BONAVENTURA, Rinato in viola per il gioco di Italiano
È un Giacomo Bonaventura a tutto tondo quello che si è concesso poco fa a RaiSport. Intervistato ai microfoni Rai, il numero cinque della Fiorentina e ora protagonista anche in Nazionale nel nuovo ciclo Spalletti, ha presentato così il decisivo doppio impegno che attende l'Italia nel girone di qualificazione al prossimo Europeo: "Saranno partite difficili le prossime due. Non sarà semplice, siamo obbligati a fare due grandi prestazioni. Sono diversi i principi che ci sta passando il mister che ci sta preparando al meglio con riunioni e filmati per capire come affrontare Macedonia del Nord e Ucraina. Abbiamo anche rivisto la partita con l'Inghilterra ed il mister ci ha fatto vedere cosa abbiamo fatto bene e cosa no. Sicuramente stiamo insistendo molto sulla aggressione dell'avversario una volta persa palla, è qualcosa su cui Spalletti punta molto".
Spalletti sta insistendo anche sull'inserimento di voi centrocampisti in area.
"L'apporto dei centrocampisti è importante e lo ricerchiamo. Gli attaccanti non bastano e c'è bisogno di attaccare l'area con altri interpreti".
A trentaquattro anni, è emozionato prima di questa doppia sfida?
"Prima delle partite sono sempre emozionato, sia col club che con la Nazionale. In azzurro poi è un'emozione ancora più grande, quando parte l'inno le sensazioni sono sempre le solite. In vista di venerdì e lunedì non dobbiamo caricarci di troppa pressione e della paura di sbagliare. In campo dovremmo prendere decisioni giuste e rapide e questo si può fare solo se siamo sgombri mentalmente".
Spazio anche ad un focus sul momento di Bonaventura, che a trentaquattro anni sembra aver raggiunto l'apice di rendimento in carriera:"Con l'esperienza in un gruppo si prendono anche più responsabilità. Si cresce anche per questo col tempo e adesso mi piace aiutare tutti quelli che mi stanno intorno".
Al Milan non ha forse mai raggiunto questi livelli. Forse aveva solo bisogno di centralità in quel progetto tecnico?
"Quando si gode della fiducia totale di allenatore e società e più facile. Ma anche al Milan ho sempre giocato tanto, tranne nell'ultimo periodo per problemi fisici. Se non mi sono espresso lì a questi livelli è anche colpa mia. Forse sono maturato un po' più tardi rispetto al solito ma va bene così".
E allora come mai non è riuscito ad imporsi così a Milano?
"Ci son stati tanti cambiamenti e quando si cambia così tanto e non si ha una stabilità che ho trovato ad esempio a Firenze è difficile esprimersi. Ho cambiato anche modo di giocare nell'ultimo periodo, anche per la squadra che ho intorno. Qui alla Fiorentina siamo abituati a tenere sempre la palla noi ed è più facile per me esprimermi".