"AMARCORD", Antognoni tra Inferno e... Paradiso
Dopo la partita all'ora di pranzo, ecco servito come aperitivo un Fiorentina-Cesena on the rocks stritolato tra autentici Kolossal come Roma (che, ahimè, ha già emesso il suo verdetto) e le due trasferte impossibili contro Milan e Juventus. Mihajlovic predica calma e tranquillità dimenticando che la classifica piange lacrime amare ed il calendario spinge il tifoso viola sull'orlo di una crisi di nervi. Mihajlovic difende i propri giocatori giudicandoli i migliori del mondo ed invoca quella mentalità vincente, vero e proprio oggetto misterioso della realtà gigliata. Mihajlovic, infine, aspetta il miglior Mutu e assolve Boruc e Pasqual regalando loro fiducia illimitata forse, aggiungiamo noi, più per mancanza di alternative che per reale convinzione. Il Cesena, dal canto suo, arriva dal successo sull'ex capolista Lazio e può sfoggiare giovani promettenti come Giaccherini e Nagatomo. La prudenza è d'obbligo e con la Fiorentina in ballo non è mai detta l'ultima parola ma i tre punti contro i romagnoli diventano obbligatori per non cadere in una crisi dalla quale sarebbe difficile rialzarsi.
Meglio allora dare uno sguardo al passato. Fiorentina-Cesena manca in serie A dal 20 gennaio 1991, quando due gol di Massimo Orlando entrambi su assist di Stefano Borgonovo, decisero una partita che niente aggiunge alla gloriosa storia viola. Di ben altro spessore il Fiorentina-Cesena del 21 marzo 1982 quando all'allora Stadio Comunale si riaccese la luce dopo 4 mesi percorsi a fari spenti. "Forza Antonio: l'Inferno è passato... il Paradiso ci attende" recitava così uno striscione della "Fiesole" dedicato a Giancarlo Antognoni, al rientro dopo il teribile incidente con Martina. La partita finì 1-0 per i gigliati con gol di Casagrande a 10 minuti dalla fine, ma per molti questo fu quasi un dettaglio. I 50.000 cuori viola presenti quel giorno avevano occhi solo per lui e quando la sagoma del capitano spuntò dal tunnel degli spogliatoi furono emozioni, brividi a pelle, un misto di felicità e commozione. Da allora sono passati 30 anni e la Fiorentina si è barcamenata tra gioie e dolori, tra la neve di Gubbio e la gloria di Liverpool, tra il numero 10 di Ricky Maspero e quello di Adrian Mutu. Ma sopratutto è rimasta aggrappata ai suoi fantastici tifosi che come dice il coro, meritano di più.