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"CATTIVI PENSIERI" Sul futuro di Prandelli in viola c'è l'ombra di Adrian Mutu

di Stefano Borgi
Fonte: Stefano Borgi per FV

Prandelli si, Prandelli no. Prandelli va alla Juve, Prandelli rimane alla Fiorentina. Prandelli ama Firenze, ha un contratto fino al 2011, ma il suo futuro si deciderà a fine stagione in base agli obiettivi raggiunti, alle prospettive della società, non solo sportive ma anche gestionali (leggi la "cittadella", il nuovo stadio ma sopratutto il "centro sportivo"). Tutto giusto, tutto corretto. Noi, però, proviamo a dare un'ulteriore chiave di lettura, un nuovo strumento di riflessione sul perchè il futuro di Prandelli sia ancora in bilico, e questo si riconduce al nome di Adrian Mutu. Cesare Prandelli ed il "fenomeno" di Calinesti, due personalità diverse, per certi versi opposte che, seguendo le leggi della fisica, si sono attratte e si attraggono tuttora. A volte i due sembrano vivere in simbiosi tanto che, sono i numeri e le circostanze a dirlo, l'uno ha fatto spesso le fortune dell'altro. Fino dai tempi del Parma, stagione 2002-2003, nella quale il tecnico di Orzinuovi portò i ducali al quinto posto ed alla qualificazione Uefa, col "fenomeno" che ci mise pesantemente del suo realizzando 18 gol in 31 partite. Poi le strade si divisero per riunirsi nel 2006-2007 all'ombra della Torre di Maratona. E' l'anno della penalizzazione, un - 19 che fa paura, ma i Della Valle, intuendo il pericolo, trattengono Toni ed acquistano un fuoriclasse originario dall'est, reduce da due anni sfortunati, nel Chelsea e nella Juventus. Un attacco atomico quello viola (32 gol fra Toni e lo stesso Mutu, 16 ciascuno, più i 7 di Pazzini ed i 6 di Reginaldo) che frutterà un sesto posto, terzo virtuale, praticamente un miracolo. Il romeno fu un protagonista assoluto di quella rimonta, e l'anno dopo (2007-2008) si replica con 17 gol (sei su rigore) che gli frutteranno il premio di miglior giocatore del campionato e la qualificazione in Champions League. Numeri strepitosi, esorbitanti, che valsero il lievitare della sua quotazione fino ai 20 milioni di euro offerti dalla Roma nell'agosto scorso.

 

E quì cambia la storia di Mutu, di Prandelli, e della Fiorentina, intesa come squadra, che mal digerì l'atteggiamento del mister viola, fermo nell'opporsi alla cessione del proprio figlio prediletto, con la minaccia di andarsene e rescindere il contratto. Difficile dar torto in quell'occasione a Prandelli, che si vedeva portar via il suo miglior giocatore a soli 10 giorni dal preliminare di Champions contro lo Slavia Praga. Tutto successe ad inizio agosto e l'andata contro i ceki era in programma il 12. Ciò nonostante, l'accaduto destabilizzò l'ambiente, e le ripercussioni si sono spalmate su tutta la stagione con malumori, incomprensioni, con il fiorire dei famosi "orticelli" della discordia. Il senso era: Prandelli, da sempre fautore dello spirito di gruppo, divulgatore del principio della meritocrazia e dell'uguaglianza, si espone in modo così netto per un singolo giocatore (non importa che si chiami Adrian Mutu), sminuendo, quindi, il valore e l'importanza degli altri? Ma non finisce quì: la Fiorentina, ad inizio campionato, adotta il 4-3-3, modulo che, secondo lo stesso Prandelli aveva fatto il suo tempo, ma sopratutto un modulo che, dicono le malelingue, sembra non piacere a Mutu, ormai calato nel ruolo di goleador. Prandelli cambia, si passa al "rombo". Mutu è a suo agio, la squadra sembra ingranare quando, ahimè, si infortuna Santana, vero e proprio deus ex-machina di quel sistema di gioco. Si torna all'antico? Niente da fare, ormai il dado è tratto, si porta avanti il 4-4-2 col risultato di perdere tempo e punti preziosi perchè, semplicemente, non esiste nella Fiorentina un vice di Santana. Intanto la squadra fatica, sorretta a più riprese proprio dalla vena di Adrian Mutu (valga per tutti la tripletta di Genova), e i risultati comunque arrivano, accompagnati da una buona dose di fortuna. Poi, dopo Fiorentina-Siena del 22 marzo, risolta ancora da un suo gol, il "fenomeno" si infortuna con la nazionale romena e si decide (finalmente) per l'operazione. La diagnosi è impietosa seppur prevista: un mese abbondante di stop.

 

Come si suol dire, però, non tutto il male viene per nuocere. La squadra si ritrova, si compatta, mette insieme 4 vittorie su 5 partite, riconquista il quarto posto e rivaluta gente come Vargas, Semioli, Pasqual e...Jovetic. Ed è proprio una frase pronunciata da Cesare Prandelli sul montenegrino che ci ha dato lo spunto per le nostre riflessioni. A domanda precisa: "Mister, Jovetic potrà prendere un giorno il posto di Mutu?" ...risponde Prandelli..."Fra qualche anno sicuramente, ma perchè non subito? Potrebbero giocare insieme, vediamo..."  Ma come! Non ha sempre detto Prandelli che Mutu, Gilardino e Jovetic non potevano giocare insieme perchè troppo offensivi? E Jovetic, non è sempre stata definita una seconda punta che mai e poi mai sarebbe stata schierata in coppia con lo stesso romeno? Ma ve lo immaginate un attacco formato dai tre fenomeni viola, un centrocampo composto da Montolivo, Melo e magari Vargas a sinistra? No! Follia pura, limpida utopia, da qualunque parte la si voglia vedere...eppure. Facciamo luce, allora, sulla posizione assunta da Prandelli: il mister si è accorto della crescita di Jovetic e sopratutto di Vargas, divenuti all'improvviso elementi imprescindibili (o quasi) per la squadra; allo stesso tempo si è accorto che intorno a Mutu tira un'aria di smobilitazione, che anche quest'anno si valuterà l'ipotesi di una cessione e stavolta per il "Mago di Orz" sarà più difficile mettersi di traverso. Prandelli, però, difficilmente fa a meno di Mutu, un'ancora di salvataggio quando le cose non funzionano, quando i risultati non arrivano, quando la partita non si sblocca...ed allora con quella dichiarazione Prandelli ha, di fatto, ricomprato Mutu, ha mandato un messaggio chiaro a Corvino ed alla proprietà: il futuro della Fiorentina passa da Jovetic, Vargas, investimenti che devono essere valorizzati ed ammortizzati adeguatamente, ma anche da Adrian Mutu e l'unica strada percorribile è quella di dimostrare che possono convivere, che può esistere una Fiorentina alla brasiliana, con tanta qualità, smaccatamente di indole offensiva, a tratti squilibrata tatticamente, una Fiorentina diversa da tutte quelle firmate fino ad oggi da Prandelli. L'alternativa potrebbe essere dolorosa per i tifosi viola, Prandelli che se ne va dalla Fiorentina, attratto da sirene più qualificate e più remunerative.  Per ora, comunque, stiamo ai fatti: il mister giura fedeltà (quasi) eterna ai Della Valle ed è, certamente, presto per giungere a delle conclusioni, ma è giusto cominciare a ragionarci sopra. Vedremo che dirà il mercato, la sentenza del TAS circa la multa da 17 mln. di euro comminata a Mutu (il primo grado è atteso proprio oggi), vedremo poi l'entità delle offerte. Una cosa è sicura... Siamo appena all'inizio di maggio, ed è già iniziato il tormentone dell'estate viola.


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