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"AMARCORD", LA COPPA ITALIA... il 'verso' che manca al poeta Prandelli

di Stefano Borgi
Fonte: www.stefanoborgi.it

Recita il proverbio: "A tutti i grandi poeti manca un verso". Facciamo nostro questo celebre detto e lo regaliamo a Cesare Prandelli che un grande...allenatore lo è di certo mentre nutriamo qualche dubbio che sia anche un grande...poeta. Carattere introverso, permaloso per sua stessa ammissione, il mister viola non è nemmeno un grande...comunicatore ma per lui parlano i fatti: quattro anni di miracoli per altrettante qualificazioni in Champions League, una semifinale di coppa Uefa, spettacolo e gioco a piene mani. Unico neo... la Coppa Italia, dove il piatto piange lacrime copiose. Eccolo, infatti, il verso che manca a Prandelli, la poesia che il "Mago di Orz" non è mai riuscito a scrivere.

Eppure la Fiorentina ha una grande...tradizione nella coppa Nazionale: 6 trionfi più due finali perdute. Il primo nel 40', il secondo nel 61', che portò alla vittoria in Coppa delle Coppe, quindi il terzo nel 66' frutto della fantastica Fiorentina ye-ye di Beppone Chiappella. Nel 75' arriva il quarto successo con la vittoria sul Milan nella finale di Roma e poi nel 96' la marcia dei 40.000 per festeggiare il trionfo di Bergamo, firmato Gabriel Batistuta, capocannoniere e protagonista assoluto di quella competizione. L'ultima, forse la più triste visto il fallimento di pochi mesi dopo, porta la griffe di Nuno Gomes e Fatih Terim, tecnico turco che a quattro mani con Roberto Mancini, portò a Firenze l'ultimo trofeo della storia viola. Nei quattro anni di gestione Prandelli, invece, la Fiorentina uscì per mano della Juventus nel 2006, contro il Genoa nel 2007 al primo turno, con la Lazio agli ottavi nel 2008 e quella più recente nel dicembre scorso contro il Torino. Fu una partita non giocata, snobbata, preceduta da polemiche infinite che sancirono l'addio definitivo alla maglia viola di Osvaldo e Pazzini.

Musica diversa quest'anno almeno stando alle dichiarazioni di Prandelli e dei giocatori viola. La coppa Italia sembra essere diventato un obiettivo sensibile, c'è finalmente la volontà di colorare una bacheca anonima, pallida, di provare a vincere il primo trofeo dell'era Della Valle. La storia si fa con le imprese, con i personaggi, con i piazzamenti prestigiosi certo, ma si fa sopratutto con le vittorie, con il proprio nome scritto su qualsiasi albo d'oro, con un trofeo da brandire davanti ai propri tifosi...e allora quello col Chievo può essere il primo capitolo della famosa poesia che manca a Cesare Prandelli e alla nuova Fiorentina.