"AMARCORD", Miccoli e Ljajic stendono il Brescia
Fabrizio Miccoli aveva un conto aperto col Brescia. E per i corsi e ricorsi storici, il primo gol alle "rondinelle" con la maglia viola fu proprio in un Brescia-Fiorentina (una tantum, finito in pareggio) giocato alle 18. Era un sabato pomeriggio di pieno inverno, pioveva, e si disputava uno dei tanti anticipi... dell'anticipo serale. Pioveva (e di brutto) anche sulla Fiorentina. Viola allenati da Sergio Buso che, dopo un buon inizio di gestione (aveva rilevato Mondonico all'8° giornata vincendo subito a Reggio Calabria), stava naufragando sotto una sequela imbarazzante di sconfitte. Lo score era da brividi: quella di Brescia era la 5° di nove partite nelle quali i gigliati raccoglieranno appena 3 punti. Una vittoria casalinga col Chievo (2-0) ed il pareggio che vi andiamo a raccontare. Poi solo sconfitte: con Milan (6-0 ricordate? Ricordate la "gabbia" di Piangerelli su Kakà?) e Atalanta, Lazio e Roma in casa (dopo l'1-2 contro i giallorossi Buso fu esonerato, subentrò Zoff. Dalla padella...) Cagliari fuori, Palermo in casa, Sampdoria fuori (anche qui ricordate? Fu la partita dei "cattivi pensieri...") Fino alla vittoria col Parma del 13 febbraio 2005 che riaprì uno squarcio di luce sul buio viola di quel periodo.
Ma torniamo a quel 16 gennaio 2005. Primo tempo anonimo, quasi inguardabile, terminato sullo 0-0. La ripresa si apre, invece, con la prodezza di Fabrizio Miccoli. Il "Romario del Salento" scambia a centrocampo e taglia in due la difesa bresciana, gli si fa davanti Gigi Di Biagio che viene saltato in velocità. Miccoli allora affronta Castellazzi che gli esce incontro e lo supera con un pallonetto di sinistro di mirabile bellezza. E' l'1-0 e tutto sembra risolversi per il meglio. Passano 12 minuti e arriva l'ennesimo Carneade che si abbatte sui destini viola: Luigi Di Pasquale. Attaccante di Cerignola, svilupperà la sua carriera (!) tra Virtus Locorotondo, Sangiuseppese, Gallipoli ed Ostuni, fino a giocare 8 partite in serie A nel Brescia ed segnare un solo gol, appunto alla Fiorentina. Sinceramente non ricordiamo la sua rete (mi sembra un pasticcio difensivo tra Lupatelli e Ujfalusi, ma non ci giurerei), forse lo voglio dimenticare, fatto sta che la Fiorentina riuscì a non vincere nemmeno quella partita, contro un avversario a dir poco modesto. Ben altro "pathos" nel ritorno del 29 maggio 2005: Fiorentina penultima con 39 punti che affronta il Brescia di Cavasin (a metà campionato aveva rilevato De Biasi) sopra di due punti. La vittoria è obbligatoria, pena la retrocessione. Siamo a sette giorni dalla mano di Zauri, da quel Lazio-Fiorentina che fu una delle 4 partite "madri" di calciopoli (le altre furono la vittoria con il Chievo a Verona, ed il pareggio con l'Atalanta in casa). Arbitra Collina, casualmente l'arbitro della gara d'andata. E' il 42', Pazzini entra in area, Domizzi lo atterra, Collina fischia il rigore inevitabile, solare. Batte Miccoli (attenzione! Fabrizio ne aveva sbagliato uno, decisivo, pochi mesi prima in coppa Italia contro la Roma...) i soliti passettini da infarto ed è il gol dell'1-0. Nella ripresa raddoppieranno Jorgensen e Riganò, con il Franchi che potette tirare un sospiro di sollievo. Dodici mesi dopo si scoprirà l'amara verità di calciopoli, ma almeno in quel momento per la Fiorentina dei Della Valle sembrava iniziare una nuova vita. E all'orizzonte Corvino, Prandelli, Toni, Frey...etc, etc.
L'ultimo amarcord è per la partita d'andata di questo campionato, a suo modo decisiva, terminata con un miracoloso 3-2 per i viola, dopo aver chiuso il primo tempo sotto di due gol. E' il 9 gennaio 2011, Diamanti e Cordova furono gli autori del doppio vantaggio bresciano, mentre nel secondo tempo ci penseranno Gilardino, Santana e Ljajic a ribaltare il risultato e stoppare così una contestazione che era già in atto. Nei mesi seguenti quella vittoria sarà più volte ricordata come la svolta per una stagione presentata da Corvino come "pericolosa" e che poteva finire ancora peggio. Più o meno come la Sampdoria. Tutto è bene quel che finisce bene quindi, e sarà importante finire bene anche quest'ultima partita. Per i tifosi, per l'onore, per la dignità.