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VIO A FV, SOUSA PIÙ CATTIVO DI MONTELLA? GIOCATORI SCHIERATI DOVE TIRA IL VENTO

di Andrea Giannattasio

Si avvicina a grandi passi la sfida di domenica pomeriggio al Franchi tra la Fiorentina e la Sampdoria, una gara sicuramente delicata sia per Sousa che per Vincenzo Montella, che inseguono i rispettivi obiettivi e che proprio nella gara di Campo di Marte si giocano un’importante fetta della propria stagione. Per conoscere meglio le personalità dei due allenatori, Firenzeviola.it ha contattato Gianni Vio, preparatore atletico e proverbialmente definito il “mago” delle palle inattive con un passato sia sotto la guida di Sousa (nel 2010 allo Swansea) sia di Montella (alla Fiorentina nel biennio 2012/2014) ed oggi nello staff tecnico del Brentford.

Mister Vio, come giudica l’annata di Sousa e Montella?
“Sono due tecnici emergenti, con ottime qualità e prospettive ma si sono trovati a lavorare in due ambienti totalmente opposti, con obiettivi diversi. Penso che la differenza tra Fiorentina e Samp la stia facendo il livello tecnico della rosa a disposizione dei due allenatori. Sousa sta facendo un ottimo lavoro, nonostante un naturale periodo di flessione attuale, Montella invece è stato catapultato in un ambiente nuovo a campionato in corso e ha dovuto affrontare delle normali difficoltà”.

Che differenze di personalità ha riscontrato tra i due allenatori?
“In tutta onestà poche: i metodi di lavoro sono molto simili perché sia Sousa che Montella sono attenti nella preparazione delle partite, amano proporre un gioco che abbia come fondamento la costruzione offensiva ed il possesso palla. Sia lo Swansea nel 2010 che la Fiorentina nel 2012 avevano il maggior possesso palla del campionato: due coincidenze? Non credo”.

A Firenze più giocatori hanno detto che Sousa sia più “cattivo” di Montella: è d’accordo con questa affermazione?
“No, sinceramente. La cattiveria oltretutto non rientra nei fattori determinanti di un allenatore. Penso che sia Paulo che Vincenzo siano due tecnici estremamente corretti nei confronti dei loro giocatori. Poi si sa… spesso i calciatori si schierano dalla parte in cui tira il vento e a Firenze un po’ d’aria è cambiata in questi mesi”.

C’è qualche giocatore della Fiorentina che lei ha conosciuto a Firenze che l’ha sorpresa in questa stagione?
“Sicuramente Bernardeschi: ha fatto un progresso importante. Lo seguivo fin dai tempi della Primavera ed aveva tutte le carte in regola per sfondare. Un altro giocatore a cui sono molto legato è Vecino, che ormai è diventato un calciatore vero: lo ricordo ancora alle prime armi appena arrivò dall’Uruguay ed adesso invece è diventato determinante”.

Si dice che Sousa abbia le giuste caratteristiche per allenare in Premier: ne è convinto anche lei?
“No, affatto. Anzi, direi proprio il contrario: Sousa sta bene dov’è adesso, in Serie A e alla Fiorentina. In Inghilterra ci si allena poco, c’è sempre da giocare e penso che per i metodi che ha Paulo, qualche difficoltà in più il portoghese potrebbe trovarla. Oltretutto in Premier, i tifosi vogliono costantemente la palla “in the box”: dopo tre-quattro passaggi in cui la palla resta lontana dall’area iniziano a spazientirsi… La Premier non fa proprio per lui”.