PETRACHI A RFV: "PARISI COLPO DA PRIME 4 SQUADRE. A PRAGA NON FU COLPA DI ITALIANO. ROCCO MI PIACE"
Fabiano Parisi è il primo colpo della Fiorentina 2023/24. Un innesto con cui i viola voglio alzare il livello della rosa, dopo un'annata conclusa con due finali perse ma con Vincenzo Italiano ancora al timone della squadra. Di questo e altro, in esclusiva a Radio FirenzeViola, ha parlato un grande direttore sportivo come Gianluca Petrachi. Che parte proprio commentando l'arrivo di Parisi:
È un grande colpo per i viola?
“A mio avviso sì. È un profilo da Juventus, da prime quattro squadre. Tre anni fa ne parlavo con i miei scout, lo avrei preso a occhi chiusi. La Fiorentina in questo momento è la dimensione giusta per lui, per fare quello step in avanti nella sua crescita. In più credo che con un allenatore bravo come Italiano possa essere un valore aggiunto. Come potenziale di crescita, ci sono quei giocatori su cui uno dice “questo può lottare per non retrocedere, questo può arrivare nelle prime quattro squadre”. Ecco, Parisi è uno da Inter, Milan. Juventus. La Fiorentina ha fatto un grande colpo. Oggi, trovare terzini che sappiano portare palla ed entrare dentro al campo, specie per chi ama partire dal basso, è una manna dal cielo, perché creano superiorità numerica”.
Come vede il ballottaggio tra lui e Biraghi?
“Io sono dell’avviso che più c’è concorrenza e più si alza il livello. Se io dietro ho un esterno che sulla carta è inferiore a me, tendo a non metterci un’attenzione altissima. Se invece ho uno che la domenica mi mette in panchina, è evidente che il mio approccio in allenamento si alza in maniera considerevole. Non credo proprio si creino delle tensioni tra i due, anche perché Biraghi è un ragazzo per bene, il capitano, non penso che creerebbe una situazione di potenziale disagio. Se vede che il suo compagno è più forte di lui, ed è da vedere, come tutti gli altri giocatori sarà il primo a rendersene conto. Alla fine, chi non è onesto con sé stesso si crea degli alibi. Quei giocatori non vanno bene, a prescindere”.
In attacco punterebbe ancora su Cabral e Jovic?
“È una decisione prettamente della società. Poi, comunque, il potenziale si vede in partita ma soprattutto in allenamento, e uno straniero ci sta che abbia bisogno di tempo per crescere e imparare. Se Italiano si è reso conto con la società che sono giocatori su cui puntare, con un anno in più sulle spalle a livello tattico, possono essere dei giocatori che quest’anno possono fare molto meglio. Sicuramente hanno alternato entrambi, c’è stato un momento in cui Cabral non la strusciava e poi ha cominciato a segnare. C'è stato un momento in cui Jovic faceva tutto bene e gli mancava il gol, altri in cui sembrava il valore aggiunto”.
Dia della Salernitana sarebbe un grande acquisto?
“Ha caratteristiche diverse sia da Jovic che da Cabral. Farebbe comodo a diverse squadre, sa attaccare la profondità e ha qualità tecnica. È un giocatore che difficilmente riesci a battezzare, perché quando pensi che sta facendo una cosa, ne sviluppa subito un’altra. Co determinate attitudini. In ogni caso, uno come Dia alla Fiorentina farebbe comodo”.
Amrabat invece partirà. È veramente un giocatore da top club? E la Fiorentina con chi lo dovrebbe sostituire? Hjulmand può essere il profilo giusto?
“Amrabat è un giocatore completamente diverso da Hjulmand. I dettagli nel calcio fanno la differenza. Che Amrabat possa essere un giocatore da grande squadra va contestualizzato, va dato all’allenatore giusto. Quello che in quel ruolo preciso cerca quel tipo di giocatore. Amrabat in un centrocampo a due fa più fatica, se lo metti a far girare la palla allora può essere da grande squadra, perché ha personalità, “palle” come di dice nel calcio. Hjulmand è un giocatore diverso, è un recuperatore di palloni, un mediano. È un moto perpetuo. Magari Amrabat fa un lancio di 40 metri e apre il campo, Hjulmand magari lo fa di 15 metri ma recupera 10 palloni in più. Hjulmand però è un giocatore che nella Fiorentina ci può stare benissimo, ma mi pare più vicino a Barak per caratteristiche., anche se il ceco ha qualche assist in più. Però parliamo di mediani, non di registi”.
Cosa ne pensa della gestione Commisso?
“La Fiorentina è stata una delle squadre che ha fatto più investimenti negli ultimi 5 anni. Da quando Commisso è arrivato ha messo tanti soldi, gli va dato atto di questo. Ha fatto questo centro sportivo che tutti mi dicono sia eccezionale, per cui si è messo nella condizione di voler far crescere il club per portarlo ai vertici. Poi mi è simpatico, perché dice sempre ciò che pensa senza peli sulla lingua, questa cosa in un calcio un po’ bigotto mi pace. Se ne prende le sue responsabilità, ma a mio avviso ha fatto tanto e sta facendo tanto. Io credo che la Fiorentina debba crescere ancora, è una piazza che può essere la mina vagante in campionato e in Europa. Ha un allenatore, lo dico da diversi anni, che ha coraggio. Gioca la partita sempre per vincere, e per me questo è tanta roba. È stato un po’ criticato per come ha perso la finale di Conference, perché i suoi centrali erano altissimi, ma lì c’è stato un errore tecnico. C'entra poco l’allenatore. Poi se giriamo l’azione al contrario, la stessa azione, in cui uno in mezzo al campo si gira e ruba palla, sarebbe potuta accadere anche pochi minuti prima. Il calcio è fatto di episodi, ma il coraggio di Italiano, mischiato alla sua esuberanza, mi piace molto. E credo che con anni di lavoro, la Fiorentina possa giocare ancora più a memoria e dare fastidio a tutti”.