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ABETE, Stadi? Difficile costruirli in location diverse

di Redazione FV

Giancarlo Abete, ex presidente FIGC e commissario straordinario della Lega Serie A, ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto.

La sua riflessione comincia dal tema riapertura degli stadi: "Naturalmente lo speriamo tutti, ma occorre monitorare la situazione giorno dopo giorno: il calcio ha espresso chiaramente la volontà fisiologica di avere gli spettatori negli stadi, un elemento fondamentale per l'evento. Altrettanto chiaramente però si è riportati alle valutazioni degli organi competenti: siamo in una fase di aumento dei contagiati, in altri paesi europei anche peggiore rispetto all'Italia, quindi il momento richiede prudenza. Il calcio, come sempre, deve riconoscere le priorità: tutela della salute e responsabilità. Il Ministro Speranza ha espresso l'intendimento che non ci siano nuovi lockdown, come anche Macron in Francia, anche perché è difficile permettersi una nuova chiusura a livello economico. La vita va avanti con prudenza ma il Covid-19 non è sconfitto".

Questione stadi di proprietà. Questa la carenza maggiore?
"Eh... Il tassello è fondamentale: quei ricavi sono decisivi per i club, ed avere uno stadio di proprietà è esempio di virtuosismo societario, ma su questo noi siamo ancora in ritardo: scontiamo un approccio ideologico a questo tipo di problema visto che ogni volta che si parla di nuovi stadi non si entra nel merito delle compatibilità e dell'equilibrio economico, ma solo in battaglie ideologiche sul fatto che dietro gli stadi ci siano situazioni impropri. Questo peggiora il tutto, rendendo la battaglia meno collegata alla concretezza. La legge che fu varata alla mia epoca fu parziale, si diceva subito che non sarebbe stata sufficiente da sola e di fatto abbiamo una situazione in cui gli stadi fatti sono quelli ricostruiti nei siti in cui c'erano gli stadi precedenti. L'unico stadio costruito in una location diversa è quello del Frosinone, ma la verità dice che è stato tutto molto più facile dove c'era una zona già individuata ed utilizzata. Ci si è invece impantanati in maniera grave quando si andava a parlare di infrastrutture e collegamenti".


Giancarlo Abete intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini