"OCCHI PUNTATI SU..." Il confessionale di Cesare Prandelli, nessuno è perfetto
Prima o poi doveva capitare. Credo di non sbagliare se dico che gli errori di Cesare Prandelli, in questi 4 anni di Fiorentina, stanno sulle dita di una mano. Però, come si suol dire, nessuno è perfetto e stavolta Cesare l'ha fatta grossa. L'errore più marchiano (sul campo) è stata la testardaggine con la quale ha costretto Vargas a languire per mesi in una zolla (quella del terzino sinistro) evidentemente non più sua. Il peruviano si è definitivamente tolto la zavorra dei (maledetti) 12 milioni del suo cartellino e oggi, su quella fascia, è capace di asfaltare chiunque gli si pari davanti. Fu proprio contro il Cagliari, nell'aprile scorso, che Prandelli decise (obtorto collo) di provarlo esterno alto, relegando Pasqual in posizione più arretrata. Ironia della sorte, la partita fu decisa da due gol dei "gemelli della catena di sinistra" ed i viola spiccarono il volo verso un'insperata qualificazione in Champions League. Esaurito il tema "sul campo" passiamo al "fuori campo" e mi chiedo: Cesare, cui prodest? A chi giova? Sarò più esplicito: avevo già provato fastidio, circa 7 giorni fa, nel leggere dichiarazioni del tipo: "Non escludo nulla sul mio futuro. Il progetto era di vincere in due anni, ma se dovessero cambiare gli scenari dovrei rifletterci bene. Nulla è eterno..." Parole legittime, espresse con la consueta educazione. Peccato per la tempistica, clamorosamente sbagliata, visti i tempi che corrono in casa viola. Ma non finisce quì, perchè il mister rientra nel confessionale e si ripete nel dopopartita di Fiorentina-Cagliari: era proprio necessario, mi chiedo, venire in sala stampa e "confessare" il (presunto) motivo dell'assenza prolungata dei Della Valle da Firenze? E ammesso che la storia delle offese sia vera, cosa aggiunge di buono ad una situazione (ci riferiamo ancora alle polemiche e simil-contestazioni) già di per sè al limite della saturazione? E ancora: perchè tirare fuori un accaduto tutto da verificare, e quel che è peggio, riportato da terze persone al momento sconosciute? Non sarebbe stato meglio gettare acqua sul fuoco e parlare della seconda vittoria consecutiva in casa, di una squadra ancora imbattuta tra coppa e campionato, di una posizione in classifica a dir poco interessante? O vogliamo prenderci in giro e credere che a Lisbona, nell'andata di Champions League, ci siano stati dei facinorosi con la sciarpa viola al collo che lanciavano improperi all'indirizzo dei Della Valle? Eppure la cronistoria dei fatti parlerebbe chiaro: Prandelli riferisce di offese rivolte al presidente alla fine del primo tempo in una (?) partita contro lo Sporting Lisbona. Quale delle due? Andata o ritorno? Non è dato sapere. Vediamo allora di capirlo insieme: all'intervallo della partita di andata (con Della Valle presente) i viola conducono per 1-0 (guarda caso ancora Vargas a segno) dopo aver dominato i primi 45'. Motivo delle offese? Nessuno. All'intervallo della partita di ritorno (attenzione, con Della Valle assente) i viola sono sotto per 1-0 dopo aver disputato 45' terribili. Il "Franchi" fischia sonoramente la squadra, creando un clima di tensione. Premesso che le offese personali non hanno in nessun modo diritto di cittadinanza ci chiediamo: motivo delle offese? La delusione per uno spettacolo tecnicamente indegno e l'insoddisfazione che cresce sempre di più. La conclusione appare, quindi, scontata: si è trattato, probabilmente, di un passaparola al quale Della Valle ha dato credito ma che non può costituire una prova del disamore di Firenze nei suoi confronti. Un vecchio adagio recita: gli assenti hanno sempre torto e mai come in questo caso il detto corrisponde a verità. Venga il presidente (e magari anche il patron) più spesso a lottare con noi, venga di persona sul campo a verificare lo stato dell'opera. "La lontananza sai, è come il vento, che fa dimenticare chi non s'ama", cantava Domenico Modugno. Noi invece crediamo che i Della Valle amino ancora Firenze e la Fiorentina...lo devono soltanto dimostrare, senza ascoltare le malelingue.