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PASTORIN A FV, IL SOUSA-PRIVATO CHE AMA PESSOA E SOGNAVA DI FARE IL MAESTRO

di Andrea Giannattasio

Del Paulo Sousa allenatore, ormai, quasi tutto è stato detto e scritto. Persona concreta, capace di adattarsi a più tipi di calcio e con una filosofia non troppo distante dal calcio di Vincenzo Montella. Ancora però, poco pochissimo sappiamo del Sousa al di fuori del rettangolo di gioco, visto che - al di là della parentesi italiana dal 1996 al 2000 - tutta la carriera del portoghese, da giocatore e soprattutto da allenatore, è legata a mezza Europa. Per provare quindi a tracciare un profilo più completo del futuro allenatore della Fiorentina, Firenzeviola.it ha interpellato il giornalista e scrittore Darwin Pastorin, grande amico di Sousa fin dai tempi della sua militanza allo Sporting Lisbona, che ci ha rivelato alcuni interessanti particolari sulla vita privata del tecnico, pronto ad accettare la sfida di Firenze.

Pastorin, si aspettava di rivedere Paulo Sousa in Italia così presto?
“Conosco molto bene Paulo fin dai tempi della sua esperienza allo Sporting e di lui posso solo dire che si tratta di una persona per bene ed intelligente. Ha un’indole vincente, visto che ha vinto praticamente tutto da giocatore ma anche da tecnico è risultato vittorioso in tre Paesi diversi come Ungheria, Israele e Svizzera. Se devo dire la mia, reputo Paulo Sousa un acquisto straordinario da parte della Fiorentina, un uomo, prima che di calcio, di cultura ed intelligenza, che è sempre rimasto legato all’Italia: sapevo che prima o poi sarebbe tornato”.

Cosa ci può dire della vita privata di Sousa?
“Paulo è un personaggio davvero a tutto tondo, se si pensa che lui da bambino non voleva fare il calciatore ma sognava di diventare maestro di scuola. Da questo suo interesse per la cultura è nata la nostra lunga amicizia: ricordo ancora che iniziai a regalargli alcuni libri di Tabucchi (che era peraltro un grande tifoso viola) e col tempo iniziammo a parlare in modo più vasto di letteratura, arrivando fino a Fernando Pessoa, il mito della sua terra”.

In fatto di cultura, dunque, Firenze potrebbe essere un posto perfetto...
“Assolutamente sì: Paulo ama vivere in posti che abbiano questa forte componente culturale e penso che Firenze potrà essere l’ideale per lui: Sousa, del resto, non ha mai nascosto di voler un giorno scrivere dei romanzi e di aprire una sua casa editrice. Chissà che a Firenze non possa trovare il suo habitat più giusto: i tifosi viola rimarranno davvero sorpresi da lui, nonostante l'accoglienza che gli è stata già riservata”.

Parlando di calcio, c’è un allenatore a suo avviso che più ha inciso nella formazione di Sousa?
“Sicuramente Marcello Lippi, un altro toscano ed un vincente di natura come lui. Contrariamente a quello che si dice, Sousa conosce molto bene il calcio italiano e anche se sono ormai molti anni che non lavora più nel nostro Paese, posso assicurare che si è sempre tenuto informato, studiando e leggendo molto del nostro campionato”.

Che calcio si devono aspettare i tifosi viola da Sousa?
“Un mix di fantasia e concretezza, penso sia la definizione migliore. Ripeto, Sousa per Firenze sarà una scommessa vincente perché il calcio italiano gli è rimasto dentro. E sulla panchina viola, lo farà vedere”.