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TOGNAZZI CHIAMA CHIESA AL MILAN, LEO ELOGIA ANTOGNONI, GIALLINI E LA PASTORELLI...

di Luciana Magistrato

Calcio e finzione oggi si sono fusi insieme per ripercorrere, in un film, le gesta dei grandi campioni. "Non ci resta che il crimine" è il film al cinema dal 10 gennaio che porta un gruppo di amici (Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi) nel passato, in una specie di ritorno al futuro, dal 2018 al 1982, proprio nei giorni in cui l'Italia trionfava ai Mondiali e a Roma comandava la banda della Magliana (Edoardo Leo è il boss, Ilenia Pastorelli la sua donna). Proprio i cinque attori con il regista e due campioni del mondo, Cabrini e Tardelli, hanno parlato di quell'impresa, alla quale è entrato di diritto il pur assente Giancarlo Antognoni, citato più volte. Tutto per lui infatti l'applauso, ricordando quel quarto gol comunque annullato contro il Brasile, chiesto da Tognazzi.

Ed Edoardo Leo, allora molto giovane e pur romanista, intercettato da Firenzeviola.it, parla dell'unico 10 come un giocatore che non tramonta mai: "Mi ha impressionato. In una partita di beneficenza al Franchi ancora adesso, a 60 anni, stava a testa alta e se sbagliavi ti guardava male. Ha un'eleganza incredibile, la sua classe mi ha colpito: è un giocatore che ha passato le epoche. Coverciano? Senti sempre parlare di Coverciano ma in realtà non sai mai dov'è, quindi mi ha fatto piacere passare di qui. Italia di Mancini? Ho grande stima di Roberto. C'è qualcosa che accomuna quest'Italia a quella dell'82, più di quella del 2006. Questa Nazionale non ha i favori della critica, è piena di giovani e mi ricorda quella magica squadra. Chiesa? Da sportivo mi piace vederlo giocare, si impegna sempre ed è un ragazzo perbene. Chi è stato figlio di un grande calciatore è difficile, per lui come per Di Francesco grande stima. Zaniolo? Non lo conoscevo e Mancini mi ha detto che è bravo, è un ragazzo quadrato. Mi auguro il meglio per lui, spero che riesca a mettere in campo tutto il suo talento"

E di Fiorentina e del suo simbolo Chiesa parla anche il milanista e grande ammiratore di Gattuso, Gianmarco Tognazzi: "Penso che la Fiorentina abbia trovato una sua quadratura ma non è semplice andare in Europa perché dietro la Juve sono in molte le squadre attrezzate. Hanno tutte un livello alto, ambire ad un posto in Europa sarà dura. Chiesa? Ha un attimo di flessione come Simeone, ma è un giovane italiano molto interessante. Tranne che nella la Juventus, che ormai ce l'ha tutti compresi Bernardeschi, sarebbe bello venisse in una squadra come il Milan ma può restare anche alla Fiorentina per crescere ancora. Le scritte su Heysel e Scirea? Non parliamo della follia umana. Parliamo di maleducazione, di arroganza e stupidità. Questo paese si deve fare delle domande perché tutto nasce dall'ignoranza: bisogna mettere un freno, con le buone o con le cattive. Se l'Italia vuole fare un passo avanti deve fare in modo che il calcio torni uno sport per le famiglie".

Chiude Marco Giallini, famoso anche come il commissario Rocco Schiavone, che la vittoria dell'82 la festeggiò - per modo di dire - con un incidente: "Vedere Tardelli e Cabrini è stata una grande emozione. Nell'82 i miei festeggiamenti non andarono benissimo, ci cappottammo con una '500. Forse eravamo un po' alterati ma è stato bello. L'Italia di oggi? L'unico rammarico per quanto riguarda Mancini è quello di non averlo avuto alla Roma, con Totti avrebbero giocato bene insieme, ma a lui non do consigli, sta facendo bene. Cosa penso degli arbitri da tifoso giallorosso? Non sono arrabbiato, se ci dava il rigore su Zaniolo magari non ci dava quello dopo".

Infine Ilenia Pastorelli che nell'82 non era ancora nata: "È stata una giornata molto bella ed emozionante. Mister Mancini mi ha regalato anche una maglietta col mio nome, bello. Segreti al mister? In realtà non ci capisco nulla di calcio, quindi ho fatto finta di capire. Sono tifosa della Roma ma da quando hanno venduto Salah non seguo più molto (ride, ndr).