.

AGROPPI, Ci saranno molte partenze

di Redazione FV
Fonte: Radio Sportiva

In esclusiva ai nostri microfoni Aldo Agroppi, ex allenatore di calcio e opinionista di Radio Sportiva, ci aiuta a fare il punto sui fatti della giornata.
MILAN - "Berlusconi non è contento per le leggerezze della squadra nella preparazione della semifinale di Coppa Italia contro il Palermo. Avevano un´occasione irripetibile per fare la doppietta Scudetto-Coppa. L´atteggiamento della squadra non è stato positivo".
CONTRATTI IN SCADENZA MILAN - "Seedorf ormai è vecchio e non è più un inamovibile del Milan. Ha 35 anni e non può lamentarsi del fatto che la società non gli abbia ancora proposto il rinnovo del contratto. Il suo comportamento è irritante. Se va via Pirlo, il Milan rimarrà senza un regista ed io non mi priverei mai di un giocatore del suo calibro. Lo stesso discorso vale per Nesta, che è molto utile in difesa. Ambrosini potrebbe rimane perché non farà problemi di ingaggio. Gattuso deve scendere dal piedistallo perché i suoi atteggiamenti non sono per niente lusinghieri".
JUVENTUS - "La società ha sbagliato strategie nel dire che ha 200 milioni di euro per il mercato. In questo modo, un giocatore da 4 milioni potrebbe costarne il doppio soltanto perché le dirigenze avversarie sono consapevoli delle liquidità a disposizione dei bianconeri.
FIORENTINA - "Non so cosa vuole fare la Presidenza viola. Della Valle non vuole investire dei soldi e per lui la Fiorentina è un divertimento. Non vogliono correre il rischio di rovinarsi come altri Presidenti che si sono dissanguati. Ci saranno molte partenze e non arriveranno grandi nomi e famosi calciatori. Credo che Montolivo e Vargas andranno via".
ROMA - "Lo spogliatoio giallorosso è in preda allo sbando, con troppe incomprensioni e troppe rivalità. E´ un periodo di transizione perché la società è instabile. Menez è un grande giocatore però non è tranquillo e credo andrà via perché non riesce ad accettare neanche una sostituzione. Non si può puntare allo scudetto con Totti titolare".
BERETTA - "Il voto di Beretta nella bagarre sui diritti tv è stato decisivo, andando a difendere le società più piccole. Il problema è che lui fa un´altra professione. Fare il presidente di Lega deve essere una professione non un incarico compatibile con altri lavori. Serve un uomo che conosca il mondo del calcio, al di sopra delle parti che si dedichi esclusivamente alla Lega".