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PRES. VIOLA CLUB NY A FV, COMMISSO ZIO DI TUTTI NOI. CON LO STADIO POTREMMO SOGNARE

di Giacomo Iacobellis

Rocco Commisso compie oggi un anno alla guida della Fiorentina e, su FirenzeViola.it, abbiamo cercato quindi di analizzare a 360° l'impatto del tycoon sulla società viola, ma anche su Firenze e i tifosi. Ne abbiamo parlato proprio con chi ha seguito da vicino, vicinissimo, l'avvento dell'imprenditore italo-americano nel mondo gigliato: il presidente del Viola Club di New York, Alessandro Sisto.

Alessandro, qual è il tuo primo ricordo legato a Commisso e al suo scoppiettante approdo nell'universo Fiorentina?
"È stato incredibile! Pensate che conobbi Barone già un anno-un anno e mezzo prima dell'acquisto della Fiorentina, eravamo a una riunione con tutti i presidenti dei vari club di tifosi a New York. Barone e Commisso volevano usare i loro NY Cosmos come centro di aggregazione per tutti i fan della Serie A. La serata fu molto divertente e scherzosa, ognuno di noi ovviamente ironizzava sulla propria squadra del cuore e le sue dirette avversarie. Ricordo bene che prima di tornare a casa andai da Barone e ci scambiammo i contatti per eventuali iniziative future. Quando poi, molto tempo dopo, Barone venne avvistato al Franchi, gli mandai quindi un messaggio a nome del Viola Club...".

E lui?
"Era passata circa una settimana, poi ecco la risposta che stavamo aspettando: 'Alessandro, piacere di risentirti. Se tutto andrà bene, ci sentiremo presto'. Fu un bel segnale, da quel momento ho iniziato a capire davvero che da parte di Commisso c'era molto più di un interessamento nei confronti della Fiorentina. Lì per lì non ho saputo più niente, ma già il giorno dopo l'ufficialità della vendita Barone mi chiamò per organizzare un evento di presentazione col Viola Club. Nel giro di una sola settimana abbiamo preparato una splendida serata senza precedenti, in un ristorante toscano, a Manhattan".

Con Commisso protagonista assoluto...
"Rocco si è posto fin da subito in modo diretto, con tutti noi: sembrava uno zio acquisito e già quella notte ci raccontava un sacco di aneddoti dei suoi. Siamo rimasti davvero colpiti da questa vicinanza, da questo affetto, da questa passione genuina".

Che bilancio fai del primo anno di Commisso?
"Un bilancio pienamente in linea con le aspettative. Commisso ci aveva avvertiti tutti, già dall'evento a Manhattan: 'Questo primo anno mi servirà per imparare', diceva sempre. E così è stato, perché il patron e i suoi hanno imparato a conoscere il mondo Fiorentina e il mondo Serie A più in generale. Questa stagione è servita per mettere le basi per poi ripartire alla grande già dalla prossima. Sapevamo tutti che questo sarebbe stato l'anno zero".

Qual è, infine, la tua speranza futura in chiave Fiorentina?
"Spero prima di tutto che si risolva in fretta la questione stadio. Poi mi aspetto di togliermi ovviamente anche qualche soddisfazione da tifoso: le premesse ci sono tutte, la volontà e i mezzi finanziari pure. Non vedo motivi insomma per non sognare, ma il nodo stadio è fondamentale. Sarebbe il ritorno di cui Commisso ha bisogno per farci definitivamente spiccare il volo".