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È L'UOMO PER NOI

di Sonia Anichini

Nel futuro della Fiorentina ci sono ancora tante incognite, molte delle quali legate al solito “caso Cuadrado”, molte pedine, più o meno importanti, non conoscono a tutt’oggi il proprio futuro. Chi rinnoverà il contratto, chi rimarrà, quali giovani saranno inclusi nel cammino della nuova avventura che sta cominciando a Moena? Il sole però splende alto sul nostro destino e porta il nome di Borja Valero.

Chiunque abbia ascoltato e visto l’intervista del nostro centrocampista, si è sentito orgoglioso di averlo nella propria squadra, sia come calciatore che come uomo.

Il fatto che rimanga a vita a Firenze, e ne parli come la cosa più normale di questo mondo, ce lo fa amare ancora di più. Nel calcio moderno ci stiamo abituando a non innamorarci più di nessuno, viste le scottature che spesso si prendono, non ultime le esternazioni di Prandelli al quale, molti di noi, avevano concesso un bonus di affetto illimitato. Calciatori che “sacrificano” la loro carriera ad una squadra, soprattutto se nella sua bacheca ci sono pochi trofei, non si trovano così facilmente. L’attaccamento è quindi apprezzato ancora di più.

Noi fiorentini veniamo inoltre tacciati di essere campanilisti all’ennesima potenza e quale cuore non ha accelerato le pulsazioni sentendo queste dolci parole? “Tantissima gente ogni giorno viene a Firenze per visitarla ed io sono privilegiato ad abitarci”. Che musica celestiale per i nostri orecchi! E’ un amore corrisposto come pochi ne esistono nel mondo del calcio ed è stato un colpo di fulmine micidiale. E’ difficile trovare qualcuno che abbia da ridire su Borja Valero come calciatore e, se qualche volta non è stato al top, è stata solo la stanchezza a bloccarlo. La sommossa popolare dello scorso anno, per quella squalifica vergognosa, ne è la riprova, non fosse altro perché tirava in ballo il suo profilo di uomo e padre, del quale apprezziamo ogni sfumatura (i social network ci aiutano a viverlo in prima linea).

Si preoccupò subito di quello che avrebbe potuto pensare Alvaro, mascotte viola insieme alla sorellina Lucia. Loro, infatti, sono una componente basilare della sua scelta di vita “Firenze mi da una tranquillità unica quando sto con la mia famiglia”. Non può essere diversamente, visto che li consideriamo “dei nostri”. Il piccolo Valero ai giardini che canta l’inno della Fiorentina, è un must per tutti i tifosi viola.

La sua semplicità è disarmante, come la sua grandezza. Mentre tanti calciatori ragionano con file preconfezionati, si battono il petto sulla maglia di appartenenza per poi cambiarla dopo pochi mesi, sbandierano tatuaggi e pettinature più che dribbling e gol, un uomo così va tenuto ben stretto. E la Fiorentina lo ha capito benissimo. Ti amiamo, Borja…per tutta la vita!

 

La Signora in viola