"CATTIVI PENSIERI", Se anche i tifosi abbandonano la Fiorentina...
Fonte: Stefano Borgi per FV
Il titolo, lo riconosciamo, è una piccola forzatura, una provocazione a fin di bene, figlia della delusione e della sorpresa di veder esposto quello striscione in prossimità dello stadio: "VERGOGNA!!! Pretendiamo rispetto per la nostra città...basta discoteche e più serietà. CURVA FIESOLE." Così recitava il lenzuolo che adornava l'ingresso della tribuna d'onore, interpretando (nelle intenzioni) il pensiero dell'intera tifoseria viola. Una piccola premessa: capiamo fino in fondo (ed anche di più) la delusione, l'ira, l'umiliazione dei 700 "bischeri" (così si è definito, ieri, il tifoso che ha avuto la copertina della nostra rubrica) accorsi ad Udine, sobbarcandosi sei ore di un viaggio estenuante, per assistere ad una prova ridicola, ai confini dell'impresentabile, di undici "smidollati" con indosso la maglia...rossa della Fiorentina (ed anche su questo si potrebbe aprire un dibattito circa la forza interiore trasmessa dalla maglia viola rispetto ad una maglia qualunque). Allo stesso tempo, però, rinnoviamo l'invito che da questa modesta tribuna abbiamo fatto lunedì, all'indomani della sconfitta del "Friuli", quello cioè di pazientare, di non precorrere i tempi e sopratutto di non intentare processi sommari fino alla fine del campionato. Dopo non mancherà il tempo per analisi, commenti, accuse, piuttosto che (ce lo auguriamo) applausi, complimenti e ringraziamenti a piene mani per il risultato raggiunto. Mancano solo sei partite al termine di un torneo vissuto in apnea, quattro casalinghe e due esterne, ci sono gli scontri diretti con Roma e Milan, partite apparentemente scontate con Torino e Lecce, altre abbordabili con Catania e Sampdoria. E comunque lo vogliamo dire fuori dai denti: abbiamo l'impressione che piano piano molte componenti dell'ambiente viola, a livello societario, tecnico, politico, stiano abbandonando la Fiorentina, che si ritrova da sola a combattere contro avversari più grandi di lei. Con la Fiorentina squadra includiamo anche Prandelli, che da buon capitano non abbandona la nave che affonda e la difende con le unghie e con i denti. Apparentemente anche il direttore sportivo Corvino difende la sua creatura. Pantaleo attacca gli agenti esterni come, appunto, i tifosi o certa critica prevenuta e valorizza questi 4 anni di miracoli viola nei quali la Fiorentina è riuscita a finire davanti alla Roma per due volte ed una al Milan (la stagione scorsa) fronteggiando l'attacco e lo strapotere di corazzate che si chiamano Inter e Juventus.
Manca un direttore generale: si sente però, a nostro parere, la mancanza di una figura che, citiamo a caso, partecipi ai vari salotti televisivi, in molti casi ricettacolo di opinioni deliranti fondate sul più bieco becerume da bar, ma che alla lunga condizionano l'opinione pubblica e, chissà, magari anche l'operato di un arbitro. Un direttore generale che prenda da una parte Gilardino e gli spieghi cosa dire e come comportarsi davanti a microfoni avidi di gloria e disperatamente alla ricerca dello scoop, della notizia scandalistica. Un dirigente che aspetti Felipe Melo all'entrata del tunnel alla fine di Fiorentina-Cagliari e che eviti il pandemonio che si è poi verificato con le conseguenze che tutti conosciamo. Una persona che stia vicino a Cesare Prandelli, che lo consoli, che all'occorrenza lo consigli, che alla bisogna lo tiri su, perchè per quanto forte e con le spalle larghe, qualsiasi uomo ha bisogno di sentirsi dire "bravo" ogni tanto, qualsiasi uomo ha bisogno di una spalla su cui piangere o una voce con la quale confidarsi. E, non ce ne voglia il direttore, questa spalla non può essere Pantaleo Corvino. Non meno colpevole è la dirigenza nella figura di Andrea Della Valle. Il presidente viene regolarmente a Firenze il venerdì, assiste all'allenamento, pranza con la squadra, se ne va e torna la domenica per assistere alla partita. Lodevole, auspicabile, ma ancora più necessaria sarebbe stata la sua presenza lunedì dopo la disfatta di Udine, magari concedendosi un tono di voce più risentito e rancoroso del solito, e nell'occasione condannare fermamente quell'atteggiamento svogliato, indolente, quasi offensivo, mostrato domenica dalla Fiorentina. E invece niente, qualche parola a mezzo stampa e via andare. Passiamo ai giocatori: ad Udine mancavano tre dei sei campioni presenti in rosa, ed il quarto, Gamberini, era palesemente in precarie condizioni fisiche. Se aggiungete che Gilardino è stato (anche lui) abbandonato a se stesso e Frey ha vissuto la prima domenica horribilis della sua stagione, il gioco è fatto. Ancor più grave che i sostituti (Donadel, Semioli, Almiron, Jovetic...) abbiano fallito l'esame, abbiano sprecato la ghiotta opportunità data loro da Prandelli, e allora troverete un altro tassello che si è staccato dal mosaico Fiorentina. Il palazzo: non è una novità, non è stata la prima volta, non sarà purtroppo l'ultima. Collina si fa beffe della statistica (Bergonzi con l'Udinese vantava uno score di 5 vittorie ed un pareggio sui sei precedenti) e della geopolitica visto che il famigerato signor Bergonzi è della sezione di Genova, avversaria dei viola nella corsa alla Champions League. Felipe Melo si becca cinque giornate, come l'infido provocatore Lopez mentre Roma e la Roma beneficiano della consueta impunità per i fatti del derby capitolino e si vedono regalare la partita col Lecce dal Mazzoleni di turno. Infine la politica, segnatamente quella cittadina. Qualcuno sa più niente della Cittadella viola? Si stanno cercando delle aree papabili per erigerla in tempi accettabili? Si dirà, siamo in periodo elettorale, ogni cosa a suo tempo...e intanto, proprio ieri in diretta radiofonica, lo stesso Corvino ha denunciato (forse per la prima volta da parte sua) la mancanza di strutture adeguate, addebitando a questo stato di cose lo scarso rendimento del settore giovanile che dopo 4 anni dalla sua ricostruzione ha sfornato la miseria di un Samuel Di Carmine, emigrato in quel di Londra al Queens Park Rangers. E adesso i tifosi...da sempre baluardo indistruttibile a sostegno della Fiorentina, a fianco di un amore che travalica ogni età, ceto sociale, parte politica, credo religioso. Un'istituzione bipartisan in nome della quale viene superata qualsiasi incomprensione, divisione, qualunque essa sia. E' una piccola spia, forse una preoccupazione eccessiva ma, a nostro parere, c'è sempre meno gente che vuole bene alla Fiorentina, e la squadra viola può fare a meno di tutto e di tutti, ma mai e poi mai dei propri tifosi.