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PRES. ATF A FV, ABBONAMENTI? IL BOOM NON MI SORPRENDE, FIRENZE SI È RIACCESA. SERVE...

di Niccolò Santi

Non è passato inosservato il boom di abbonamenti delineatosi non appena la campagna ha aperto i battenti. FirenzeViola.it ne ha voluto parlare in esclusiva con Federico De Sinopoli, presidente dell'ATF (Associazione dei Tifosi Fiorentini).

De Sinopoli, la prevendita degli abbonamenti è partita alla grande: mille solo il primo giorno.
"Non c'è da sorprendersi, poiché si era già intuito che da parte della gente c'era voglia di tornare. Il cambio di proprietà ha risvegliato vecchi amori in tanti tifosi che si erano allontanati: diverse persone, anche da fuori piazza, ci hanno scritto che faranno l'abbonamento. Insomma, c'è un nuovo innamoramento. Non dico che sia giusto o sbagliato nei confronti di quelli che sono rimasti vicini alla squadra anche nei momenti più duri, ma è troppo importante ritrovare tifosi. Anche perché ricordo certe partite degli ultimi anni in cui, nonostante la squadra andasse bene, lo stadio era mezzo vuoto. Ad esempio nel 2016, quando da primi in classifica giocammo contro la Lazio e allo stadio si contarono solo 25mila persone. La nostra forza è la tifoseria, dobbiamo recuperare le generazioni perse".

Il fatto curioso è che ancora non è stato annunciato alcun acquisto. Come si spiega tanto successo?
"Firenze è sempre stata così, ha sempre voluto bene alla squadra. Questa città ha bisogno anche di quel poco di passione, motivazione, e poi va da sola senza problemi. Alla vecchia proprietà bisogna rimproverare proprio questo, perché bastava poco. E' sempre stata molto fredda, poco passionale, e anche quella scarsa passione è stata tarpata dai formalismi. Ora invece è arrivato un uomo schietto e genuino nei modi, nonché molto capace, il quale ha riacceso la piazza".

In quale ambito, nella fattispecie, la nuova proprietà dovrà dimostrare che il vento è cambiato?
"Già in questo tipo di rapporti molto pratici con la piazza. Ovviamente nei mesi di giugno-luglio piace avere una persona che non si sottrae all'abbraccio della città, vivendola. Poi parlerà il campo, ma ci sarà tempo di concedere loro tutte le attenuanti del caso. Non ci si aspetta di fare cose esagerate subito al primo anno, ma già rientrare tra le prime sette/otto squadre sarà importante. Dobbiamo, infatti, tenere presente che la Fiorentina ripartirà da un sedicesimo posto. Poi, riallineata la griglia di partenza, dall'anno successivo la speranza è quella di poter puntare all'Europa, con uno spirito di novità".

Crede che con la tifoseria possa aprirsi una nuova era di complicità e collaborazione?
"E' ciò che mi auguro, anche se ancora non ho mezzi per poterlo capire. Però penso proprio di sì. Quegli altri (i Della Valle, ndr) ci chiamavano clienti, ma a Firenze c'è una bella struttura del tifo, anche molto attiva. La città è colma di energie da sfruttare, che possono andare nella stessa direzione. C'è voglia di inorgoglirsi con i risultati. Poi bisognerà riprendere alcune abitudini perse".

Prego.
"Servirà ricominciare a fare il tour delle province con amichevoli nella nostra regione, cosa che faceva tanto bene. Poi riprendere il dominio nei rapporti con le piccole società della Toscana: questo perché, se c'è un giovane bravo sul serio, deve finire alla Fiorentina. Non si può sentire che alla Rufina c'è l'Udinese... La territorialità è importante".