"MOMENTI DI GLORIA 2008", Gennaio-Aprile ed i trionfi con Juventus e PSV Eindhoven
Fonte: Stefano Borgi per FV
Definire il trionfo del 2 marzo il "momento di gloria" dei primi 4 mesi del 2008 è certamente riduttivo, quasi offensivo per quella generazione di tifosi che ha visto la luce (viola) fra il 15 maggio 88', data dell'ultimo successo in terra bianconera (2-1 il finale, firmato Baggio e Di Chiara), e questo storico 2 marzo 2008, ottenuto a ben 20 anni di distanza da quell'impresa. Il 3-2 dell'Olimpico di Torino è "Il Momento di gloria" indiscusso dell'intera stagione (noi lo abbiamo accomunato alla vittoria europea col Psv ma preferiamo di gran lunga il primo), e tutto il resto viene di conseguenza. Nel mezzo anni e anni di delusioni, sconfitte beffarde, umilianti, a volte clamorose (come quella del 1994, da 2-0 a 2-3 in 20 minuti...). Furti inenarrabili come la finale Uefa del 16 maggio 1990, piuttosto che ingiustizie miste ad umiliazioni come la cessione di Baggio, sempre del 1990.
E poi finalmente quel giorno, finalmente Gobbi che chiude magistralmente un triangolo con Jorgensen, finalmente Papa Waigo che realizza mentre sta per cadere, finalmente Osvaldo che raccoglie un cross dello stesso Papa viola e mette a sedere Buffon con un micidiale colpo di testa al 93'... Ma andiamo con ordine: la Fiorentina rieentra dal caldo ritiro di Marbella ed affronta subito una difficile trasferta in quel di Parma. Contrariamente agli anni precedenti i viola si mostrano tonici e per niente imballati alla ripresa del campionato e dopo aver lasciato il 2007 con un sonoro 5-1 al Cagliari, inanellano altre tre vittorie consecutive. Parma, appunto, per 2-1 (doppietta di Mutu). Ancora un 2-1, stavolta al Torino (due rigori di Vieri e Mutu), 2-0 al "Castellani" di Empoli, fino all'inopinata quanto immeritata sconfitta casalinga del 3 febbraio, rimediata contro il Milan, col gol di Pato ad offuscare i sogni viola di Champions League. Segue un'altalena di risultati composti dal pareggio di Bergamo, subito al 92' da "Carneade" Muslimovic (addirittura autore di una doppietta quel giorno), la vittoria sul Catania di Juan Manuel Vargas (autore del provvisorio pareggio con un gran tiro da fuori area), la sconfitta di Roma (altra mazzata sulle speranza Champions), e la vittoria nel derby sul Livorno, firmata Papa Waigo. E poi... l'apoteosi dell'Olimpico di Torino, il ritorno all'aeroporto di Firenze in una cornice di pubblico incredibile, come incredula era l'espressione degli eroi viola alla vista di quella moltitudine viola che li aspettava festanti e piangenti di gioia. Frey e Mutu confesseranno in seguito, che quelle immagini di festa del tifo viola risulteranno fondamentali nella loro decisione di andare avanti nel progetto Fiorentina ed abbracciare sempre di più la causa viola. Ancora una volta il tifo di Firenze si era dimostrato il dodicesimo giocatore in campo.
Dopo quella vittoria, fisiologico, un appannamento. Sconfitta nel derby col Siena, vittoria convincente sul Genoa, e subito, nel turno infrasettimanale del 19 marzo, un'altra sconfitta contro il Napoli. In questa partita, decisa da una doppietta di Lavezzi, anche Frey mostra la corda. Il portierone francese, irreprensibile fino a quel punto della stagione, si mostra incerto come tutta la squadra ed il mese di marzo si chiude con la sconfitta, netta, senza discussioni, di Udine che significherà il canto del cigno del Vieri realizzatore in maglia viola. Aprile vedrà 3 partite casalinghe ed una sola esterna per la Fiorentina ed i successi con Reggina e Palermo, il pareggio beffa contro la Sampdoria firmato Gastaldello al 94' (alzi la mano chi sperava ancora nella Champions a quel punto con il Milan che andava a mille), e la sconfitta di San Siro contro l'Inter futura Campione d'Italia. Il duello è Fiorentina-Milan, senza esclusione di colpi, e mancano solo tre partite alla fine.
Intanto entra nel clou la Coppa Uefa. Fiorentina qualificata come seconda del proprio girone, alle spalle degli spagnoli del Villareal, per i sedicesimi di finale e avversario di turno i norvegesi del Rosenborg, appena retrocessi dalla Champions League. 1-0 all'andata in Norvegia (Mutu), 2-1 al "Franchi" (Liverani e Cacia) e passaggio agli ottavi meno agevole di quanto dica il risultato. Il turno successivo ci mette di fronte ai temibili inglesi dell'Everton e lì ci sarà l'impresa. Squadra rognosissima quella di Liverpool, fisicamente esuberante tanto da lasciare qualche dubbio sulla sua favolosa resistenza alla fatica durante i 210 minuti del doppio confronto. Si deciderà tutto ai rigori dopo il reciproco 2-0 dei tempi regolamentari. I viola non sbagliano nemmeno un penalty mentre per i figli d'Albione sbaglia il colored Yakubu e Frey para il rigore decisivo a Jagelka. Il 3 e 10 aprile, poi, il capolavoro della stagione europea, per ammissione dello stesso Cesare Prandelli. Nei quarti di finale è la volta del PSV Eindhoven, squadra futura campione d'Olanda. Qualche incertezza nell'andata del "Franchi" con un pareggio per 1-1 firmato Mutu e Kovermars. Partita perfetta, invece, al ritorno con un 2-0 da antologia griffato ancora Adrian Mutu, il primo gol su punizione (la sua "prima" in maglia viola su calcio piazzato), il secondo su splendido pallonetto dopo la respinta del portiere avversario sul tiro a botta sicura di Pazzini. Come finirà l'avventura europea lo vedremo domani nella seconda puntata, ma questo nulla toglie all'emozione di quei momenti.
(1 - continua)