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SPECIALE FV, Ljajic il 'nuovo Kaka'

di Marco Conterio

Non solo le scarpette gialle. Ci sono anche il passo felpato, l'occhio sveglio, il tocco di fino. Ci sono tanti aspetti di Adem Ljajic che fanno sognare Firenze. Nuovo Kakà, novello Savicevic, gemello di Jovetic, piccolo Cruijff. Il calcio più di ogni altro sport al mondo è l'arte del tipizzare, del marchiare, del coniare nomignoli e del tratteggiare e dipingere paragoni. Per il giovane serbo sono stati sprecati accostamenti più che pesanti, tutti dal gotha del calcio che è e che fu. "Niente pressioni" il diktat viola a proposito di gesta e speranze su Ljajic, pianticella da crescere sì con cura ma che nei primi passi gigliati ha già dimostrato un talento da enfant prodige. Firenzeviola.it è andata a chiedere pareri ed impressioni a tre firme del giornalismo fiorentino, per avere una fotografia di Adem Ljajic. Scarpette gialle, tocco di fino, occhio sveglio, passo felpato, ma anche un coro unanime. "Niente pressioni, ma vi stupirà".

RICCARDO GALLI (La Nazione)

"E' sicuramente un buon giocatore, che contro il Livorno ed in queste sortite ha fatto vedere cose positive, piccole ma significative. E' molto giovane, ma è già abbastanza in condizione, più giocherà e più si inserirà negli automatismi di Prandelli. E' un giocatore che mi piace, indubbiamente, e credo che non si possa considerare un titolare ma ancora per un breve lasso di tempo: tra tre, quattro partite può esserlo, quando prenderà al meglio confidenza con il resto dei compagni. Ljajic rappresenta un rinforzo importante per il prosieguo della stagione viola".

MATTEO DALLA VITE (Gazzetta dello Sport)

"Considerata l'età, è un ragazzo senza paura, ma evitiamo di mettergli troppe pressioni. Ha il coraggio giusto, ma in quanto a gare e minutaggio deve essere chiaramente usato e dosato con cura. Ci sa fare con entrambi i piedi, vede e punta la porta, credo però che si debba strutturare fisicamente come Keirrison, deve mettere su muscoli e prendere robustezza per resistere agli urti della massima serie. Tutta la squadra ne parla bene, il fatto che abbia tirato la punizione è un segnale piccolo ma indicativo, il gruppo si affida anche a lui. Ljajic nuovo Kakà? E' presto per fare paragoni, ma ha rapidità e capacità di vedere la porta. Sarei curioso di vederlo anche più vicino alla porta, ma in corso d'opera, secondo come si sviluppa il gioco. Deve partire dall'esterno, ha qualità ed imprevedibilità per puntare l'area. Nella Fiorentina lo fa Vargas, lo fa Mutu, serve gente che entri in area per segnare o prendere punizioni da posizioni pericolose".

GIUSEPPE CALABRESE (Repubblica)

"Non è pronto da subito, fisicamente è un po' gracile; servirà del tempo per vederlo al top, anche perché non capisce tanto bene l'italiano e per questo fatica a capire cosa fare in campo. Ha comunque grandi numeri, lo dimostra il fatto che poteva segnare con il Livorno. Il problema della lingua non è un fattore secondario, lo dimostra il fatto che ha giocato sempre insieme a Jovetic; parla spesso con lui, è l'unico che gli possa spiegare i movimenti. A sinistra e destra se la cava bene, è solo un problema di integrazione quello che lo riguarda. La punizione dimostra personalità: come Jovetic, in Serbia ha già giocato ad alti livelli da giovanissimo, non si spaventano di fronte a responsabilità pesanti. Chissà, magari c'è stato anche un pizzico d'incoscienza, ma a me i giocatori così piacciono davvero".