"CATTIVI PENSIERI..." Ma quali scuse, parliamo di calcio e pensiamo al Torino
Fonte: Stefano Borgi per FV
Allora ricapitoliamo...il 21 aprile la Curva Fiesole appende uno striscione alla cancellata della tribuna che recita così: "VERGOGNA!!! Pretendiamo rispetto per la nostra città... Basta discoteche e più serietà." Non compare ancora la parola "scusa" (che sarà, invece, il leit-motiv della nostra analisi), ma quel "pretendiamo rispetto..." gli somiglia molto. Lo stesso giorno, Riccardo Montolivo in conferenza stampa, spesso uno dei giocatori più criticati da tifoseria ed addetti ai lavori, giustifica in qualche modo (forse perchè, lui, ad Udine non c'era...) le lamentele dei tifosi: "I tifosi sono rammaricati e ce lo fanno capire con uno striscione, sta a noi trasformare questa critica in motivazione per sabato." Complimenti, non fa una piega. Peccato che tre giorni dopo arrivi il "ciclone" Mencucci che, alla stregua di un elefante in una cristalleria, entra a piedi uniti sulla tifoseria: "Lo striscione? Non parliamone, noi le risposte le diamo sul campo con i risultati di questi quattro anni. Non condivido questo striscione, è una cosa falsa." Manca il gran finale e l'AD viola se lo riserva per la sera del 25 aprile, subito dopo il trionfo sulla Roma: "L'importante era prendere i tre punti e rispondere a certe contestazioni sul campo. Fossi i tifosi, domani farei uno striscione di scuse." Eccoci arrivati alla parola chiave: SCUSE! Mencucci è il primo a tirarla fuori, mentre il presidente Andrea della Valle stempera un pò gli animi condannando nello specifico la parola "discoteca", lesiva a suo parere della professionalità dei giocatori e troppo mirata alla loro vita privata. Intanto i giocatori contribuiscono al marasma generale e, contrariamente al solito, non vanno sotto la curva dopo la vittoria sui giallorossi (e che vittoria...se c'era una volta che dovevano andarci era proprio quella...) destando parecchie perplessità per il loro comportamento. Nel dopo gara non fa mancare la sua voce (ci mancherebbe...) il DS Corvino che ribadisce la bontà ed i miracoli di questi quattro anni, condannando fra le righe il famoso striscione, e chiude il cerchio Prandelli che annuncia due giorni di libertà durante i quali i giocatori..."potranno andare liberamente in discoteca" e aggiunge: "Lo striscione è stato preso come stimolo alla squadra, anche se qualcuno a Firenze lo ha voluto far passare come una contestazione (a chi si riferisce mister? ndr.) Non era così ed i tifosi lo hanno dimostrato dandoci una spinta incredibile."
Intanto gli ambienti viola si dividono: chi lo giudica positivo (Orlando, Di Chiara, Albertazzi...), chi meno (immodestamente ci autocitiamo, temevamo, infatti, un allontanamento dei tifosi dalla squadra e non era proprio il momento...), ma alla fine tutto sembra ricomporsi. Mencucci, intanto, ad una radio fiorentina torna sull'argomento e precisa che la sua critica riguardava esclusivamente chi aveva concepito lo striscione e chiedeva le sue scuse sollevando da ulteriori responsabilità il resto della tifoseria. Per tutta risposta, ancora dall'etere fiorentino, veniva mossa la critica a Mencucci di predicare bene e razzolare male, visto che sarebbe stato lui a dover chiedere scusa ai tifosi per le "telefonate" che accesero la miccia ai fuochi di Calciopoli. Il resto è storia di oggi: forse mossi da questa riflessione-accusa, qualcuno ha pensato bene di appendere l'ennesimo striscione (in realtà un piccolo pezzo di stoffa) fuori dallo stadio con su scritto: "Mencucci, chiedi scusa per calciopoli." Stavolta non c'era nessuna firma e l'invito risulta anche un pò anacronistico, ma riassunto il tutto ci chiediamo: cui prodest questo tutti contro tutti? Questo continuo pretendere le scuse di qualcuno, il capo cosparso di cenere di qualcun altro, questa permalosaggine strisciante che, lo sappiamo bene, è da sempre prerogativa di noi fiorentini? A tutto c'è un limite! Che senso ha farsi del male in un momento inaspettatamente positivo della stagione? E attenzione, lo diciamo congiuntamente a tifoseria e dirigenza. Alla prima rivolgiamo l'invito di aspettare la fine del campionato per esprimere dissensi e mugugni, anche se, parere strettamente personale, siamo convinti che un qualche beneficio, un qualche scossone psicologico positivo, lo striscione lo abbia provocato. Alla seconda diciamo di viversela più tranquillamente, di farsi prendere meno dalla sindrome dell'accerchiamento, di prendersi meno sul serio, di prendere tutto più come un gioco, concedendo il diritto di critica e di replica a chiunque si avvicini alla realtà viola. E per fortuna tutto è sempre rimasto nei confini del confronto dialettico, a volte vivace, ma sempre corretto.
E poi l'ultima raccomandazione...torniamo a parlare di calcio, solo di calcio. Domenica c'è il Torino e con la Fiorentina vista all'opera in questa stagione c'è poco da stare tranquilli. I viola sono la squadra che in serie A ha pareggiato di meno (solo 4 volte, come il Palermo) e questo significa totale assenza di mezze misure. La Fiorentina 2008-2009 o vince o perde, o bene bene o male male, alla faccia di quella continuità e regolarità che aveva caratterizzato la squadra viola in questi tre anni della gestione Prandelli. Parliamo, allora, di un ritrovato Vargas, di un nuovo Jovetic, di un recuperato Semioli, di uno stratosferico Gilardino, di un Genoa che finalmente mostra qualche crepa, di un quarto posto finalmente riconquistato e che ci fa dire: "Adesso dipende solo da noi...". Affrontiamo e svisceriamo l'argomento Toro, parliamo di Camolese che sembra aver trasmesso un nuovo carattere ai "granata", della loro classifica che, seppur migliorata nelle ultime settimane, rimane anemica in maniera preoccupante, del gemellaggio fra le due tifoserie a sette giorni di distanza dalla solita e stolta invasione "barbarica" dei romani... della scomparsa di Maurilio Prini (è notizia, purtroppo, delle ultime ore), uno degli eroi del primo scudetto datato 1955-1956. Ed il discorso si potrebbe allargare su scala nazionale: ormai si parla solo di moviola, di errori arbitrali, di mercato, degli stipendi dei giocatori...mai nessuno che faccia notare un gesto tecnico o atletico, che si soffermi ad esaminare uno schema, un incrocio tattico, un risvolto tecnico. Polemiche, astio, rancore, e poi ancora polemiche, isterie e deliri collettivi, trasmissioni televisive che fanno impallidire i "soloni" del "Bar Marisa", gente urlante e becera mandata allo sbaraglio con l'unico obiettivo di zittire l'interlocutore calpestandolo sulla voce. Per non parlare della violenza dentro e fuori dallo stadio. Fermiamoci quì, anche perchè il discorso ci porterebbe troppo lontano e sinceramente non ne abbiamo granchè voglia. Parliamo un pò di più di calcio, parliamo dello sport più bello del mondo... Parliamo della nostra grande Fiorentina.