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AMRABAT, Spaventoso sentire tutti quegli spari

di Redazione FV

Sofyan Amrabat in una lunga intervista a De Telegraaf rilasciata nelle ore successive al ritorno in Marocco parla delle sensazioni provate per essersi trovati, in Guinea, nel bel mezzo di un colpo di stato: “Se scegli di giocare per un Paese africano, metti in conto di trovarti di fronte a certe situazioni, ma non ti aspetti certo di finire in mezzo ad un colpo di stato militare. Domenica mattina, Adel Taarabt del Benfica  mi ha chiesto se avevo sentito degli spari. All’inizio ho riso e ho detto che dovevano essere fuochi d’artificio perché spesso accade che vengano esplosi negli hotel dei giocatori la sera prima delle partite. Ma poi su internet abbiamo visto che era una cosa seria"

"La mia famiglia era molto preoccupata e tutti ci scrivevano e ci chiedevano se stessimo bene. Noi avevamo fissato la riunione per la partita anche se sapevamo che non si poteva giocare, ma finché non ci fossero state dichiarazioni ufficiali dovevamo rimanere professionali. È molto spaventoso quando si sentono spari, poi silenzio e altri spari”.

“Il rientro in aeroporto? C'erano 45 minuti di macchina e lì c'era il nostro aereo ancora fermo. Ma i militari che avevano preso il potere avevano chiuso l'aeroporto e la strada invitando tutti a restare a casa. Solo con l'intervento del nostro re che ha contattato i nuovi leader, ci hanno fatto salire sull'aereo sotto supervisione militare. E’ abbastanza strano vedere veicoli militari che ti circondano l’autobus. Solo ora che siamo tornati in Marocco mi rendo conto che era una situazione molto strana e capisco la preoccupazione della famiglia”.