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PRANDELLI A FV, CICCIO CUORE VIOLA, MI MANCA GIÀ: E QUELLE NOSTRE LITIGATE...

di Andrea Giannattasio

“Già mi mancava prima, figuriamoci adesso. Ciccio, ci hai combinato davvero uno scherzo dei tuoi”. A parlare, con la voce ancora rotta dalla commozione, è Cesare Prandelli. Amico, prima che allenatore di calcio, per Sandro Rialti, che ci ha lasciato all’improvviso domenica sera. Nemmeno il tempo di salutare chi per una vita gli è stato vicino. O chi, come il tecnico di Orzinuovi, ha condiviso una parentesi importante della propria carriera a Firenze con la storica firma de Il Corriere dello Sport-Stadio: “Alessandro era un amico vero al di là di quella che era la sua professione di giornalista” racconta in esclusiva Prandelli a Firenzeviola.it, dopo 24 ore di silenzio in cui ha scelto di elaborare il lutto. “Abbiamo spesso discusso, ci siamo incazzati anche con toni forti ma dopo due giorni riuscivamo sempre a fare la pace”.

Lei che lo ha conosciuto in profondo ha capito davvero chi è stato Sandro?
“Un cuore viola vero, puro. Senza compromessi. È sempre stato un prima linea nel sostenere certe tesi perché lui alla Fiorentina ci teneva davvero. Aveva un carisma pazzesco e anche per questo dalle proprietà era tenuto in grande considerazione: sapevano bene che se scriveva qualcosa, non raccoglieva solo il suo di sentimento ma quello di un’intera città. Nulla era lasciato al caso nei suoi articoli: il suo pensiero era di quelli pesanti. E poi aveva davvero una passione incredibile per l’arte, per i suoi tanto amati acquerelli: spesso ci incontravamo in alcune mostre a Firenze e parlavamo a lungo. Sono davvero dispiaciuto della sua morte: è come se se ne fosse andato un mio parente”.

Cosa si porterà nel cuore di Alessandro?
“Una grande amicizia, vissuta in modo nostro. Con lealtà, sempre. E non fanno testo le nostre litigate: dopo uno, al massimo due giorni ricevevo sempre una telefonata da lui per chiarirsi. Oppure chiamavo io lui. Il nostro rapporto era così”.

Sandro, purtroppo, non potrà avere un addio come si deve per la pandemia in atto. Cosa è giusto fare quando tutto sarà tornato alla normalità?
“Sicuramente deve essere fatto qualcosa di importante per tutti. Una cerimonia o una manifestazione per ricordarlo come si deve. Quando sarà finito questo dramma, dovremo tutti ripartire. E lui sarà lì con noi. Col suo immenso cuore viola”.