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"OCCHI PUNTATI SU" Comotto e Donadel... Due leoni al "de Gerland"

di Stefano Borgi

Sembra quasi un gioco di parole ma Comotto e Donadel, dopo giorni e giorni da pecora (non certo per l'impegno quanto per la considerazione generale che li ha sovente sottovalutati) hanno vissuto un giorno da leone, ironia della sorte nella tana dei "leoni", lo Stade de Gerland. Nella moltitudine di fuoriclasse (veri o presunti) attrazioni circensi e fenomeni da baraccone, Comotto e Donadel rappresentano il prototipo del calciatore umile, affidabile, che non tradisce mai. E ieri sera i due non hanno tradito Prandelli disputando una partita tutto cuore, corsa e, come nel caso di Donadel, provando spesso anche la conclusione da fuori. C'è un destino parallelo che ha unito i due viola nella prima parte della stagione scorsa: entrambi hanno sofferto più di ogni altro l'avventura in Champions League. Iniziamo da Comotto che, giunto a Firenze reduce da un bruttissimo infortunio, fu escluso dalla lista UEFA perchè convalescente. Avventura mai cominciata quindi, ma nessun problema. Gianluca stette a casa in attesa di tempi migliori per poi disputare un buon finale di stagione. Diverso nello svolgimento il discorso per Donadel anche se poi l'epilogo sarà similare: una grande delusione e la sensazione di essere stato sballottato da una panchina all'altra senza rispetto per la propria dignità professionale. Nella scorsa Champions League il mediano veneto disputò solo due partite intere più uno spezzone nel ritorno del preliminare contro la Slavia Praga. Questo però, per Marco, fu un dettaglio. Ciò che gli dette noia, molta noia, fu l'utilizzo quasi smodato di Almiron. Per l'argentino due partite intere, tre spezzoni, e quella strana sensazione che Sergio Bernardo venisse prima di Donadel, quanto meno in Champions, e fosse la prima alternativa a Felipe Melo. Una competizione, quindi, indigesta per i nostri due eroi, un tabù che hanno finalmente sfatato allo Stade de Gerland disputando una grande partita per spirito di sacrificio ed abnegazione. Abbiamo visto un Donadel intraprendente che ha provato il tiro per due volte, ha lottato e cucito il gioco...insomma Donadel come 20 cm. di stoffa che potrebbe allungare quella famosa coperta corta che è il centrocampo viola e si candida come prima alternativa a Zanetti. Non è tutto oro, però, quel che luccica. Comotto sa di avere una spada di Damocle sulla testa che si chiama Lorenzo De Silvestri, 21 anni, titolare (e probabilmente) capitano dell'under 21. L'ex laziale, fermo ai box per infortunio, è una promessa assoluta del calcio italiano e sarà dura resistere alle sue spallate. Allo stesso modo se il terzino viola ripete prestazioni come quella di Lione (prodigioso un suo intervento difensivo, praticamente sulla linea di porta) il futuro della fascia destra di difesa è tutto da scrivere. Donadel, invece, sa qual'è il suo ruolo, ovvero riserva di Zanetti. Marco è d'accordo, a lui è sufficiente essere trattato come gli altri ed avere le stesse fiches ci qualcuno, magari più abbronzato, che proviene dal Brasile (Melo) o dall'Argentina (Almiron). Chiudiamo con un elogio alla difesa, anzi, al reparto difensivo. Se quello di ieri sera era da sei meno (Corvino dixit), figuriamoci gli altri, anche se parte del merito spetta ad un centrocampo ordinato, motivato e concentratissimo che copre, protegge e filtra da par suo le incursioni avversarie. Fiorentina solida quindi, granitica, compatta, ma molto, molto sfortunata.