. Poi devo dire che l'arrivo di Paloma (Lázaro, ndr) ci ha dato una gioia, un entusiasmo che in un campionato che si prospetta più teso che mai ci potrà far comodo che mai. Queste persone nello spogliatoio fanno bene".
Fuori dal calcio ci sono due episodi da sottolineare: il primo è la comparsa come controfigura di Belen Rodriguez..
"Mannaggia, me l'ero dimenticato. È la cosa meno importante della mia carriera (ride, ndr). C'erano una serie di coincidenze che alla fine mi hanno portato a farlo per un evento di calcio femminile che partiva in quei mesi. Non sono una persona social e non è il mio mondo, però mi è servito anche per capire che non è il mio mondo".
E della carriera da infermiera invece cosa ci dice?
"Quella è stata una delle esperienze più belle della mia vita. All'inizio il calcio non era sicuro che mi potesse dare da vivere, quindi volevo alzare l'asticella e aprirmi una strada nella carriera medica. È stata dura ma mi sono innamorata del lavoro, anche se ci devi essere portato. Rinunciai alla Nazionale ma non ho smesso di giocare per fortuna. Oggi comunque non sarebbe possibile. Finita l'università poi è arrivata la Fiorentina e mi son detta: non è il momento di smettere. E sono venuta a Firenze".
E sul suo futuro?
"Tutto può succedere. Io non so quando smetterò di giocare, ma il pensiero di poter terminare la mia carriera a Firenze mi fa sorridere. Spostarmi non rientra tra i miei progetti al momento. Quello che sarà dopo si vedrà: ne ho viste tante e non posso decidere ora cosa sarà. Sicuramente una possibilità al mondo dell'essere infermiera la darò".
Per quanto riguarda i maschi, volevamo chiederle un consiglio per battere la Juventus. Magari ne hanno bisogno...
"Credo che subito così all'inizio un Fiorentina-Juventus, visto l'entusiasmo che c'è in città, sarà una partita nella quale più degli altri anni i giocatori sentiranno il calore e la spinta di noi che siamo qui a guardarli. Mi ha colpito la voglia di fare bene che c'è ed è bello vedere tanti giocatori delle giovanili. Posso solo dirgli di divertirsi e dare il massimo".
Ultima domanda sulla nuova proprietà. Che sensazioni le ha dato?
"Sono colpita in positivo. L'entusiasmo e la presenza della proprietà sono palpabili, dall'esterno come dall'interno. Loro vengono dall'America, dove il calcio femminile è importantissimo: per noi questo non può che far sperare in meglio. I segnali ci sono tutti".