RAVETTA A FV, Grazie viola: posso camminare
Fonte: a cura di Riccardo Barlacchi
La storia di Francesco Ravetta è inevitabilmente divenuta famosa come esempio di resilienza, dedizione e spettacolare forza di volontà. Il 20 settembre 2009, Francesco ha un attacco di sonnambulismo a causa del forte stress per il lavoro. Nella notte si alza nel sonno e cade dalla finestra, risvegliandosi all’ospedale. I medici gli dicono che non sarebbe più tornato a camminare. Lui non si dà per vinto. Dopo un anno e mezzo prende la patente per la guida speciale, un piccolo passo per risalire la china. Ciò che rende tutto ciò ancora più emozionante è la passione di Francesco per la Fiorentina che lo ha accompagnato negli 11 anni di lavoro per tornare progressivamente sulle proprie gambe. “Mio padre tifava Fiorentina e mi ha trasmesso questa passione. Mio zio ha provato a deviarmi verso l’Inter, mia mamma verso il Milan, ma al cuore non si comanda”, afferma Francesco ai microfoni di FirenzeViola.it. Ora riesce a camminare con l’aiuto delle stampelle e ha deciso di raccontarci questo grande progresso.
Ci parli della sua riabilitazione, 11 anni di allenamento sono tanti…
“Ho avuto la fortuna di avere una grande famiglia alle spalle. Ho sempre visto mio padre farsi in quattro, quindi non mi è mai mancata la determinazione. La cosa più difficile è stato capire cosa mi era successo. Ero uno che si allenava tanto. Mi sono ritrovato con la mente di uno sportivo, ma col corpo che non rispondeva più. Quindi ogni notte continuavo a provare a muovermi finché non si è mosso qualcosa. In 11 anni, inoltre, non ho sempre avuto la voglia di far ginnastica. Ho fatto tra le 4 e le 8 ore di attività al giorno. Anche quando non avevo voglia, mi dicevo ‘Pensa a quelli ancora più sfortunati di te e vai a raccontare loro che non hai voglia di fare ginnastica’”.
Che ruolo ha giocato il suo tifo per la Fiorentina nelle sue condizioni?
“È stata una manna dal cielo, una boccata d’aria. Partire da solo e arrivare al “Franchi” ti fa sentire libero. A Firenze ho creato molti legami e ho avuto sempre tanta fortuna nell’incontrare le persone. Sono riuscito anche a parlare con la squadra al centro sportivo durante la prima gestione Sousa”.
Segue ancora con grande attenzione i viola?
“Assolutamente sì. Ora che cammino non vado più nel settore dei disabili, vado direttamente nel settore ospiti con le stampelle, anche se il mio tifo è un po’ strano: più che che guardare la partita osservo la curva. Tempo fa, durante una partita I ragazzi dell’Unonoveduesei mi hanno preso dalla Maratona e mi hanno portato di peso in mezzo alla Curva Fiesole. È stato il regalo più grande che mi potessero fare. Stare con la curva è bellissimo”.
Cosa ne pensa della squadra di questa stagione?
“La Fiorentina ha un bel gruppo. Sono curioso di vedere questo nuovo centrocampo. Sono rimasto stregato da Amrabat. Il suo acquisto mi ha colpito. Penso che quest’anno si possa creare un bel gruppo come nei tre anni con Montella. Ora che è anche tornato Borja Valero…”
C’è un giocatore che le piace in particolare e, se sì, perché?
“Io ho sempre amato il pallone, quando giocavo con la mia squadra avevo sotto la mia maglia, quella di Frey. Per me era un idolo. Nella Fiorentina di ora mi piacciono Castrovilli e Milenkovic, anche se di idoli in attività non ne ho”.
Le piacerebbe incontrare Commisso e la dirigenza?
“Non ci ho mai pensato, ma mi piacerebbe senz’altro”.
Che effetto le ha fatto il nuovo presidente?
“Sono soddisfatto di questa dirigenza. Ho solo paura che il presidente si stufi, perché a Firenze la questione stadio sta destabilizzando l’ambiente. Non so quanto convenga a Commisso il restyling del Franchi. Lui, da imprenditore ha bisogno di entrate. Ho paura che se non gli facciano fare lo stadio il presidente se ne possa andare. Sarebbe un peccato perché ha soldi a disposizione. Se resiste ancora per due o tre anni avremo dei grossi benefici. Si vede che il presidente tiene alla Fiorentina”.
Quale obiettivo massimo può porsi la la squadra?
“Penso che almeno l’Europa League si possa puntare. Ce la possiamo fare”.