DE SISTI E ANTOGNONI, CENTROCAMPO MONDIALE
Fonte: Stefano Borgi per FV
Provate a pensare se i due avessero disputato insieme un mondiale. Pensate ad un centrocampo formato da De Sisti in cabina di regia e Antognoni libero di scorazzare per il campo dall'alto della sua corsa, della sua eleganza... In più quello che oggi si definisce un "cagnaccio", un mediano che trascorra la sua vita a correre, a rincorrere, finendo i polmoni per il numero 10 di turno, appunto De Sisti, appunto Antognoni. Ci ha pensato Ligabue ad individuare quella figura da faticatore del pallone, da portatore d'acqua...Gabriele Oriali, una vita da mediano. Curioso come Antognoni ed Oriali abbiano vinto insieme un campionato del mondo, successe a Spagna 82'. Ma, ahimè, il biondo centrocampista, al tempo, militava nell'Inter e così il centrocampo mondiale viola manca di un tassello, fondamentale. Prendetene un altro...chessò...Dunga, Benetti, Furino, il Gattuso di quattro anni fa...mettetene uno di questi con De Sisti ed Antognoni ed il centrocampo della vostra nazionale è perfetto. Cervello ed eleganza, fosforo e tecnica sopraffina, geometrie e lancio lungo, polmoni e tiro da fuori... Questi erano Giancarlo De Sisti e Giancarlo Antognoni, un nome un destino. "Picchio" De Sisti si laurea vice campione del mondo nel 1970 ai mondiali messicani. Due anni prima il piccolo centrocampista romano aveva vinto gli Europei di Roma del 68', sconfiggendo nella finale bis la Jugoslavia per 2-0. Nasceva allora la staffetta tra Sandro Mazzola e Gianni Rivera, fuoriclasse troppo simili come attitudine all'offesa, troppo ingombranti per giocare assieme. Uno entrava, l'altro usciva, con un unico punto fermo...Giancarlo De Sisti. Valcareggi lo coccolava, non prescindeva dalla sua presenza che dava ordine, geometrie, razionalità al gioco azzurro e nessuno all'interno della squadra fiatava, consci dell'importanza di quel metronomo in mezzo al campo. Quel mondiale lo vincerà il Brasile di Pelè e De Sisti disputò 6 partite senza mai essere sostituito. De Sisti giocava sempre e comunque. Alla fine della sua carriera saranno 29 le presenze in nazionale con 4 reti, ma sopratutto lo accompagnerà la stima trasversale conquistata nei suoi cinque anni di militanza con la maglia azzurra.
La storia di Giancarlo Antognoni ai campionati del mondo è per certi versi più controversa, più tortuosa, certamente più gratificante. "Antonio" conquistò un 4° posto ad Argentina 78' ed il titolo a Spagna 82'...senza portafoglio. Cosa significa? Che il "ragazzo che gioca guardando le stelle" non disputò la finalissima di Madrid contro la Germania per infortunio. Il risultato è di non figurare nel tabellino più importante per la carriera di un calciatore e di non comparire nelle foto ufficiali, nei poster, nelle figurine Panini che inneggiano alla squadra campione del mondo. Ma tant'è... Antognoni, nel 78', è reduce da una fastidiosissima tarsalgia. La Fiorentina si è salvata all'ultima giornata di campionato ed il mondiale è l'occasione per rifarsi, per riprendersi un ruolo da protagonista. E invece, nella "pampa" le cose non vanno bene, "Antonio" è frenato, quasi inibito dalle precarie condizioni fisiche e dopo aver disputato le prime quattro partite da titolare, Bearzot gli preferisce il granata Zaccarelli. Giancarlo rientrerà all'ultima partita, la "finalina" per il terzo e quarto posto (persa) contro il Brasile, nella quale colpirà anche una traversa, prodromo della sfortuna di quattro anni dopo. La storia di Spagna 82' è fin troppo nota: il gol annullato contro il Brasile (ancora loro sulla strada del "capitano") la voglia di vendicarsi di un destino beffardo, e quel pallone calciato sui tacchetti del polacco Matysik. La semifinale mondiale, per Antognoni, finisce lì...anzi, il mondiale finisce lì. Tutto il resto, canterebbe qualcuno... è noia.
Abbiamo tralasciato altri violazzurri che avrebbero meritato le luci della ribalta. Ieri abbiamo esaminato i portieri, oggi sarebbe toccato a difensori e centrocampisti. Per il reparto arretrato sono solo 5 i viola convocati per la fase finale di un mondiale: Magnini, Cervato, Robotti, Ferrante e Vierchowod. A centrocampo la lista si allunga sensibilmente: 12 tra mediani, registi e rifinitori con personaggi del calibro di Pizziolo (il primo campione del mondo violazzurro, nel 1934), Pandolfini, Segato, Gratton, Massaro, Montolivo...con i già citati De Sisti ed Antognoni. Di questi Pizziolo ed Antognoni sono diventati campioni del mondo. Oggi tocca a Riccardo Montolivo, capitano viola come lo era Antognoni.