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SONETTI A FV, Quei consigli a Zenga sul ruolo di Vargas...

di Marco Conterio

La domanda è lecita: quando vedremo Savio N'Sereko in prima squadra? Sparute apparizioni in Primavera, problemi di infortuni prima e febbre poi, hanno sinora relegato il baby-tedesco ad un ruolo più che marginale nella storia attuale della Fiorentina. "Eppure in B, con me, ha fatto grandi cose" commenta in esclusiva a Firenzeviola.it uno dei decani della panchina e tecnico che ha valorizzato Savio ai tempi del Brescia, Nedo Sonetti. Che, nel corso della chiacchierata, svela anche un curioso retroscena sul ruolo di esterno alto di Juan Manuel Vargas...

Partiamo proprio dall'esperienza con le Rondinelle, dove Savio era uno degli uomini in più del suo undici.
"Ha fatto più che bene con me a Brescia. Le dirò di più: dopo che partì per l'Inghilterra, per il West Ham, a gennaio, la squadra non fu più la stessa. Presi il club in corsa e lo trovai undicesimo, arrivammo in testa alla classifica, ma dopo che se ne andò non riuscimmo più a trovare la giusta quadratura, soprattutto in quella posizione".

Firenze si interroga: che giocatore è Savio?
"Ha buone qualità, rapido, veloce, abile nell'uno contro uno e nell'arrivare al cross a fondo campo. Al Brescia dette un grande apporto, è sicuramente un giovane interessante, da tenere d'occhio per il futuro".

Un novello Jovetic, magari?
"Guardi, come posizione è completamente differente. E' perfetto per il 4-2-3-1 di Prandelli, nel ruolo di esterno, certo è che non ha la classe cristallina di Jovetic ma c'è ottimo materiale sul quale lavorare".

Difficile scalzare Vargas da quella posizione, però...
"Ora il peruviano ha preso completa fiducia nei suoi mezzi. Prima aveva difficoltà da esterno basso, sia la scorsa stagione a Firenze che ai tempi di Catania. A proposito del suo ruolo negli etnei...".

Il taccuino è aperto.
"Partiamo da un presupposto: il primo a cambiargli posizione fu Zenga e quella fu una sua intuizione. Però ne parlai a lungo con Walter, con il quale c'è un rapporto particolare, molto bello, e gli dissi che era una mossa intelligente, che mi sembrava assolutamente la posizione migliore dove Vargas poteva rendere al massimo e gli ho consigliato di tenerlo alto".

Merito anche suo, quindi...
"Merito di Zenga prima e di Prandelli poi. Oltre che di Vargas, s'intende: io mi limitai solo a valutare e suggerire al tecnico del Catania di proseguire su quella strada...".