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SARTORI A FV, Papa Waigo ci piace ancora

di Marco Conterio

Chi lo dice che le "bandiere" non esistono più? Provate a chiederlo a Giovanni Sartori. Cinque stagioni da giocatore al Chievo Verona, due da vice-allenatore e, dal 1992, direttore sportivo per scelta del presidente Luca Campedelli. Grande scopritore di talenti, da Corini a Corradi, da Perrotta a Pellissier, è sempre l'uomo mercato dei "Mussi Volanti" ed in esclusiva per Firenzeviola.it analizza il mercato dei gialloblù, con un occhio di riguardo per il capitolo Fiorentina. "Mi permetta un appunto, prima.."

Prego.
"Di calcio giocato non parlo. E' più giusto che sia il nostro tecnico, Beppe Iachini, a farlo".

Saggia scelta. Passiamo dritti al capitolo che la riguarda da vicino: il mercato. Soddisfatto della campagna estiva che ha condotto?
"Abbiamo portato avanti un mercato senza grandi possibilità economiche, condizionati purtroppo dalla retrocessione dell'anno precedente. Ci siamo però prefissati degli obiettivi, che rientrassero nei nostri parametri economico-tattici, e li abbiamo raggiunti".

Dall'usato sicuro come Esposito, all'esperienza di Yepes, dunque..
"Esatto. Pinzi, Langella ed Esposito sono tre giocatori che trovavano poco spazio nei rispettivi club e che monitoravamo da tempo. Poi Morero e Yepes: sono stati scelti anche perché a parametro zero. Non li conoscevamo moltissimo, ma avevamo molti dvd e cassette a disposizione e la scelta è ricaduta su di loro".

Intanto è arrivato all'ombra dell'Arena anche un certo "Foquinha" Kerlon...
"E' stata un'operazione fatta in accordo con l'Inter, in stile Obinna, suggeritaci dal club nerazzurro. E' ancora indietro di condizione, i nostri medici ci hanno detto che dovremo aspettare almeno un mese prima di averlo a disposizione, visto che si è operato al crociato recentemente".

Arrivi, sì, ma anche conferme importanti, come quella di Pellissier.
"Il nostro obiettivo era quello di tenere i 14-15 titolari e di sostituire i giocatori meno utilizzati. Abbiamo creato così una rosa di 24-25 giocatori titolari, raggiungendo la meta che ci eravamo prefissati. Se abbiamo lavorato bene, ora sarà solo il campo a dirlo..."

Intanto, avete messo in cascina 5 punti, mettendovi alle spalle molte squadre..
"E' ancora presto per promuoverci o per bocciarci. Aspettiamo, aspettiamo. I conti si fanno alla fine, i campionati in fondo si decidono spesso all'ultima domenica..."

Chi è già stato promosso, intanto, sono i vostri tifosi, eletti ancora una volta tra i migliori d'Italia.
"Fanno piacere e siamo orgogliosi del progetto che stiamo portando avanti. Un progetto fatto di giovani, famiglie, scuole calcio, che sta ottenendo risultati importanti".

In questo, possiamo dire con certezza che il vostro progetto è simile alla visione del calcio del Della Valle.
"Certo: vogliamo anche noi una tifoseria tranquilla ed uno stadio sicuro, dove la gente possa venire serenamente, per godersi magari anche un bellissimo spettacolo".

Capitolo Semioli: lei conosce bene il giocatore. Come si spiega questo momento di difficoltà in riva all'Arno?
"Non riesco a capire perché non trovi spazio. Forse, credo, è dovuto ad una condizione fisica ancora non ottimale. Il giocatore, in condizioni normali, se la può giocare anche se non posso dire se possa fare il titolare, visto che non è il mio compito. Domenica però è rientrato ed ha fatto bene, spero abbia risolto e che diventi un'alternativa importante per la Fiorentina".

Nelle gerarchie, dopo Semioli, c'è un certo Papa Waigo, che in estate è sembrato vicinissimo a vestire la maglia del Chievo. Sogno sfumato o ci fate sempre un pensierino?
"Ci è sempre piaciuto, dai tempi del Verona. Poi è andato a Cesena, poi al Genoa, e poi a Firenze, ma non abbiamo mai smesso di seguirlo. Ci piaceva e ci piace tuttora..."

Porte aperte per gennaio, dunque?
"Speriamo di non aver bisogno di fare inserimenti, ma nel caso dovessimo farlo, sarebbe tra i giocatori che seguiremmo con maggior attenzione".