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PRES. ATF A FV, 7000 ABBONATI A CASA È LA VERA CONTESTAZIONE

di Dimitri Conti

Federico De Sinopoli, presidente dell'ATF, Associazione Tifosi Fiorentini, ha parlato in esclusiva ai microfoni di FirenzeViola.it, parlando di come stia vivendo la tifoseria organizzata viola questo momento di transizione e di stanca in casa Fiorentina:

Con i cugini dell'Empoli è arrivata la prima sconfitta in casa. Forse la più dolorosa, visto che è giunta per mano di un ex storico come Pasqual...
"Un po' si è stemperata con il passare dei giorni, anche se ha determinato le scelte dei tifosi. Su Pasqual dico che non si è alzata nessuna polemica: è un professionista ed è giusto che debba pensare alla sua carriera".

A proposito delle scelte dei tifosi: nell'anticipo serale arriva l'Inter. Che affluenza è da attendersi?
"La richiesta dei biglietti la definirei decorosa, non di più. Non da partita di cartello: al massimo si arriverà a quota 30.000 presenti, e anche dell'Inter saranno in pochi, ad oggi 800. Lo scollamento si registra in queste situazioni, dove la gente preferisce andare al mare o fare altro, visto che il campionato non ha più nulla da dire".

Ma, visto l'andamento negativo di questa stagione, è lecito attendersi una qualsivoglia forma di protesta?
"La presa di posizione è già in atto. Faccio per dire, ma nelle ultime due partite c'è una fetta di abbonati che non è venuta. Si parla di 7000 assenti su 27.000, non sono piccole cifre. Non è una questione di fare striscioni o di intonare il coro: anche non andare è una forma di contestazione, ed è molto rumorosa. L'allontanamento è già in corso dalla scorsa stagione. Firenze è sempre stata una piazza molto legata alla sua squadra, ma anche l'anno scorso, quando i viola sono stati primi, non si registrava mai il tutto esaurito. La gestione non piace, anche se negli ultimi tempi qualcosa hanno recuperato. D'altronde se neanche il proprietario viene allo stadio, allora di rimando il tifoso più tiepido non partecipa. Dovranno lavorare molto per recuperare l'affetto".

Come ripartirebbe le colpe di quest'annata modesta?
"È una concatenazione. Sousa è scontento perché non gli sono arrivate le attenzioni che voleva, e automaticamente anche i giocatori finiscono con il seguire le sue sensazioni. Il direttore sportivo agisce sì in base al suo credo, ma anche agli input societari. E la società guarda all'aspetto economico, inevitabilmente. È una spirale. Chiaro che con Gomez, Rossi e Cuadrado acquistati insieme arrivino a cascata le cose buone, ma con Milic, Toledo e Maxi Olivera...".

Un aspetto buono però è rappresentato dal ritorno in società di Antognoni, vera bandiera viola vivente. C'è qualcuno in questa rosa che secondo lei può provare a ripercorrere le sue orme?
"Le bandiere si dicono tali quando dedicano tutta la carriera, o una buona parte, a quella maglia. Si sente parlare di Bernardeschi e Chiesa come nuove bandiere, ma lo saranno se tra dieci anni giocheranno ancora qui. Toni, che pure tanti gol ha fatto, non era una bandiera per esempio, a differenza di Batistuta e Antognoni. Sul ritorno di quest'ultimo dico che è un bene che si ricerchi l'identità, è una cosa che la piazza si augurava da tempo. Ora anche lui potrà dare il suo contributo, e spero che all'interno della Fiorentina vengano ascoltati i suoi problemi".