SPECIALE FV, Tutto sugli infortuni dei viola
Frey, De Silvestri, Gamberini, Zanetti, Santana, Mutu, Jovetic: non è una "probabile formazione", ma l’elenco dei giocatori della Fiorentina che in poco più di una settimana si sono fermati per infortuni più o meno gravi. Situazioni diverse tra loro, con Mutu che si è dovuto addirittura operare, Frey che domenica è sceso regolarmente in campo, Zanetti e Jovetic che paiono sulla via del recupero, Santana e Gamberini attesi da un percorso di riabilitazione delicato come accade nel caso degli infortuni muscolari. Situazioni tuttavia che hanno inevitabilmente destato allarme in chi ha a cuore le sorti della squadra viola. Molti hanno puntato l’indice sul tour de force che la squadra di Prandelli ha dovuto affrontare nelle ultime settimane. Sarà veramente così? Per saperne di più, Firenzeviola.it ha contattato due esperti del settore: i preparatori atletici Alberto Bartali, attualmente al Catania, e Alessandro Ciullini, l’anno scorso collaboratore di Angelo Gregucci all’Atalanta, ma con un passato anche nella Fiorentina –con Roberto Mancini in panchina- e nel National di Bucarest, assieme a Walter Zenga. A loro la parola:
La Fiorentina in questo momento ha ben 5 giocatori infortunati e almeno altri due in precarie condizioni fisiche. In molti imputano questa situazione ai numerosi impegni cui è sottoposta la squadra viola…
Bartali: “Esiste una specifica statistica diffusa dalla UEFA che mostra il tasso di infortuni riguardante le squadre che prendono parte alla Champions e all'Europa League; non le conosco a fondo, in quanto noi del Catania non prendiamo parte alle competizioni internazionali, ma mi risulta che le squadre italiane ci rientrino appieno, quindi la situazione che mi avete descritto non mi stupisce particolarmente e soprattutto non vedo motivo di particolare allarme”
Ciullini: “Gli infortuni per noi preparatori sono una vera e propria maledizione; ma purtroppo, pur mettendoci tutto l’impegno possibile e nonostante i nuovi mezzi in nostro possesso, restano all’ordine del giorno, soprattutto quando disputi le competizioni internazionali, cosa che ho notato sia nella mia esperienza a Firenze che, soprattutto, in quella in Romania”.
Secondo voi incide di più l’aumento del numero degli impegni agonistici cui sono sottoposti i giocatori o il diverso tipo di preparazione che comporta la partecipazione alle competizioni internazionali?
Bartali: “Entrambe le cose, alle quali aggiungerei il fatto di giocare in Paesi in cui il clima è particolare, soprattutto negli orari in cui normalmente si disputano gli incontri di coppa”.
Ciullini: “Giocare ogni tre giorni comporta automaticamente il fatto di avere a disposizione poco tempo per allenarsi; in pratica si crea una circolo vizioso: è come un serbatoio che si svuota ma poi non si ha il tempo di riempire”.
Gli spostamenti che le squadre effettuano sempre più spesso secondo voi, oltre che dal punto di vista nervoso, possono creare problemi anche a livello fisico?
Bartali: “Certo. Ad esempio i lunghi spostamenti in aereo o in pullman possono favorire l’insorgere di fastidi di carattere muscolare soprattutto al livello della parte posteriore della coscia. Inoltre dopo i viaggi si cerca di rimettere a posto le cose con dei brevi allenamenti defaticanti che però non sono spesso sufficienti”
Ciullini: “La fatica mentale e quella fisica sono strettamente legate tra loro. Lo stress nervoso che si crea nel giocatore quando è costretto a spostarsi di frequente, soprattutto all’estero, favorisce sicuramente anche l’insorgenza di problemi di carattere strettamente fisico”.
Che la fatica e l’impossibilità di allenarsi regolarmente abbiano una grossa incidenza sugli infortuni di carattere muscolare lo abbiamo quindi assodato. Nella Fiorentina ci sono però anche giocatori, come Mutu, e in parte Frey, De Silvestri e Zanetti, che hanno o hanno avuto problemi di carattere diverso. Anche in questi casi i frequenti impegni possono giocare un ruolo importante?
Bartali: “Le situazioni di cui abbiamo parlato finora riguardano in effetti i problemi di carattere mio-tendineo; per quanto riguarda quelli a livello osteo-articolare, essi sono frutto del maggior agonismo che si registra in questi anni nel calcio, anche se devo dire che il tutto è compensato da una crescente correttezza che sto notando con piacere da parte dei giocatori”.
Ciullini: “Il giocare più spesso rispetto al normale per il 95 per cento incide solo a livello mio- tendineo. Gli infortuni di carattere osteo-articolare sono spesso frutto di fatti accidentali. Però mi sono tenuto un 5 per cento perché, ovviamente, aumentando il minutaggio cresce automaticamente anche la possibilità di incappare in un infortunio”.