.

"ACCADDE OGGI" Le bombe di Passarella e...Salerno

di Stefano Borgi

Data movimentata quella del 3 novembre nella storia viola. Sembra strano celebrarla in questo modo visto che arriva dopo due giorni di raccoglimento, celebrativi prima della festività di "tutti i Santi", poi dei cari estinti, in un mese (novembre) tranquillo per antonomasia, vuoi per un diffuso grigiore metereologico, vuoi perchè precede un mese (dicembre) denso di gioia e festività. Cominciamo da quel 3 novembre 1968 quando all'allora "Comunale" di Firenze si presentò il Bologna di Savoldi e Bulgarelli. Era la quinta di campionato, viola imbattuti, ma ancora lontani dai fasti che precederanno la vittoria del 2° scudetto. Bologna in vantaggio con Muiesan al 34', raddoppio con lo stesso Savoldi al 40' e primo tempo che finisce sul 2-0 per i rossoblù. Nella ripresa assalto viola con gol di Maraschi al 59' che riaccende la speranza, fino al terzo gol di Turra all'82' che chiude definitivamente il discorso. Perchè ricordiamo questa partita? Perchè fu l'unica sconfitta di tutto il campionato, che terminerà trionfalmente per i ragazzi di Bruno Pesaola. Un solo passo falso in 30 partite, nessuna sconfitta esterna, ed un titolo sorprendente quanto meritato.

Un salto di 17 anni e troviamo un Fiorentina-Inter che ha fatto epoca. E' l'anno di Agroppi sulla panchina viola, è il campionato 85-86, quello che vedrà il ritorno di Antognoni e gli 11 gol di Daniel Passarella (record ancora imbatuto per un difensore). E' l'Inter di Zenga, Bergomi, Collovati, Altobelli, Brady, Rummenigge, in panchina Ilario Castagner. Un Inter grandi firme, quindi, che quel giorno però si dovette piegare ad una delle più belle Fiorentina della stagione. Inizio bruciante dei gigliati che passano al 27'. Scambio a centrocampo tra Monelli e Massaro con quest'ultimo che si invola verso l'area avversaria affrontato da Zenga. Contatto ed il sig. Pieri di Genova concede il rigore. Batte Passarella...rete! Al 45' l'apoteosi: Nocola Berti in una delle sue progressioni che lo hanno reso famoso (ahimè più a Milano sponda nerazzurra che viola) si presenta davanti a Zenga e lo beffa con un pallonetto sotto la Fiesole. La corsa a perdifiato sotto la curva di Nicolino è un "must" e la giornata assume contorni da favola. Nella ripresa, pronti via, Daniel Passarella sigla il terzo, definitivo gol, sublimando la doppietta personale. Una prodezza, ricordata ancora oggi, che merita un racconto dettagliato. Fallo appena fuori area commesso ancora su Massaro, assolutamente irresistibile quel giorno. Lo spauracchio, però,si chiama Daniel Passarella che già nelle prime giornate ha realizzato alcuuni gol da quella posizione. Ed ecco l'idea meravigliosa: Zenga dispone una barriera doppia (con buco centrale per veder partire il pallone) ma sopratutto per allargare la superficie umana che potesse ribattere il pallone calciato dall'argentino. Ma tant'è...la precisione, il piede fatato, la capacità di accarezzare il pallone del "caaudillo" furono superiori a qualsiasi artifizio orchestrato dal numero uno nerazzurro, la palla gira, gira, fino ad aggirare la seconda parte di barriera (quella più esterna) ed infilarsi al "sette" alla destra di Zenga. E' il delirio, Agroppi impazzito balza in campo ad abbracciare il suo capitano, Passarella piroetta per il capo ebbro di gioia, il "Comunale" incredulo celebra una vittoria storica nello svolgimento e nelle proporzioni. Quella Fiorentina non smetterà di stupire e si piazzerà al quarto posto finale raggiungendo una storica qualificazione Uefa.

A proposito... chiudiamo l'amarcord di questo tre novembre con il ricordo della serata di Salerno e della bomba carta lanciata sulla terna arbitrale. Era il 3 novembre 1998 e si giocava il ritorno dei sedicesimi di coppa Uefa. Viola in campo neutro per la squalifica rimediata l'anno prima nella semifinale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona. Nei 32° la Fiorentina di Trapattoni aveva eliminato il fortissimo Hajduk di Spalato ed affrontava gli svizzeri del Grasshoppers, già battuti all'andata per 2-1 (gol di Batistuta e Robbiati). Primo tempo splendido della Fiorentina e doppio vantaggio (ad uno) ad opera di Oliveira che aveva di fatto chiuso il discorso qualificazione. Nell'intervallo accade l'incerdibile: un gruppo di tifosi lanciano una bomba carta addosso alla terna arbitrale colpendo il quarto uomo, il sig. Flament. La partita non riprenderà più e la Fiorentina avrà partita persa per 3-0 per responsabilità oggettiva. Ci fermiamo quì, ricordando però la forza di quella Fiorentina con Toldo in porta, Torricelli, Repka, Firicano in difesa. Centrocampo con Rui Costa, Amoroso, Heinrich, atttacco stellare con Batistuta, Oliveira, Edmundo. Più il 12° uomo in campo, Anselmo Robbiati. Quella Fiorentina diventò campione d'inverno, quella Fiorentina ne siamo certi, avrebbe vinto la coppa Uefa.