LA MAGLIA VIOLA: MARCHIONNI E IL RICORDO DI FIRENZE
Oggi parliamo della maglietta della stagione 2011/2012. E’ sicuramente il periodo al quale sono legato maggiormente a livello personale perché, come chi già ho avuto modo di raccontare all’interno di questa rubrica, i giocatori erano tutti miei coetanei e con molti di loro avevo stretto un bel rapporto di amicizia che dura ancora oggi. Ogni volta che tornavo a Firenze, a quel tempo infatti vivevo stabilmente a Milano andando ogni giorno in onda in radio, l’occasione era buona per andare a cena insieme con i giocatori e, impegni permettendo, seguivo la squadra anche in trasferta, in Italia e in Europa.
“Quello della Champions è stato un anno magico, forse non eravamo la Fiorentina più forte della storia, ma il gruppo era talmente bello e unito che facemmo cose pazzesche”. Marco “Marchino” Marchionni oggi allena, con ottimi risultati, il Ravenna ed è uno dei ragazzi con i quali nonostante la distanza, i trasferimenti ecc, ho mantenuto una bella e sana amicizia.
La storia di Marchionni e del suo rapporto con Fiorentina è particolare perché nasce molti anni prima del suo vero approdo in maglia viola. “Giocavo nell’Empoli, all’inizio della stagione 2001-2002 vengo acquistato dalla Fiorentina, era tutto fatto, poi però al tempo la squadra viola non viveva un bel momento a livello societario (proprio la stagione 2001/2002, iniziata con Mancini allenatore, sarebbe stata quella che avrebbe portato al fallimento) e, nonostante fosse già tutto firmato, l’accordo fu annullato e io andai al Parma, poi però, come vedi, era destino che sarei dovuto venire a Firenze…”
Sì esatto un destino che ha fatto un bel giro, un ruolo decisivo lo ebbe Mister Prandelli che Marchionni aveva avuto come allenatore proprio a Parma. “Dopo Parma andai alla Juventus, ma avevo mantenuto un bellissimo rapporto con il Mister e così quando si crearono i presupposti per tornare a “lavorare” insieme fui felicissimo. Alla Juve eravamo alla fine di un bel ciclo, a Firenze il Mister aveva bisogno di un giocatore con le mie caratteristiche e così tutti i tasselli andarono a loro posto.” Era il 2009 l’anno del famoso scambio con la Juve: Felipe Melo alla Juve, Marchionni, Zanetti e una barcata di soldi alla Fiorentina: ”In verità io arrivai un po’ prima di quello scambio e proprio parlando con il Mister mi fece presente della necessità di un centrocampista e io gli segnalai Zanetti che, come sicuramente ricorderai, fu protagonista di una grande stagione.” Esatto, tra l’altro anche Zanetti con una storia particolare legata alla Fiorentina, cresciuto nelle giovanili viola, esordio in Serie A e poi ceduto, dopo vari prestiti all’Inter.
Tornando a Marchionni e alla Fiorentina “Quella del 2009/2010 fu un stagione pazzesca, solo quel torto arbitrale di Ovrebo rovinò il nostro cammino, unica squadra a vincere il proprio girone e a non superare gli ottavi di finale. L’addio di Prandelli a fine stagione ci sorprese, ma fino ad un certo punto, era evidente che era finito un ciclo. Un altro ricordo di quella stagione fu quando vincemmo con il Liverpool e nello spogliatoio vidi i volti sorpresi di alcuni miei compagni, mi meravigliai e dissi che non dovevamo sorprenderci di quello che stavamo facendo, ma che da quel momento doveva diventare la normalità”.
Il tuo ultimo anno in Fiorentina è coinciso forse con un dei momento più buoi della storia viola, l’esonero di Mihajlovic, la vicenda Rossi-Ljiajic, la salvezza raggiunta all’ultima giornata con Guerini in panchina. “Col senno di poi sarebbe stato meglio se fossi andato via prima da Firenze, avrei dovuto rendermi conto prima che il mio tempo era finito, invece rimasi e sia Sinisa prima, che Rossi dopo, non mi fecero quasi mai giocare, salvo chiamarmi in causa alla fine del campionato a Lecce in un match decisivo per la salvezza dove fortunatamente vincemmo e ci salvammo, Guerini, terzo allenatore della stagione e fino a qualche settimana prima club manager, mi chiese se me la sentissi di giocare e io ovviamente risposi di sì. La cosa bella è che nonostante non giocassi e la squadra non andasse benissimo, i tifosi mi volevano un gran bene e anzi mi fermavano per strada chiedendomi per quale motivo non giocassi. Non sarei mai andato via da Firenze e comunque nonostante tutto anche in allenamento davo sempre il massimo.”
Cosa ricordi dell’episodio di Ljajic e Rossi? “Mi stavo riscaldando, ad una certo punto, se non sbaglio eravamo al 30’ del primo tempo, eravamo sotto di due reti, Rossi sostituisce Ljiajic, succede quello che poi avete visto tutti, ma la cosa pazzesca è che tra il primo e il secondo tempo nello spogliatoio sembrava non fosse successo niente, per fortuna nel secondo tempo pareggiamo con doppietta di Montolivo e le cose si misero un po’ meglio”.
Che rapporto hai con le maglie, le collezioni? “In verità non le colleziono, le uniche che mi faceva piacere e che scambiavo a fine partite erano con gli amici, con quelli con cui avevo giocato in passato. Una cosa che però ai tempi non capivo è perché alcuni miei compagni indossassero la maglietta a maniche corte con la maglia termica sotto. Adesso so benissimo che, tranne in rari casi, le maglie a maniche lunghe non vengono più prodotte, ma ai miei tempi si e non la capivo come cose, oppure quelli che giocavano con le maniche corte e con i guanti… mah ?! Personalmente non avevo pretese, i magazzinieri sapevano che io da ottobre ad aprile giocavo con la maglia a maniche lunghe”.
E una di quelle magliette la conservo gelosamente con una bella dedica.