"OCCHI PUNTATI SU..." Le scelte di Prandelli
Fonte: www.stefanoborgi.it
E' difficile, oggi, non parlare di Tom Henning Ovrebo e del suo guardalinee Dag-Roger Nebben. I due, una sorta di “Gatto e la Volpe” nel paese dei balocchi...quello di Blatter e Platini, sono riusciti nell'impresa titanica di sovrastare (per ignavia ed incapacità) personaggi del calibro di Horn, arbitro olandese che decise la finale di Coppa dei Campioni del 1957 concedendo un rigore inesistente al Real Madrid di Di Stefano e Gento contro la grande Fiorentina di Julinho e Montuori. Dei signori Mattei di Macerata e Pieri di Genova, i quali (nel 1982) sull'asse Catanzaro-Cagliari “donarono” il 20° scudetto della sua (in)gloriosa storia alla Juventus di Trapattoni, sottraendolo alla Fiorentina di De Sisti. Del signor Soriano Aladren (prontamente ribattezzato...aLADROn) arbitro spagnolo che indirizzò la coppa Uefa 1990 sulla strada (guarda caso) della Torino juventina con un arbitraggio scandaloso a favore dei bianconeri nella finale di andata. Di Byron Moreno (qui non c'entra la Fiorentina bensì la Nazionale) che nei mondiali coreani del 2002 estromise gli azzurri di Trapattoni (ancora lui, ma stavolta punito dalla legge del contrappasso) favorendo i padroni di casa in un ottavo di finale delirante. Fino al recente furto di Lione del 16 settembre 2009, perpetrato dall'arbitro olandese Vink che espulse Gilardino per un fallo...fantasma sul francese Toulalan. Sono solo alcune delle ingiustizie più eclatanti subite dalla Fiorentina nella sua storia ottuagenaria, a conferma che in Europa come in Italia il pesce grosso mangia il pesce piccolo con i viola nell'ingrato ruolo del secondo. Al momento non ci sentiamo di aggiungere altro che non sia già stato trattato e discusso nell'immediato dopo partita di Bayern - Fiorentina. La palla passerebbe, ora, a Della Valle, Corvino, Cognigni, Mencucci, al presidente federale Abete... che dall'alto (?) dei loro ruoli avrebbero il dovere di tutelare la più bella realtà europea dell'Italia pallonara. Qualcosa ci dice che non sarà così e come cantava la Vanoni..."domani è un altro giorno si vedrà".
Ci preme, invece, focalizzare l'attenzione sulla prova della Fiorentina dal punto di vista tecnico. Alzi la mano chi ha intravisto una benchè minima parvenza della Fiorentina sbandata, scollata, abulica, a tratti indisponente, regolarmente (e meritatamente) sconfitta in campionato. Stiamo assistendo ad una Fiorentina a due velocità: a pieni giri nelle coppe (comprendiamo anche la coppa Italia nella quale il 14 aprile la Fiorentina avrà la possibilità di ribaltare lo 0-1 di San Siro contro l'Inter), col freno a mano tirato in campionato dove i viola hanno totalizzato 1 pareggio nelle ultime 5 partite, finendo mestamente nella parte destra della classifica. "Le scelte di Prandelli" abbiamo titolato, ed il tutto va interpretato in due direzioni. La prima attiene al presente, ad una squadra che non regge la competizione su tre fronti, che alla terza partita consecutiva soffre (Prandelli testuale), e che domenica nel derby col Livorno dovrà fare a meno di Gamberini, Zanetti e Santana (infortunati), di Mutu, Montolivo e Kroldrup (squalificati), probabilmente di Gilardino giunto al capolinea di uno stakanovismo portato all'eccesso. Una scelta inconscia, forse involontaria ma reale, concreta. Prandelli vuole vincere a Firenze, il quarto posto gli sta stretto ed il campionato (il 4° posto dista ormai 8 punti)... può attendere. La seconda riguarda il futuro e la famosa scelta di vita. “Ci incontreremo a primavera...” recita il mago di Orz. “Non esiste un caso Prandelli...” risponde Diego della Valle, ma nessuno dei due accenna al contratto del tecnico bresciano che scade nel (lontano) 2011 e che parlarne ora sa tanto di prove di divorzio. Prandelli in nazionale? E' una scelta, rispettabile...rispettabilissima! Prandelli alla Juve? Altra scelta (forse un po' meno rispettabile)comprensibile...comprensibilissima. Prandelli resta alla Fiorentina? E' (con la benedizione di monsieur Lapalisse) la scelta più auspicata, ma se tale dovrà essere va fatta ora, subito, affinchè nessuno si senta autorizzato ad addurre alibi per una stagione a rischio fallimento. Intanto la Fiorentina si è ritrovata in Champions League e la famosa scelta l'hanno fatta anche i giocatori: a Monaco si è rivisto finalmente un'11 compatto, volitivo, pugnace, magari spuntato ma indomito, contro tutto e contro tutti. Tra venti giorni ci sarà la riprova con la partita di ritorno e nel mezzo il Livorno, la Juve ed il recupero col Milan al "Franchi" e la Lazio all'Olimpico... Quattro partite tra le mura amiche su cinque, dopo le quali mancherà un mese alla fatidica primavera. A quel punto la Fiorentina potrebbe essere dentro o fuori da tutto, ed allora scegliere potrebbe essere molto più difficile.