"OCCHI PUNTATI SU..." La crisi di Gilardino. Calo di forma o equivoco tattico?
Fonte: Stefano Borgi per FV
C'è una frase che fotografa (o meglio fotografava) alla perfezione il rendimento di Gilardino in questi primi 7 mesi a Firenze: "Gila e riGila...segna sempre lui." Carina, fantasiosa, quasi geniale...dannatamente vera. La genesi di tale frase è dei tifosi interisti che, qualche anno fa, dedicarono al loro beniamino, Maurizio Ganz, in rigoroso dialetto meneghino... "...el segna semper lù". Nella versione viola, riveduta e corretta, tocca al "Gila" essere investito di questa responsabilità, ricoprire il ruolo di specchio levigato a cui aggrapparsi, la garanzia da esibire nei momenti di difficoltà. Nell'ultimo periodo, però, Gilardino non è più lui e forse sarebbe il caso di cambiare il tempo del verbo "segna" con "segnava"., o in alternativa, modificare il "sempre" visto che, di riffa o di raffa, con Lazio e Bologna il "Gila" ha comunque segnato. Non ha fatto eccezione a questo trend negativo la partita di ieri sera contro l'Ajax nella quale ha fallito la più facile delle occasioni servitagli su un piatto d'argento da Adrian Mutu. No, quell'errore non fa parte del suo repertorio e fa scattare un campanello d'allarme, con la Fiorentina che compomette, così, il passaggio ai sedicesimi di Coppa UEFA. "Gila e riGila..." quindi, siamo alle solite; se non segna il centravanti di Biella sono dolori. Lo ha surrogato finchè ha potuto Adrian Mutu, sopratutto 5 giorni fa a Marassi contro il Genoa con quella fantastica tripletta con lo stesso Gilardino che ci ha messo del suo procurandosi il rigore dell'1-3, ma ahimè, siamo lontani dal rendimento al quale ci aveva abituati il Campione del Mondo ad inizio stagione.
Qualche numero per capirsi meglio. Nelle prime 15 giornate l'ex-rossonero ha realizzato la bellezza di 11 gol più 5 in Champions League ed il dato assume ancora più valore se consideriamo che dall'ottava alla decima è andato in onda il massacro mediatico per il centravanti viola che portò alla squalifica per due giornate e ad un accanimento chirurgico nei suoi confronti da parte della classe arbitrale. Juventus, Bologna e Genoa, Atalanta, Udinese e Reggina, tutte al "Franchi", Palermo e le ultime due prodezze a Torino contro i granata sono gli "atout" del bomber. Arriviamo al 21 dicembre 2008, la Fiorentina espugna Genova, sponda blucerchiata, per 1-0 (gol di Montolivo) e vediamo come Gilardino cominci ad accusare la stanchezza che si traduce in un periodo negativo che si trascina ancora oggi. Sono passati tre mesi da quella data, 9 giornate di campionato e due miseri gol, il primo inutile al Dall'Ara di Bologna, l'altro, fondamentale, contro la Lazio in casa. Poco, troppo poco per la media del "Gila" e comunque nessun processo per un giocatore che con le sue prodezze ha tenuto a galla la squadra viola nascondendo difficoltà, ora, evidenti. Il pareggio alla prima giornata contro i bianconeri è risultato il coniglio che esce dal cilindro e così le reti da tre punti contro Bologna e sopratutto Genoa non sono da meno. Sembrerà strano ma, pur con questi dati recenti assai mediocri, il problema della Fiorentina non è certo lui, bensì gli altri che non riescono a sopperire ad un palese calo di forma del "Gila". Quì dovrebbero entrare in gioco i goals dei centrocampisti piuttosto che dei difensori a sostituire le polveri bagnate dell'attaccante viola che non può, certo, realizzare gol per l'eternità. E invece niente da fare: due gol di Kuzmanovic (mamma mia che involuzione per il serbo-svizzero...) due di Melo, 4 di Montolivo, uno di Santana e nulla più. Su 26 giocatori in rosa solo 6 di questi sono andati a segno con i 13 gol di Gilardino e gli 11 di Mutu (rispettivamente 18 totali e 13 considerando la Champions).
C'è poi un problema di ordine tattico sul quale non ci dilungheremo oltre. Ci limitiamo a dire che, se nel 4-3-3 Gilardino aveva più spazio per giostrare e per compiere miracoli inenarrabili (andate a rivedervi le reti con Juventus e Genoa) nel 4-3-1-2 Mutu lo affianca decidendo spesso le partite ma penalizzando il suo compagno di reparto. Questione di spazi, di centimetri (come diceva il povero ex-presidente della Roma, Dino Viola) questione di maturità. Lo schierare due punte favorisce, infatti, il romeno che gioca, così, più vicino alla porta avversaria e può far valere la sua qualità e la sua furbizia in zona gol. E' la storia della coperta corta e da qualsiasi parte la si tiri, il letto rimane scoperto. Comotto, Vargas, Zauri, Donadel, Semioli, Jovetic...tutta gente chiamata al riscatto dopo mille delusioni patite in questi primi mesi di campionato, potenziali titolari che per motivi diversi hanno deluso. E poi... Chi l'ha detto che un difensore non possa mai fare gol? O che almeno partecipi di più al gioco di squadra?
Chiudiamo con una professione di ottimismo: la Fiorentina è al 4° posto in campionato a meno 3 dal Milan ma a + due sulla Roma, ha appena prestato tre giocatori alla Nazionale di Lippi + uno al Brasile di Carlos Dunga, ha un grande allenatore ed una società solida alle spalle... cosa vogliamo di più? Obiettivamente niente, ma si sa, l'appetito vien mangiando ed i tifosi viola sono stati a digiuno per troppo tempo.