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"STORIE DI CALCIO", Lo sciopero della "Fiesole"...

di Stefano Borgi

La "Fiesole" occupata. A leggerla così sembra quasi una provocazione, una forzatura, ed in parte lo è veramente. La curva Fiesole occupata da un trentina di tifosi napoletani che il 28 gennaio 1990 approfittarono dello sciopero indetto dai tifosi viola per protestare contro i Pontello, contro la cessione di Roberto Baggio. Una curva desolatamente vuota, con alcuni crumiri (tra i quali il sottoscritto) presenti quà e là, sparsi tra il parterre di curva, il curvino e la Maratona laterale, e quei trenta impuniti con bandiere inneggianti al Napoli di Maradona che si gustarono la vittoria per 1-0 e due punti fondamentali nella corsa scudetto.

Ma andiamo con ordine: siamo alla 22esima giornata del campionato 1989-90 ed il calendario propone Fiorentina-Napoli. Gli azzurri guidati da Albertino Bigon comandano la graduatoria davanti al Milan di Sacchi e l'Inter di Giovanni Trapattoni. I viola, invece, con Bruno Giorgi in panchina navigano nei bassifondi della classifica sbattuti tra una stagione europea intinta di gloria e la fottuta paura di retrocedere in serie B. E' l'ultimo anno di Roberto Baggio e proprio il destino del "divin codino" stava dividendo il tifo, sospeso tra la certezza di un tradimento e la speranza di un ripensamento. Eh già, perchè oramai la cessione di Roby sembrava un evento ineluttabile: la Juventus di Montezemolo spingeva senza freni, e l'avvento di una nuova dirigenza, nella fattispecie di Cecchi Gori (Mario), che potesse cambiare le carte in tavola, era tutt'altro che una certezza. Dipendeva tutto dai piedi fatati di Baggio, dalla sua volontà, dalla volontà dei poteri forti, in una parola... dalla volontà del Palazzo. E poi c'era un mondiale da giocare in casa, da vincere a tutti i costi, e vincerlo con Roberto Baggio in maglia bianconera sarebbe stato tutta un'altra cosa. I tifosi viola, però, non ci stavano, perdere il più grosso talento del calcio mondiale a soli 23 anni sarebbe stato un dolore troppo grosso ed allora ecco l'idea di uno sciopero clamoroso: la curva Fiesole vuota, deserta per tutta una domenica, la domenica di Fiorentina-Napoli. Per poco non si rischiò lo scontro frontale: gli "Ultras" operarono un "picchettaggio" fuori dai cancelli per impedire alla gente di entrare allo stadio. Chi voleva sfuggire a questa imposizione veniva aggredito verbalmente (e non solo) al grido di "Amico dei Pontello, nemico della Fiorentina", perchè anche la famiglia di costruttori fiorentini veniva messa nel calderone, come correa della Juventus nella definizione dell'affare Baggio. Si vociferava di affari tra la Fiat e l'impresa edile dei Pontello con Roberto Baggio che fungeva da pedina di scambio per favorire un'intesa politica prima che economica. Insomma, ci avrebbero guadagnato tutti, meno che i tifosi gigliati. Ed allora sciopero, totale, completo, l'immagine della curva devastante, desolante, deprimente. A metà primo tempo, poi, la beffa: quella famosa trentina di tifosi napoletani che (entrati chissà come) si piazzano nel cuore della "Fiesole" dove fino a sette giorni prima stazionava il "Collettivo", il Fiorenza, il Marasma, il 7Bello... Un affronto bello e buono, ma ormai il dado era tratto e la contestazione doveva andare fino in fondo.

La partita, per la cronaca, terminò 1-0 per il Napoli, rete di Fusi al 19', con un gol regolare annullato a Kubik dall'arbitro Fabricatore di Roma per un pallone che aveva oltrepassato la linea. In quella partita esordì "pomodoro" Banchelli a soli 16 anni, una piccola luce nel buio generale. Con quella sconfitta la Fiorentina sprofondava sempre di più, fagocitata dalla sua mediocrità e da un ambiente in una evidente crisi di nervi. Il resto è storia: viola che si salveranno all'ultima giornata, sconfitti in finale di coppa Uefa dalla stessa Juventus e Roberto Baggio che prende definitivamente la via di Torino. Da quel giorno la Fiorentina, il tifo della Fiorentina, non sarà più lo stesso.