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STORIE DI CALCIO, "Clamoroso al Cibali..."

di Stefano Borgi

Da "Clamoroso al Cibali" all'amalgama di Massimino. Un tempo il calcio era anche questo. Sembra passato un secolo da quando Sandro Ciotti urlava... "Clamoroso al Cibali", oppure da quando il "presidentissimo" del Catania Angelo Massimino chiosava a domanda precisa di un giornalista: "Presidente, a questo Catania manca l'amalgama..."  rispondendo..."Dimmi dove gioca che lo compro..." Tempi eroici, che niente hanno a che vedere con quelli attuali. Tempi nei quali, però, i personaggi erano umani (pur con tutti i loro difetti) e non patinati, reali e non virtuali. Tempi, insomma, andati, che per una volta ci piace ricordare.

Ma andiamo con ordine: la Fiorentina tra pochi giorni sarà di scena a Catania, allo stadio Massimino (che, per l'appunto, prende il nome dal presidente...dell'amalgama) ma che un tempo si chiamava Cibali. In pochi ricorderanno l'episodio ma tutti hanno ancora davanti ai loro occhi la figura di Sandro Ciotti, indubbiamente il più noto (ed anche il più bravo) dei radiocronisti sportivi. Era il 4 giugno 1961 e si affrontavano al "Cibali" Catania ed Inter. Si disputa il girone di ritorno del campionato 60'-61', all'andata i nerazzurri avevano sotterrato i rossoblù per 5-0 con addirittura 4 autoreti. Helenio Herrera, allora tecnico dell'Inter ebbe a commentare: "Abbiamo giocato con una squadra di postelegrafonici". La frase non piacque ai catanesi che se la legarono al dito ed attesero pazientemente la vendetta per la partita di ritorno. Inter in lotta per il campionato e Catania squadra rivelazione. La partita finì 2-0 per gli etnei con i gol di Castellazzi e Calvanese e doppia beffa per i nerazzurri che si viderò superare sul filo di lana dal Milan e dalla Juve che vinse lo scudetto. A quel punto Sandro Ciotti, che non credeva ai suoi occhi, esclamò "Clamoroso al Cibali" una frase che è entrata di diritto nel lessico comune, che è diventata uno slogan, un modo di dire, addirittura è diventato il titolo di un film... Insomma, una frase che ha fatto epoca, come chi la pronunciata per la prima volta.

Non solo "Cibali" però...Catania vuol dire Angelo Massimino, presidente della squadra siciliana dal 1969 al 1993. quando il Catania fallì per il ritardo nel pagamento di una fidejussione (oggi sembrerebbe impossibile...) A lui, chiamato con una malcelata ironia "il presidentissimo", viene attribuita una delle frasi più famose del nostro calcio che richiama un aggettivo, l'amalgama, la cui accezione era evidentemente sconosciuta. Ecco cosa accadde: al termine di una partita perduta malamente dal Catania, un giornalista incalza Massimino... "Presidente, a questo Catania manca l'amalgama..." E Massimino per tutta risposta... "Dimmi dove gioca che lo compro..." Inutile aggiungere altro, se non chè Angelo Massimino faceva parte di quella schiera di presidenti cosiddetti "ruspanti", tipo Costantino Rozzi dell'Ascoli, Romeo Anconetani del Pisa, Scibilia dell'Avellino, Pasquale Casillo del Foggia, personaggi dei quali sentiamo sinceramente la mancanza. Massimino, nel suo vocabolario, non si limitò a quella perla che, comunque, resta la più fulgida del suo repertorio. Si ricordano anche altre prodezze tipo: "C'è chi può e chi non può: io può", oppure "Sto andando in un paese che non vi dico a comprare due campioni brasiliani", fino a... "La settimana scorsa ABBIAMO andato a giocare a Modena... lo corregge un giornalista "Presidente, siamo andati..." risponde Massimino..."Perchè, HAI venuto pure tu?" Insomma, tanta nostalgia ed un tempo che non tornerà mai più. Domenica sera una Fiorentina convalescente giocherà al "Massimino" che fino al 2002 si chiamava "Cibali". E siccome sono ormai 8 mesi abbondanti che i viola non vincono in trasferta, chissà che non sentiremo qualche cronista fiorentino urlare... "Clamoroso all'ex-Cibali, la Fiorentina ha battuto il Catania..."