I RACCONTI DELLA FIESOLE, "A Sochaux, Antognoni fermò l'invasione di campo"
Fonte: Simone Giuliani, tifoso della curva
"Nelle varie peregrinazioni per gli stadi italiani ed europei c’è una trasferta che rimane indelebile nel ricordo di tutti noi quarantenni. Parlo della partita di Sochaux del novembre ’89. Per la precisione, essendo il primo giorno del mese, la festa fece si che si riversassero nell’amena cittadina circa settemila ultras viola. E quando parlo di ultras lo faccio con cognizione di causa visto le foto ultime di Monaco nelle quali molti fiorentini sembrano per lo più impiegati del catasto in gita aziendale od una moltitudine di repressi che, ricoperti da capo a piedi delle sciarpe più improbabili, giocano a fare i temibili di turno. Comunque, ripensando alla trasferta in terra francese di venti anni fa, mi viene subito in mente l’emozione di quando, scendendo dal pullman, ci ritrovammo intorno una marea di sbandati viola delle più svariate età. È come se da ogni quartiere, da ogni via della nostra città e da ogni paese o frazione del circondario ci fossimo dati appuntamento per far vedere all’Europa intera cosa significasse l’attaccamento viscerale verso una squadra di calcio. La nostra era un’enorme macchia caracollante che premeva per entrare in uno stadio che subito si rivelò inadeguato a contenerci; ed infatti più della metà dei presenti riuscì a sfondare i cordoni e le transenne e, poiché le gradinate erano basse ed a picco sulla pista, l’effetto immediato che si andò a creare fu quello di una gigantesca curva mobile all’inglese. Insomma un vero e proprio sogno per chi era abituato a frequentare gli alti e spersonalizzanti gradoni della Fiesole. Questo fatto ci caricò come molle e spinse molti di noi, una volta entrati a spinta nell’impianto, a riversarci in campo (un po’ come ci accadde per anni alla vecchia Fiorita di Cesena). Mancava circa un’ora alla partita e la polizia francese in tenuta antisommossa, completamente spiazzata, reagì nella maniera più inconsulta respingendoci a forza con l’uso di manganelli a scariche elettriche mai visti all’epoca in Italia (la prima volta nel nostro paese fu nella finale Uefa di Torino dell’Aprile successivo, ed effettivamente non fu un bel sentire). Tornati nei ranghi, i ragazzi di San Frediano, per l’occasione al gran completo e mai più visti così in fibrillazione (se non in un Roma-Fiorentina del 94 quando si fecero il percorso andata e ritorno più l’intero incontro completamente cotti cantando “Rose rosse per te ho comprato stasera”), si scatenarono perché uno di loro era stato prelevato dalla Police.
Ci volle l’intervento di Antognoni che, portato a forza sotto il nostro settore, con il megafono chiese di smetterla con le turbolenze, pena l’esclusione immediata dalla coppa (stessa scena si ripeterà alcuni mesi dopo nella già citata finale di Torino). Ricordo poi come all’espulsione di Faccenda i nostri cori si fecero ancora più intensi fino all’apoteosi della rete di Buso ed alla sua corsa sotto il nostro settore che stava per crollare tanta fu la gioia. Lasciando lo stadio ci prendemmo i complimenti di tanti ultras francesi e tedeschi presenti per saggiare le nostre potenzialità e questo fu grande motivo d’orgoglio. Il viaggio verso Firenze fu occasione per ulteriore gazzarra allorché ad un autogrill svizzero ci ritrovammo un noto tossico di Rifredi che, scavalcato il bancone del self-service, era intento ad assaggiare e servire l’insalata russa ad attoniti avventori. Ma d’altra parte, come si suol dire, erano altri tempi e, anche a causa di molti che oggi insultano e si confrontano con tifoserie inesistenti e senza storia quali quella senese, tempi irripetibili. "
Al Viva ed a tutti quelli che si sono persi in sogni troppo grandi
La foto dell'aticolo è stata tratta da fototifoviola.net