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T. CORSI A FV, LA MIA RICETTA: TECNICO GIOVANE, SCOUTING E LINEE GUIDA DETTATE DAL CLUB

di Riccardo Barlacchi

Cinque anni da direttore sportivo della Fiorentina, durante l'era Pontello. Tito Corsi conosce benissimo l'ambiente viola e sa perfettamente come vive il calcio una città come Firenze. Noi di FirenzeViola.it abbiamo parlato con lui per discutere sui temi più gettonati in casa gigliata. Ecco cosa ha detto in esclusiva ai nostri microfoni:

Direttore, che ne pensa di questo presunto passo indietro di Gattuso?
“Mi sembra strano che si cambi idea per una cosa simile. In una partita di calcio è normale che voli una parola di troppo, anche tra le squadre di livello. Sono bolle di sapone, quindi, scoppiano subito. Poi certo, in qualsiasi posto ci sono gli intelligenti, i bravi e gli stupidi”.

Quindi c’è una ragione più grande…
“Bisogna vedere a che punto era la trattativa e se questa c’era. Se fosse stata avanzata e poi interrotta, allora ci sta che ci sia stato qualche incidente di percorso. Oppure tra le ipotesi, c’è quella secondo cui si possa essere fatta avanti una società con ambizioni più lontane e più vaste di quelle che può avere la Fiorentina”.

Si è fatto un’idea dei tecnici che potrebbero sedersi al posto di Iachini?
“Ce ne sono diversi. In generale, fossi io a decidere, opterei per un giovane che abbia i valori che si richiedono e la capacità d’impostazione. La Fiorentina ha bisogno di ordine e di tempo. Non ci vuole quindi un allenatore arrivato o con ambizioni internazionali, ma un tecnico in stile Atalanta.

Come crede che occorra migliorare la rosa attuale?
"In questo momento, se tutto resta a disposizione ha 4-5 elementi di livello notevole, a partire dal portiere, Castrovilli e Vlahovic. L’importante è dare un’impostazione precisa dettata da un tecnico e accettata dalla società. Senza una linea tecnica non si va da nessuna parte. Non deve essere il tecnico a scegliere i nomi, ma la società, l’allenatore semmai sceglie le caratteristiche”.

Pensa che il lavoro di scouting dovrebbe avere qualche ritocco?
“Non saprei onestamente, perché non conosco com’è strutturato in Fiorentina. Quello che posso dire è che, oltre ad essere la base, lo scouting serve a portare giocatori forti che si adattino a un certo tipo di impostazione. Si pensi a Ilicic: a Firenze ha fatto benino, a Bergamo cose strabilianti. Forse perché aveva meno costrizioni e poteva esprimersi al meglio”.

Da ex dirigente, come ha interpretato la furibonda conferenza stampa di Commisso?
“È stato uno sfogo particolare. Il presidente non frequenta assiduamente l’ambiente, si palesa in modo saltuario. Poi Firenze è una città particolare, e lo so perché ci sono stato 5 anni. I tifosi vogliono molto bene alla squadra, talmente tanto da esser disposti anche a sopportare annate simili, ma vanno conosciuti. Noi fiorentini sappiamo sempre una pagina in più del libro. Siamo fatti così. Tra l’altro Commisso si è rivolto alla stampa, ma il giornalismo fiorentino vuole bene alla Fiorentina, è il suo lavoro e i giornalisti vivono grazie a lei. Ci sono luoghi dove la stampa è molto più feroce”.