"OCCHI PUNTATI SU..." La 'morale' di Pazzini, dalle stelle alle stalle in 3 minuti
Fonte: Stefano Borgi per FV
Quello che è successo ieri sera a Giampaolo Pazzini la possiamo considerare una metafora della vita. Dall'altare alla polvere, dal Paradiso all'Inferno, dalle stelle alle stalle... in soli tre minuti. Tanto ci ha messo l'arbitro, il tedesco Stark, ad espellere il talento di Pescia, reo (?) di aver colpito al volto il difensore del Manchester United O'Shea, nell'atto di saltare e proteggere il pallone. Va da sè che l'arbitro abbia preso una "topica" clamorosa, fatto sta che Giampaolo ha potuto assaporare la sua prima maglia da titolare in Nazionale A solo per tre miseri, risibili e malinconici minuti. "Sic transit gloria mundi" dicevano i latini (frase che simboleggia la transitorietà delle cose terrene come, ad esempio, la gloria e la fama) e mai parole sono risultate più appropriate al caso dell'ex-viola. Beninteso, non può essere una decisione cervellotica di un arbitro a gettare alle ortiche due mesi di prodezze impreziositi da 11 reti in 12 partite più un gol contro il Montenegro all'esordio con la maglia azzurra, ma per Pazzini è stato un bruttissimo colpo e la sua espressione spaurita, incredula, alla vista del cartellino rosso la dicono lunga sul trauma psicologico che è calato sul neo-sampdoriano.
Questa la cronaca e le prime sensazioni a caldo. Poi, ragionando sull'accaduto a mente fredda, se ne può evincere una morale che abbraccia tutta una serie di eventi simili, propri anche della realtà viola. A Firenze, lo sappiamo, non si parla d'altro. Pazzini quà, Pazzini là, Pazzini sotto, Pazzini sopra...Noi per primi siamo convinti che Pazzini sia un ottimo giocatore e di certo, dopo un momento di impasse iniziale, ritroverà la verve dei giorni migliori e tornerà a sorridere. L'invito che facciamo è di valutare le cose nel lungo periodo, senza fermarsi alle apparenze del momento piuttosto che alle emozioni dettate dalla frenesia di un attimo. Corvino ha sbagliato a cederlo? Forse, ma giudichiamo a fine stagione. Chi vi dice che con la cessione di Pazzini la Fiorentina non abbia strappato (per esempio) un'opzione su Palombo? E chi vi dice che con i milioni ricavati (e con quelli di Osvaldo) Corvino non riesca ad assicurarsi i due pezzi mancanti al mosaico viola (il difensore centrale ed il centrocampista da affiancare a Melo) completando una rosa che (ce lo auguriamo) l'anno prossimo dovrà riaffrontare il duplice impegno Campionato-Champions League? E ancora: chi vi dice che Pazzini prosegua con questa media? Si sa che il calcio è fatto di fluidi, di momenti, di episodi. Fino ad ora tutto ciò che il "Pazzo" toccava si trasformava in oro (leggi in gol), da stasera la ruota potrebbe essere girata, anche se lungi da noi l'intenzione di "gufargliela".
Da questi esempi, poi, potremmo allargare ulteriormente il concetto rivolgendoci alle cose viola più in generale e ne approfittiamo per fare un altro invito ai tifosi. Non gettiamo il bambino con l'acqua sporca (frase abusata ma che rende bene l'idea), laddove il bambino è rappresentato dall'insieme dei quattro anni della gestione Prandelli e l'acqua sporca è, invece, questa stagione nel caso che la Fiorentina dovesse arrivare quinta e di conseguenza fallire il traguardo Champions League. Ripetiamo, le valutazioni vanno fatte nel lungo periodo. Nell'ipotesi peggiore la Fiorentina di Prandelli in quattro meravigliose stagioni avrebbe conquistato un 3° posto, due quarti ed un quinto con tre qualificazioni consecutive alla Champions (ahimè, due di queste virtuali) ed una alla coppa Uefa. La Fiorentina dei Della Valle, invece, in sette campionati è passata dalla C2 alla serie A nei primi due, si è salvata nell'anno dei "cattivi pensieri" (2004-2005) per poi dare la scalata ai piani nobili del calcio italiano con il tecnico di Orzinuovi in panchina. A questo va aggiunto il proliferare di grandi personaggi in maglia viola come Toni, Frey, Mutu, Gilardino, Gamberini, Felipe Melo più promesse ancora "in divenire" come Montolivo, Kuzmanovic e...Pazzini. Eh già, perchè fino a prova contraria la gloria di Giampaolo è stata costruita in riva all'Arno e la convocazione in Nazionale è anche frutto del lavoro e dei progressi maturati in maglia viola. Vogliamo considerare questi risultati come negativi, deludenti, addirittura fallimentari? Oppure possiamo fare uno sforzo tutti assieme e pazientare, concedere una prova d'appello a tutta la dirigenza, Prandelli compreso, nell'ipotesi peggiore che abbiamo prospettato (tutta da verificare perchè la Fiorentina è buona quinta ed ancora in piena corsa per l'agognato quarto posto.) La gloria del mondo viola non può transitare via in una sola stagione, come la gloria di Pazzini non può esaurirsi in soli tre minuti da incubo. Ci vuole calma e sangue freddo...come cantava qualcuno.