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LA MAGLIA VIOLA: IL PARADOSSO DELLA MAGLIA SBAGLIATA. IL RICORDO DI CICCIO BAIANO

di Redazione FV

Sarebbe stato più facile vincere lo scudetto che retrocedere. Siamo riusciti nell’impresa di retrocedere con una squadra pazzesca e fior di campioni.

Che la stagione 1992/1993 sarebbe stata una stagione “molto particolare” lo si capì dopo poche giornate, c’era stato un errore grafico e la maglietta away, quella per le gare in trasferta per intenderci, presentava una serie di svastiche ben visibili, troppo visibili.

Ancora oggi mi chiedo come sia stata possibile una svista del genere in fase di creazione.

Lo scopo era quello di stilizzare il giglio, il problema è che quando i vari gigli si incastravano tra di loro creavano queste svastiche.

La stagione partì con una presentazione Hollywoodiana della squadra in Piazza Santa Croce condotta dal giornalista Gianni Minà. La famiglia Cecchi Gori, proprietaria dal giugno 1990, riuscì per la prima volta a fare un calciomercato completamente in autonomia, nei due anni precedenti infatti l’allenatore, il mitico brasiliano e adorato dalla Gialappa’s, Sebastiao Lazaroni, era stato contrattualizzato dalla precedente proprietà e poi esonerato per far posto a Gigi Radice. Giocatori e dirigenti precedenti, a parte qualche eccezione, furono avvicendati, così la stagione 1992/1993, sembrava a tutti gli effetti quella del rilancio e finalmente la Fiorentina si presentava con una rosa adeguata per lottare per lo scudetto.

Arrivano Stefan Effenberg e Brian Laudrup dal Bayern Monaco, quest’ultimo stella anche della Danimarca, a sorpresa vincitrice di Euro ’92. Dal Foggia dei miracoli arriva Ciccio Baiano, che con Batistuta formerà una delle coppie più spettacolari della storia viola, in difesa Daniele Carnasciali dal Brescia, Gianluca Luppi dalla Juve e Fabrizio Di Mauro dalla Roma a centrocampo.

Dalla primavera aggregati “il ragazzo gioca bene” Francesco Flachi, il fratello di Roberto, Eddy Baggio e i super confermati Alberto Malusci, Stefano Pioli, Mario Faccenda, Beppe Iachini ecc.

In porta Gianmatteo Mareggini, ormai un mito dopo il rigore parato a Baggio qualche anno prima.

La partenza fu debordante, partite vinte a suon di goal (7-1 all’Ancona), ma anche sonore sconfitte (7-3 in casa contro il Milan dei record di Fabio Capello), al netto di questi risultati la Fiorentina si ritrova a quasi metà stagione al secondo posto quando, una sciagurata sconfitta interna per 1-0 contro l’Atalanta nella prima partita dopo la sosta natalizia, porta all’esonero di Gigi Radice. Da qui inizia il disastro. Viene chiamato Aldo Agroppi, già sulla panchina viola sette anni prima e al centro di qualche polemica per la gestione di Antognoni, ormai però fermo e diventato un commentatore televisivo. Per farvela breve, nella prima partita con Agroppi in panchina, la Fiorentina perde 4-0 a Udine con il primo goal realizzato dall’ex Marco Branca (segnerà una tripletta), dopo appena 9 secondi. Lo stesso Agroppi a fine partita disse. “Almeno il primo goal non è stato per colpa mia, io ancora stavo salendo le scale verso il campo…”

Da quella giornata la Fiorentina dal sesto posto lentamente raggiunse le zone più pericolose della classica, fino a lottare per la retrocessione. Per una serie di risultati non favorevoli e dopo aver esonerato anche Agroppi affidando la panchina all’allora tecnico della primavera Luciano Chiarugi con il supporto di Giancarlo Antognoni, la Fiorentina retrocede in serie B dopo 54 anni.

Per quanto riguarda quella sfortunata maglietta, venne sostituita, appena si accorsero dell’errore, da una maglietta totalmente bianca con dettagli viola sul colletto e sui polsini delle maniche.

Il numero sulla schiena passò da nero a viola.

Piccola curiosità che ci fa capire come a volte un dettaglio possa fare la differenza: nel 1991 la Fiorentina aveva comprato dal Boca Juniors il fantasista Diego Latorre, da molti indicato come l’erede di Maradona. La leggenda narra che Vittorio Cecchi Gori una notte guardando una partita della Coppa America, s’innamorò, calcisticamente parlando, dell’attaccante di quell’Argentina, tale Gabriel Omar Batistuta e decise, nonostante il contratto firmato, di portare subito in Italia Batistuta e lasciare in prestito al Boca Latorre. (A quel tempo si potevano tesserare massimo 3 giocatori stranieri). Nel ’92 Latorre arriverà alla Fiorentina, giocherà solo 2 partite e poi verrà venduto al Tenerife squadra dove ritroverà un altro giocatore argentino e vecchia conoscenza della Fiorentina ovvero: Oscar Alberto Dertycia.

Per farmi raccontare quella stagione ho chiamato il bomber Ciccio Baiano: “Insieme a Bati quell’anno solo in campionato realizzammo 26 reti se aggiungi la Coppa Italia saliamo a 30 e siamo retrocessi, ma ti rendi conto?”

Ciccio ma cosa successe?

“Giocavamo contro l’Atalanta, stavamo dominando, poi ad un certo punto loro segnano con Perrone e noi non riusciamo a recuperare, ma, ribadisco, giocando benissimo. A fine partita scende Vittorio nello spogliatoio e comincia ad inveire contro Radice. Noi rimaniamo spiazzati e increduli, lo esonera. Una delegazione della squadra, fece di tutto per non farlo esonerare e cercò, invano, di far ragionare Vittorio. Il problema, però, era che erano volate parole grosse e Radice non avrebbe mai accettato di ritornare. Noi eravamo legatissimi a Radice, si era instaurato un rapporto come tra padre e figlio, capiva le situazioni, come prenderci, se percepiva qualche problema cercava di alleggerire la tensione, molto simile a Ranieri come atteggiamento. Al suo posto arriva Agroppi, amato dalla piazza, ma inviso alla Federazione in quanto da commentare tv aveva massacrato e sparato contro tutto e tutti. Inizialmente sembrava dovesse arrivare De Sisti, ma venendo considerando troppo simile caratterialmente a Radice, volevano un allenatore dal forte impatto e virarono su Agroppi. L’esordio fu allucinante: 4-0 a Udine con goal di Branca dopo pochi secondi. Ricordo che a noi 2 reti per vincere non bastavano mai… Vedemmo cose molto strane e nonostante lo spogliatoio fosse molto unito, fossimo un bel gruppo, davanti a tutti quei torti arbitrarli ci sgretolammo. Ad un certo punto sembravamo una macchina da corsa in discesa senza freni”

Ciccio e invece di quella famosa maglia sbagliata che ricordi hai?

“Oggi una cosa del genere non potrebbe mai accadere, ma nel ’92 non c’erano i social, poche foto e le maglie non le vedevi così nel dettaglio come oggi con mesi di anticipo. Noi a dir la verità non ci accorgemmo di niente, poi arrivò una segnalazione e furono fatte sparire immediatamente!”

E’ proprio vero, quando una cosa deve andare male lo si capisce da come inizia tutto…


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