.

BATI, Firenze è casa mia, anche Roma nel destino

di Redazione FV

Gabriel Omar Batistuta, intervistato da Sky Sport, ha parlato così del suo nuovo docu-film, della Fiorentina e della Roma: "Sto studiando per diventare allenatore. Voglio imparare e arricchirmi, al momento però non è qualcosa che può succedere domani. Per ora sono uno studente, penso che a Coverciano siano contenti dei miei progressi".

Sul suo nuovo docu-film: "Voglio portare una speranza ai ragazzi. Per arrivare lontano servono dei sacrifici enormi, il lavoro paga. L'obiettivo è raccontare più il mio percorso che i miei gol, raccontare cosa c'è stato dietro al Batistuta calciatore".

Su Fiorentina e Roma: "Ho speso il 90% della mia carriera calcistica a Firenze, poi sono andato a Roma e ho vinto lo Scudetto. Queste due squadre erano evidentemente nel mio destino".

Su Di Francesco: "Non me lo sarei mai immaginato come allenatore della Roma. Allo stesso tempo però mi fa piacere quando uno dei miei ex compagni ha successo. Di Francesco ha fatto bene a Sassuolo, mi auguro che possa continuare a fare bene anche alla Roma".

Su Firenze: "Sto molto bene a Firenze, ora va meglio rispetto a quando giocavo. Mi sono sempre sentito un fiorentino, ho capito i fiorentini che non sono facili e ho apprezzato la città. Adesso però è più facile passeggiare per il centro, mi sento più rilassato. Da giocatore sentivo l'affetto, ma non sono riuscito a vivere la città come volevo. Ora invece raccolgo l'affetto che prima non riuscivo a ridare indietro. Firenze ormai è come casa mia".

Su Icardi: "Faccio fatica a scegliere il nuovo 9 dell'Argentina. Il mio preferito è sempre stato Higuain. Ora però è arrivato il tempo di Icardi, Dybala, Simeone e Lautaro... Hanno tutti grandi margini di crescita, sono ragazzi seri e determinati. Auguro loro il meglio".

Un messaggio per Capello: "Con Capello ho vissuto dei bei momenti a Roma, condividendo un'esperienza che pochi possono permettersi in quella piazza. Vincere a Roma è stato speciale".

Sui problemi fisici: "Ho avuto seri problemi alle caviglie. A un certo punto ho sentito di non aver più niente da dare al calcio. Per questo mi sono fatto da parte. Quel tempo però è passato e adesso sono tornato, sicuramente più sereno".