"OCCHI PUNTATI SU..." Gilardino e Jovetic, i nuovi 'gemelli del gol'. E Babacar...
Fonte: www.stefanoborgi.it
Un tempo la “coppia più bella del mondo” era quella formata da Mutu e Gilardino, ancor prima da Mutu e Toni. Poi il “fenomeno” ha pensato bene di dimagrire, di guardare alla linea (del resto la sua seconda attività è quella di testimonial per delle marche d'abbigliamento...) e si è chiamato fuori. Ecco allora subentrare il nuovo “fenomeno” Stevan Jovetic, devastante in Champions League, decisivo in campionato. Eravamo stati buoni profeti una settimana fa nell'attribuire al montenegrino la rinascita viola dopo la beffa Ovrebo. Dicemmo che il futuro della Fiorentina ripartiva proprio da lui, dalla sua freschezza, dalla sua voglia di “essere” qualcuno, dalla fame di chi deve ancora dimostrare tutto e, vivaddio, ha le qualità per farlo. Ieri a Napoli la piacevole conferma. Jo-Jo ha corso, ha servito due assist per Gilardino, ha cucito il gioco (magari arretrando troppo, ma non si può avere tutto), ha segnato una rete (è vero, facile facile, però...) a sublimare una prestazione da vero leader tanto da farci esclamare che il dopo-Mutu è già cominciato. Accanto a lui Alberto Gilardino, non ancora al meglio, il quale, comunque, si è confermato centravanti di razza nel “rapinare” due gol, entrambi di testa, entrambi bruciando il portiere (De Sanctis, che resta pur sempre il vice-Buffon in nazionale) entrambi decisivi. Si sono scambiati i ruoli i due nuovi “gemelli del gol” viola: col Bayern, infatti, era stato il “gila” a servire due assist per il riccioluto compagno d'attacco facendo paura ai tedeschi e regalando istanti da sogno ai 42.000 cuori viola presenti quella sera al “Franchi”. Al San Paolo i ruoli hanno assunto connotati più logici, Gilardino che con questa doppietta ha fatto “13” in campionato (solo qualche anno fa questo numero significava sbancare il totocalcio) e Jovetic che con due assist si è riappropriato del ruolo originale di trequartista (o attaccante esterno di sinistra) posizione che lo rende a tratti imprendibile per qualsiasi difensore avversario. Se son rose fioriranno, ma le fortune della prossima Fiorentina di Prandelli (contratto permettendo) passano dalla loro intesa, dalla voglia di aiutarsi l'uno con l'altro senza egoismi, senza individualismi di sorta.
Ultima citazione per Babacar: il giovane colored viola ha disputato fino ad oggi 145 minuti, divisi tra gli 81 di coppa Italia contro il Chievo (e subito un gol decisivo per il 3-2 finale) ed i 64 di campionato (entrò a Roma con la Lazio contribuendo fattivamente a raggiungere l'1-1 come ieri è entrato nell'azione di due dei tre gol). Tradotto in soldoni: a soli 17 anni (scarsi) ha dimostrato di non soffrire l'emozione (sarà l'incoscienza dovuta all'età ma che importa?) e di sapersi calare nel ruolo di guastatore anche a partita in corso trasformandosi in un'arma letale per Prandelli. E allora, non ce ne voglia il mister: vuoi vedere che al posto di Castillo, o per dar respiro a Gilardino (magari a partita in corso) il senegalese avrebbe meritato qualche chance in più?