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IL RITORNO DI "PAZZOLIVO". MONTOLO C'E', E MERITA 6+

di Stefano Borgi
Fonte: Stefano Borgi per FV

Un occasione sfruttata a metà, ma l'impressione è che il "passo" avanti sia stato fatto. Del resto è il destino dei "grandi". Non ci accontentiamo della normalità, vogliamo di più, di meglio. Montolivo è più di un buon giocatore, non è un fuoriclasse, ma le stimmate sono simili, c'è del materiale che lo ricorda. E comunque, stavolta, per la prova contro la Svizzera "Montolo" merita la sufficienza piena, anzi...merita un 6+. Breve cronaca: Riccardo Montolivo disputa 90' nell'ultima amichevole degli azzurri in preparazione a Sud Africa 2010. Mancano ormai 8 giorni all'esordio mondiale contro il Paraguay e Marcello Lippi conta i pezzi. Chiellini (cardine della difesa) è appena rientrato da un infortunio, Camoranesi appare ancora convalescente, mentre Pirlo preoccupa e non poco. Per lui 20 giorni di stop e rientro a mondiale già iniziato. Per fortuna il tecnico viareggino non ha mandato a casa Riccardo Montolivo. "Montolo" (inutile nasconderlo) era uno dei candidati prima che la scure si abbattesse su Giuseppe Rossi, Cassani, Borriello, oltre al 4° portiere Sirigu. Fa eccezione Cossu, che potrebbe rientrare. Il cagliaritano, infatti, gode del suo ruolo di trequartista, l'unico cioè che nel gruppo azzurro può sparigliare le carte a partita già iniziata. Pirlo in infermeria? Spazio a Montolivo, reduce da un campionato straordinario con la Fiorentina. E poi...non si è sempre detto che Montolivo è il vice-Pirlo? Non era il "talento di Caravaggio" quello che studiava da Pirlo? Frasi fatte, leggende metropolitane ad uso e consumo della stampa e dei tifosi. Stavolta però c'è un fondo di verità ed il campionato appena terminato ci ha restituito un Montolivo "todocampista" che somiglia molto da vicino all'ultimo Pirlo. Quel Montolivo può raccoglierne l'eredità.

Riccardo Montolivo, dunque, titolare contro la Svizzera, strappa un 6+ in qualche modo promettente. Suo l'assist per il gol di Quaglarella, suo un altro assist sprecato da Pazzini (l'altra metà del "Pazzolivo" di gigliata memoria sul quale torneremo dopo). Suo il generoso pressing sul portatore di palla avversario, primo baluardo sulle ripartenze elvetiche. Sua (ahimè) la marcatura su Inler al momento del vantaggio svizzero, quando l'interno dell'Udinese (si dice interessi alla Fiorentina...che aspetta Corvino?) lo "scherza" con una finta di corpo e conclude di sinistro alle spalle di Marchetti. Il 6+ racchiude tutto questo e comunque ci sta, per un Montolivo finalmente "dentro" all'Italia. Che significa? E' presto detto. Qualcuno si ricorderà il primo Montolivo azzurro (circa due anni fa)... impalpabile. Qualcuno si ricorderà del secondo Montolivo (quello per intendersi della Confederations Cup, giusto un anno fa)... disastroso. Lo 0-3 col Brasile, quando scese in campo col numero 10 azzurro che fu di Rivera, Antognoni, Baggio... somigliò ad un delitto di lesa maestà da parte di Riccardo, schiacciato dall'egoismo della coppia Pirlo-De Rossi, ma sopratutto dalla sua incapacità di tirare fuori la testa e dire... "Ehi, ci sono anch'io, passate stà palla, sennò vengo a prendervela...". Poi, il miracolo. Una stagione mirabile in maglia viola, la fascia di capitano, la nuova convocazione, Lippi che si ravvede ed ecco l'occasione della vita, il mondiale sudafricano. Un 6+ non basta, ci vuole molto di più, però l'importante è cominciare, dimostrare di esserci, far vedere di essere dentro ad un progetto, a un'idea di gioco. Il resto (se hai stoffa, e Montolivo ce l'ha) viene da sè...

Chiudiamo con la nostalgia di "Pazzolivo". Ci scusiamo ma il ricordo di questi due ragazzi, fusi in unico personaggio, (Pazzolivo appunto) ci trascina in un amarcord forse stucchevole, certamente non originale. Ieri, contro la Svizzera, 90' minuti senza infamia e senza lode. Il ricordo del vostro cronista però, va a quei giorni nei quali la stessa provenienza (l'Atalanta), la stessa ingenuità (entrambi giovani, entrambi di belle speranze) la stessa incoscienza (i due, all'inizio, fecero mirabilie prima di essere schiacciati dalla pressione, dalle responsabilità) facevano intravedere un grande futuro per loro e per la Fiorentina. Così non è stato. Però quello spot della Nike (Pazzolivo che si esibisce palla al piede...) resta nelle nostre menti come qualcosa che poteva essere e non è stato. O quantomeno, non è stato nella Fiorentina. Chissà che adesso, con Prandelli alla guida della nazionale, ci sia tempo e modo per riproporre quel progetto, quello spot virtuale e trasformarlo in realtà, in qualcosa (o qualcuno) che faccia veramente sognare...